decima parte

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!! scene forti

gli ultimi minuti del viaggio aveva indossato la giacca che lui si era tolto violentemente per coprire il suo torace seminudo.

aveva il suo profumo e questo le fece ricordare i primi momenti della loro storia.

era tutto così bello.

andava tutto così bene.

avevano addirittura deciso di vivere per qualche tempo in un appartamento regalatogli dalla madre di lui.

"scendi" la sua voce decisa le fece abbandonare tutti i suoi pensieri.

"entra in casa e aspettami lì" le porse le chiavi e lei fece come ordinato.

fece fatica ad uscire le sue mani minute dalle maniche della giacca del suo ragazzo per poter girare la chiave del loro appartamento.

si sedette sul divano con la testa bassa.

sapeva di aver sbagliato e sapeva di meriare una punizione.

"tu sei pazza, ho pensato tanto e questo è l'unico motivo che potrebbe spingerti ad abbandonare tutto quello che abbiamo costruito per correre dietro a quel trentenne senza neanche portarti dietro i tuoi vestiti" lei fece per parlare ma venne zittita.

"come hai guadagnato i soldi per poter andare e tornare? ti ha dato dei soldi? che gli hai fatto per far in modo che ti desse dei soldi?" pianse ma pianse tanto.

non per la situazione che stava vivendo in quel l'esatto momento ma per ted.

lei l'aveva fatto soffrire.

lui aveva ricambiato.

le mancava già così tanto.

le mancava il suo profumo.

forse provava qualcosa per lui ma era troppo testarda per ammetterlo.

"è inutile che mi guardi in quel modo, lo so che sei andata da lui. puoi negarlo mille volte, tu sei andata da quell'uomo e tu la pagherai cara per l'umiliazione che sto subendo in questo istante. che ha quel tipo in più di me? che cosa?" urlò.

non poteva credere che la persona che aveva amato per tanto tempo potesse pensare tali cose.

i soldi erano solo il frutto di un lavoretto estivo svolto nelle stesse ore in cui il suo ragazzo lavorava per evitare si arrabbiasse.

arrabbiasse per cosa poi? neanche lei lo sapeva ma aveva paura.

era abituava ad avere paura e ogni singola azione sua era domata da essa.

ogni singola azione tranne il viaggio a new york, viaggio che si era rivelato un vero e proprio disastro.

"pensi a lui? ormai la tua testa non risponde, stai lì con quella boccuccia aperta a pensare a lui e qualsiasi cosa tu abbia fatto" un sonoro schiaffo colpi la sua guancia.

faceva male.

"svegliati!" un altro schiaffo.

un altro.

un altro ancora.

"s-scusa, s-scusa, s-scusa" decise di proteggere le proprie guance portando le sue mani sui punti doloranti.

non ne voleva altri.

"tu sei mia" la fece alzare di forza.

"tu sei mia" la fece sbattere con violenza contro il muro.

"mia" la baciò.

non era un bacio romantico.

non c'era passione.

era un bacio violento che le provocò anche alcune ferite sulle labbra.

"e tu sai cosa vorrei farti per poterti dimostrare una volta per tutte a chi appartieni" scosse la testa innumerevoli volte senza rendersi conto di quello che stesse accadendo.

il ragazzo l'aveva già presa e spinta contro il letto.

sbottonò frettolosamente ogni bottone della sua giacca mentre le lasciava dei segni sul collo che sarebbero rimasti lì per giorni.

iniziò a dimenarsi con tutta la forza che aveva in corpo ma era impossibile, una sola mano del ragazzo riusciva a tener fermi i suoi polsi.

"p-per f-favore" non aveva più lacrime all'interno del suo corpo.

𝓊𝓃𝓈𝓉𝒶𝒷𝓁𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora