diciassettesima parte

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quella sera ted non le diede il telefono senza prima cancellare quel messaggio.

aveva già sofferto tanto.

la ragazzina prese a scrollare un social a ted sconosciuto mentre quest'ultimo rispose alla chiamata di ben.

ben insistette affinché il suo amico andasse con lui e alcuni amici al vecchio bar ma ted rifiutò più e più volte.

ben gli disse che avrebbe potuto anche portare la ragazza, che non sarebbe stato assolutamente un problema per loro e ted si convinse.

"hey ti andrebbe di uscire con me, ben e alcuni nostri amici? abbiamo abbastanza anni in più di te ma tranquilla che appena il secondo bicchiere va giù ne dimostriamo anche di meno" rise

la ragazzina scosse la teste ma insistette affinché ted uscisse, credeva fosse un gesto carino.

aveva fatto abbastanza per lei e adesso meritava un po' di svago.

ted le disse che avrebbe potuto chiamarlo in qualsiasi momento, che sarebbe tornato non dopo mezzanotte e che le avrebbe mandato alcuni messaggi per assicurarsi stesse bene.

"si, papà" adesso rise anche la ragazza.

vide ted vestirsi in fretta, anche in modo abbastanza elegante, e lo vide lasciare l'appartamento.

lei si coprì con un plaid di ted e iniziò una serie su netflix che le fece compagnia per il resto della serata.

a mezzanotte e qualche minuto ted aprì la porta d'ingresso dell'appartamento barcollante ed in compagnia di un'altra ragazza.

la ragazzina non si fece vedere dai due e scappò in camera da letto.

la curiosità era troppa, spiò i due dalla serratura e quello che vide non le piacque affatto.

ted ed una possibile trentenne bionda stavano sul divano, lo stesso dove i due erano accoccolati solo qualche ora prima, nella più totale complicità.

la rabbia si impossessò della mente della ragazzina.

era innamorata di lui e odiava ammetterlo.

si presentò di fronte ai due, purtroppo, in lacrime.

ted la guardò abbastanza confuso, e forse un po' scocciato.

la bionda non sapeva che fare.

tra le lacrime ed i singhiozzi disse a ted ogni singola cosa, gli disse che lo amava ma che non era mai riuscita ad ammetterlo. gli disse che l'unica cosa che avrebbe voluto in quel momento fosse stare al posto di quella ragazza, che adesso aveva portato una mano alla bocca.

gli disse che il bisogno disperato che aveva di lui era incontrollabile e che si sentiva male al solo pensiero che qualcuno avrebbe potuto ricevere le stesse attenzioni da lui, attenzioni che sperava fossero riservata solo e soltanto a lei.

gli disse che la causa delle lite col tuo ormai ex fidanzato era lui, gli disse che la sua mente dal momento in cui l'aveva conosciuto si era annebbiata completamente e che lui la odiava così tanto proprio a causa di quel trentenne conosciuto nel modo più strambo possibile.

aveva urlato con tutto il fiato e tutta la rabbia che quel corpo minuto avrebbe mai potuto accogliere.

iniziò a boccheggiare, sentì una sensazione sfortunatamente familiare al petto seguita da una pausa improvvisa di perdere il controllo.

stava avendo l'ennesimo attacco di panico.

il suo disturbo si stava nuovamente impossessando di lei e non poteva più fare nulla.

aveva bisogno delle sue medicine.

ted invitò l'ospite a lasciare l'appartamento scusandosi per l'accaduto.

𝓊𝓃𝓈𝓉𝒶𝒷𝓁𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora