Capitolo 25

3.8K 114 142
                                    

"La natura umana è così contraddittoria che desideravo ciò che non avrei mai potuto avere e sognavo l'impossibile."
Wilbur Smith

Ara pov's

Avete presente quella sensazione opprimente, come se avessi un mattone sullo stomaco, ma allo stesso tempo sei felice.
Sei felice, ma c'è sempre quel mattone e ne sei consapevole, ma te ne freghi, come quando ti vengono giusti tutti gli esercizi di matematica tranne uno.
Ma te ne freghi, perché ti sono venuti tutti tranne uno, che succederà mai?

Probabilmente nel mio caso ci sono troppo esercizi non svolti.

In questo momento mi sento così, sono nel bagno di Aiden e tra l'altro non ho trovato il suo famoso accappatoio, lo deve aver nascosto bene.
Infatti mi ha lanciato un asciugamano dopo avermi dato la sua felpa.

Mi guardo allo specchio, ho le occhiaie più marcate per le ore di sonno perse in queste notti, ma ho lo stesso un sorriso stampato in faccia, e sento di non averne il diritto.

Sto sorridendo, perché?

Perché Aiden Rivers mi ha abbindolato con le sue paroline dolci?
Ma poi ripenso alle parole di Declan e cerco di giustificarmi, infondo ha solo tirato un tavolo in testa ad Andrew, poi che cos'altro? A sì, ha minacciato di tranciare le mani ad un tipo, mentre il suo amico altrettanto psicopatico impugnava una pistola.

Scuoto la testa, non lo avrebbe mai fatto davvero.
Voleva solo proteggermi, giusto? O ci traeva piacere in quel che faceva.

Indosso la sua felpa, ma il mattone è ancora lì, che pesa, ma io provo ad ignorarlo in tutti i modi possibili.

Solo per stasera Ara,dimentica.

Poi penso al nonno e un altro mattone comincia a pesare, socchiudo gli occhi e prendo un lungo sospiro.
Esco dal bagno, Aiden é sul divano mentre fa zapping con il telecomando.

<Tutto bene? Sei stata lì dentro per un po'>annuisco silenziosa e mi siedo di fianco a lui, stando attenta a non sfiorarlo, a quanto pare tutta la mia spavalderia di prima è completamente sparita.

<Per cena, ti va di ordinare qualcosa?>annuisco.

<Va bene>sussurro.

<Posso chiederti un cosa?>annuisce.

<Quella pistola, perché ce l'aveva Aron>contrae la mascella.

<Ho bisogno di sapere, Aiden>sussurro.

<È legale, solo non doveva essere lì e non è mia né di Aron>spiega conciso e distaccato.
Sempre meglio di nulla, ora sto bene attenta a non fare altre domande, so che potrebbe irritarsi e non voglio, mi piace la sua compagnia.

<Allora che ne dici della pizza?>esclamo smorzando la tensione.
Lui sorride, è un sorriso impercettibile, ma io lo noto.

<Pizza sia>si alza alla ricerca del telefono,mentre osservo la sua schiena fasciata da una maglia nera.

***

Aiden è sotto la doccia, mentre stiamo aspettando il fattorino per la pizza, una cosa che ho appreso di Aiden é che sta molto tempo sotto alla doccia,intanto mi soffermo ad osservare il piccolo appartamento, è accogliente e di certo non sembra un luogo dove abita un ragazzo solo, ma da quanto ho capito Aiden ci tiene alla pulizia.
Le mura sono bianche e pulite, c'è un piccolo divano e un tavolino, dove presumo consumi i pasti, la cucina invece è vicino all'entrata è piccola, ma c'è tutto ciò che serve.
Il bagno e la camera sono nello stesso corridoietto.
È piccolo, ma accogliente.

Il cuore di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora