ventesima parte

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proprio come ogni sogno che si rispetti, finì.

si svegliò cosparsa da vestiti.

le faceva malissimo la testa, le pulsava e aveva difficoltà a tenere gli occhi aperti.

era abbastanza confusa, non riusciva a capire cosa stesse succedendo intorno a lei.

il suo telefono era spento e non vedeva nessun caricabatterie lì intorno.

indossava una semplice t-shirt bianca troppo grande per essere sua e dei calzini neri.

la tv era spenta e il telecomando poggiato su un comodino.

le pareti erano ingiallite, si soffermò particolarmente su questo dettaglio.

non si era mai resa conto di quanto fossero ingiallite.

aveva due felpe larghe a farle da coperta in quel letto sfatto che era ormai rimasto senza.

"buongiorno" una voce maschile si avvicinò sempre di più alla sua esile figura.

lo guardò accigliata cercando di capire sempre più da quella situazione.

aveva dei bei lineamenti, dovette ammettere.

"senti io..." l'uomo fece un profondo respiro prima di legarsi i capelli in modo disordinato e mettersi seduto sul letto dove la ragazza giaceva.

lei fece per allontanarsi ma lui con un solo sguardo la bloccò.

"io volevo scusarmi, mi sono reso conto dei miei modi troppo duri con te e ho notato quanta sofferenza tu stia provando in questo periodo" continuò.

sembrava quasi dispiaciuto.

la ragazza sentì un conato salirle lungo la gola.

"mi dispiace tu abbia iniziato a bere così tanto, non avrei dovuto lasciarti da sola ieri sera" le accarezzò quasi con dolcezza il volto con un dito.

indossava degli anelli, freddi, che le tagliavano quasi il volto.

aveva sentito i suoi anelli sulla sua pelle fin troppe volte.

e non solo per delle carezze.

"stanotte, non appena mi sono calmato, sono tornato subito qui da te, nella nostra casa, e la prima che ho notato è stata la bottiglia vuota vicino al nostro letto" stava, purtroppo per lei, capendo tutto.

"probabilmente non te lo ricordi ma stavi così male che ho dovuto trascinarti dentro la vasca da bagno e metterti le dita in gola per farti vomitare tutta quella merda che avevi bevuto" aveva ragione, non se lo ricordava.

"abbiamo litigato per una stronzata, sono veramente dispiaciuto per quello schiaffo" la ragazza realizzò tutto.

"non succederà più".

prese la mano del suo fidanzato e la allontanò bruscamente dal suo volto.

non gli avrebbe permesso di compiere anche una sola misera altra azione.

"è finita" sussurrò flebilmente per poi ripetere le stesse due parole sempre con più decisione.

aveva trovato un coraggio mai avuto prima.

lui incredibilmente sì allontano da lei uscendo da quella stanza, da quella casa, per un periodo che lei sperò essere infinito.

non l'aveva mai visto così, aveva abbassato lo sguardo e aveva seguito gli ordini della più piccola.

sapeva già fosse solo una delle sue scenate per poterle far pena e tornare ad attaccare in un secondo momento.

ad attaccare lei.

per le cose più futili.

si rannicchiò nel letto e accese la tv.

stava passando how i met your mother.

penso al suo sogno, a ted e desiderò così tanto un ragazzo come lui.

avrebbe voluto così tanto avere qualcuno su cui contare nei momenti più difficili, desiderava così tanto un ben che la salvasse e la portasse da un ragazzo come ted.

rimase per tutto il girono a pensare a quello strano sogno.

si lasciò cullare dal dolce ricordo di quell'episodio mai accaduto.

𝓊𝓃𝓈𝓉𝒶𝒷𝓁𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora