capitolo 31

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"Tutto dipende dalle circostanze e dall'ambiente in cui si trova l'uomo. Tutto è determinato dall'ambiente, l'uomo per se stesso non è nulla. "

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Aiden pov's

Parcheggio la moto non vicino alla casa di Ara,non voglio rischiare che mister coprifuoco veda la mia moto o peggio mia madre che da quanto ho capito ormai vive qui insieme a mia sorella.
Mi annoto mentalmente di andare a salutare Amanda domani mattina,prima di andare via.
Il silenzio notturno circonda Baker come una coperta sicura, o forse no?
Il troppo silenzio non è mai un buon segno.
Scaccio via i miei pensieri pessimistici e mi arrampico velocemente dandomi la spinta con le gambe, appoggio i piedi su una vecchia cassa lasciata lì fuori, devo ringraziare mister coprifuoco per facilitarmi le cose.
Mi attacco con le mani al davanzale della finestra di Ara.
La mia altezza aiuta.
Mi do una spinta con le gambe e mi tiro su.
Do una leggera spinta alla finestra e si apre con un cigolio.
Salto dentro,ma noto la stanza vuota.
La leggera brezza che entra dalla finestra fa muovere le tende bianche,la stanza è illuminata solo dal lampione fuori casa.
Il letto è perfettamente in ordine,segno che nessuno ne ha ancora approfittato.
Lancio uno sguardo alla porta del bagno,noto che è chiusa,ma sotto alla fessura c'è la luce accesa.
Il rumore dell'acqua e incessante.
Cammino verso di essa e appoggio l'orecchio sulla porta.
Dei gemiti profondi e ansimanti mi fanno socchiudere gli occhi,ma poi li riapro di scatto.

Flashback

<Hey bimba!> quel richiamo mi fa girare di scatto la testa.
Mi fa arrabbiare,ma mai come quello che sento dopo.

<Mi hai fatto pensare,hai ragione,aspettami nella doccia stasera>parto come un toro inferocito verso Jacob,ma Ara mi precede e gli tira un destro sulla mascella.
Sgrano gli occhi sorpreso,ma non perso tempo a controllare che la sua mano stia bene.

L'importante è che lei stia bene.

Fine flashback

La mia mano trema leggermente mentre tento ad aprire la porta.

Ara non lo farebbe mai,vero?
Scuoto la testa, lei può fare quello che vuole,non ha nessun impegno con me.
Ma la finestra era aperta,quindi era un invito per me.
Quando apro la porta lentamente il vetro appannato non mi permette di vedere bene,ma i gemiti riecheggiano nella piccola stanza.

Sento la paura irradiarminel corpo mentre temo di vedere la chioma mora di Jacob,cammino lentamente verso il vetro appannato e busso sul vetro in preda ad una aggressività che sto cercando di contenere.
I gemiti smettono all'istante lasciando spazio a respiri affannati.

Apro il vetro e rilascio un sospiro di sollievo quando vedo Ara da sola nel box doccia.
Mi osserva con uno sguardo colpevole e le gote arrossate.
Il suo petto fa su e giù in un ritmo costante e io comincio a collegare tutto.
Ghigno leggermente e osservo spudoratamente il suo corpo scoperto e bagnato.
Mi tiro via le scarpe in un movimento rapido.
Tiro via la felpa e la lancio da qualche parte.
Lo sguardo di Ara rimane fisso sui miei addominali e sul ventre scoperto lasciando visibile la V.

Sgancio la cintura senza distogliere il mio sguardo dal suo.
Quando provo ad abbassarmi i pantaloni lei mi precede.
Li tira giù lentamente non distogliendo il suo sguardo dal mio.

Non c'è bisogno di parole,abbiamo già capito tutto.
Si rialza lentamente, e senza darmi preavviso mi bacia portandomi sotto alla doccia.
I boxer bianchi aderiscono perfettamente alla mia pelle, Ara mi stringe i fianchi mentre mi bacia intensamente.
Adoro quando prende il comando.
Lei ha due personalità completamente differenti, a volte impersonifica la ragazza timida e gentile,ma ci sono dei momenti in cui si trasforma in una ragazza ssnza peli sulla lingua e peccaminosa.

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