seconda parte

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quel giorno per lui era stato disastroso.

la vecchia sveglia sul suo comodino non aveva suonato come tutte le altre mattine e aveva dormito fino a mezzogiorno.

si era svegliato di soprassalto, aveva scoperto il suo corpo seminudo spostando le pesanti coperte che lo ricoprivano ed era corso in bagno per darsi una sistemata.

i suoi capelli erano in disordine, erano indomabili e aveva già perso troppe ore di quella giornata quindi decise di lasciarli così com'erano.

mangiò della pasta già pronta che aveva trovato in frigo, si vestì di fretta e furia e cercò di mettere in ordine la sua stanza in qualche modo per creare un ambiente abbastanza confortevole per studiare.

aveva quasi trent'anni e ancora non aveva trovato un lavoro stabile, correva dietro al sogno disperato di diventare un architetto e studiava per realizzarlo.

passò tutto il suo pomeriggio a studiare e a prepararsi tazzine di caffè per mantenere viva la sua concentrazione anche se dopo un po' sembrò non funzionare più.

decise di andarsi a fare un bagno e ascoltare alcune delle sue canzoni preferite nel mentre.

si perse tra i suoi pensieri lasciando che il suo corpo si sdraiasse nell'ampia vasca da bagno.

nel frattempo canticchiava anche qualche canzone di cui non ricordava neanche il titolo, era stato fin troppo impegnato per aver il tempo di ascoltare della musica.

si asciugò ed indossò un paio di jeans chiari ed una felpa per coprire il suo busto.

vide il suo cellulare ed imprecò non appena vide l'orario.

erano già le 21, com'era possibile.

il suo telefono in quel momento esatto iniziò a squillare incessantemente.

"ora rispondo, ora rispondo" disse come se la persona al telefono potesse sentirlo.

rise a quel gesto insignificante.

"ben, dimmi tutto" era il suo migliore amico.

"ted, qui la situazione è un po' complicata" adesso era abbastanza confuso.

"beh, come dire..."

"parla ben, parla, non ho altro tempo da perdere per favore" si pentì di essersi rivolto in quel modo.

"è arrivata una ragazzina, non è di qui perché il suo accento è abbastanza strano, piange e chiede di te, dice di aver bisogno di te. pensavo fosse uno scherzo ma non lo è. è venuta fino al vecchio bar e mi ha chiesto di portarla da te o una cosa del genere, adesso non ricordo bene. stava piangendo e l'ho portata fuori cercando di consolarla, adesso è qui seduta davanti al bar. mi sono allontanato un attimo per poter parlare con te. hai una minima idea di chi sia? la conosci?"

lui la conosceva, la conosceva molto bene.

𝓊𝓃𝓈𝓉𝒶𝒷𝓁𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora