tredicesima parte

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aveva preparato le sue valigie di fretta, molto probabilmente i suoi vestiti sarebbero arrivati tutti stropicciati ma non era ciò che le importava al momento.

ben le aveva anche spiegato come fare per ottenere un visto in caso decidesse di rimanere lì.

non era molto sicura, non conosceva la città, voleva solo stare con ted ma ted l'aveva rifiutata e adesso sembrava non le cambiasse molto il luogo dove si trovasse.

e se ted avesse detto quelle cose a ben solo perché ubriaco?

che poi, anche se fosse, ted era solo preoccupato per lei, non aveva assolutamente parlato con ben di volerle dare qualsiasi tipo di supporto.

non aveva soldi e di certo ben non avrebbe potuto mantenerla a lungo, stava solo facendo un favore al suo amico.

stava solo eseguendo gli ordini di ben perché aveva troppa paura di essere toccata, anche solo sfiorata, da quel ragazzo.

alla fine lei non stava tornando da ted, stava solo scappando nuovamente dagli abusi subiti.

non che non tenesse a ted ma lui era stato chiaro quella sera, gli dispiaceva ma era deluso da lei.

atterrarono a new york e corsero freneticamente verso l'abitazione di ted.

"che ti ha fatto piccola?" furono le prime parole di ted non appena la vide.

fece spallucce, non sapeva assolutamente che fare in quella situazione.

la corsa in ospedale, i due giorni passati in quella casa in affitto in compagnia di ben che cercava, fallendo miseramente, di risollevarle l'umore ed il viaggio le fecero dimenticare dell'aspetto orribile che aveva.

chiese di poter usare il bagno e quasi non svenne non appena vide la sua figura.

aveva due lividi abbastanza evidenti sulle guance, segni di morsi sul collo, le labbra tagliuzzate e due occhiaie violacee sotto i suoi occhioni non più brillanti.

fortunatamente in pubblico aveva indossato la mascherina e una felpa che la coprivano abbastanza bene.

rimase ad osservarsi.

ted bussò alla porta e lei sussultò.

"scusami, non volevo spaventarti ma non sentivo alcun suono e stai qui da un bel po', avevo paura non stessi bene" lei non stava affatto bene.

"ben è andato via, vuole parliamo un pochino. vieni qui, parlami" la prese per un braccio come se volesse guidarla fuori da quel bagno e condurla nel salotto di casa sua.

si allontanò immediatamente facendo pendolare il braccio dell'uomo.

"non vuoi essere toccata?" scosse la testa.

"non vuoi neanche un abbraccio?" scosse nuovamente la testa.

"sei arrabbiata con me?" mimò un no questa volta.

"sei spaventata, sappi che qualsiasi cosa sia successa, qui sei al sicuro. scusami se ti ho chiesto di andar via, mi dispiace tantissimo. sono stato un egoista, me ne sono pentito un attimo dopo. potrai perdonarmi?" annuì.

"perché non mi parli?" quasi la supplicava.

"p-posso d-dormire?" ne aveva bisogno.

voleva fuggire da quella realtà.

𝓊𝓃𝓈𝓉𝒶𝒷𝓁𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora