oggi lui indossa una delle sue solite magliette nere che lasciano intravedere i muscoli*.
lei indossa una delle sue solite camicie semplici - è di un colore bordeaux scuro, come una vera intensa tonalità di vino costoso. è più grande di taglia - proprio come piace a lei - e il tessuto ondeggia dolcemente sulla sua metà coscia.
entra nella caffetteria prima e, quasi immediatamente, lui entra di seguito. quando si è inserita alla fine della fila, il ragazzo si ritrova subito dietro di lei. ghigna.
prima, nota la differenza d'altezza. non è molta, lei è un buon metro e settanta o settanta cinque, ma lui è sempre più alto; può ancora vedere oltre la sua testa.
poi, nota quanto effettivamente lunghi siano i suoi capelli neri. non che stesse guardando, ma le punte lisce dei capelli le sfiorano appena la parte superiore del culo... non che stesse guardando.
li ha lasciati liberi oggi - nessun elastico per tirarli indietro o qualsiasi altra cosa; solo liberi e sciolti. semplici.
il suo ghigno si amplia quando vede un filo allentato penzolarle dalla camicetta. le dita fervono al suo fianco; non può fare a meno di tirare.
delicatamente, tira il filo color bordeaux verso di lui. però, mentre si aspetta la fine di esso o per il piccolo rivestimento di filo da rompere, non succede e invece continua a venire come il mare senza fine di vino. presto, si ritrova preso dal panico quando annega in quel mare; sta soffocando alla grande quantità di grovigli attorno alle sue mani incallite e alle lunghe dita.
quando continua a tirare, nella speranza che il filo finalmente finisca, succede presto. emettendo un sospiro di sollievo, sente le spalle rilassate, le masse di filo intrecciate attorno alle sue dita diagonalmente, rettilinee, sopra, sotto.
"il prossimo, per favore."
lei si muove lontano da lui mentre il ragazzo realizza che lei è la prossima.
fa un doppio scatto.
i suoi occhi si dilatano.
un foro, intorno alla misura del suo pugno (intendiamoci, le sue mani sono più grandi paragonate a quelle dei ragazzi nella media della sua età, dovute alla sua passione di suonare il basso), imprime un tratto sul dorso della camicia, esponendo la sua pelle abbronzata.
lui deglutisce, frettolosamente raccoglie tutti i fili sciolti intorno alle sue mani e li ficca velocemente nelle tasche dei suoi skinny jeans - sperando che lei non lo noterà.
Sentendo una strana brezza che si fa strada per la sua schiena, come se non avesse indosso una camicia, lei corruga le sopracciglia in confusione.
Girando la testa per guardare in giro, non trova niente di strano: le porte sono chiuse come al solito e non ci sono finestre aperte. ad eccezione del fatto che trova uno sconosciuto familiare guardare un po' stranamente innocente dietro di lei. lui si guarda distrattamente attorno, le mani pigramente infilate nelle tasche anteriori mentre fischietta una canzone che lei conosce.
sembra molto più colpevole che innocente nella sua opinione.
"tu," non può fare a meno di enfatizzare la parola.
la sua testa scatta, il suo fischiettìo si ferma e la guarda sfacciato. "huh?" dice, tutto troppo innocentemente.
"eri tu."
"cosa ero io?"
la ragazza incrocia le braccia al petto. "non fare il finto tonto. hai rovinato la mia bevanda la settimana scorsa."
non può fermare il ghigno che gli ribecca le labbra, lo manda indietro sforzandosi
"ora perché penseresti questo?" inclina la testa da un lato, come un cucciolo divertito.
"oh andiamo," lo schernisce. "chi altro potrebbe essere?"
"oh non lo so," scrolla le spalle "non ricordo alcuna forma di sabotaggio la scorsa settimana. ti prego, illuminami, non ti conosco nemmeno."
scuote la testa, ora sicura al cento percento che fosse stato lui. "perché mi stai facendo questo?"
il ragazzo fa spallucce. "è divertente."
la sua risposta è semplice e lei non può fermare la frustrazione che cresce; è una confessione brusca. rotea gli occhi, girando velocemente sui tacchi, la fine dei suoi capelli neri colpisce leggermente il viso di lui come una frusta.
ignorarlo è la scelta migliore.
"il prossimo per favore."
la ragazza non deve nemmeno uscire dal tragitto mentre lui invece la sfiora, la sua ampia spalla si scontra contro quella più piccola di lei.
inciampa un po' indietro, prima di fermarsi. guardandolo furiosamente, se ne va via da un lato sbattendo i piedi a terra per aspettare che la sua ordinazione venga chiamata.
mentre aspetta pazientemente, l'agitazione inizia a placarsi, decide di tornare da lei dopo la sua ordinazione, uno sguardo compiaciuto sul suo viso abbronzato; aspetta proprio dietro di lei.
la ragazza non sa se lui lo fa di proposito, ma sembra che la voglia irritare intenzionalmente.
"cosa?" lo guarda male, la sua pazienza comincia ad assottigliarsi quando il ragazzo continua a fissarla.
non risponde, distogliendo invece il suo sguardo fisso. in ogni caso, il sorriso rimane sulle sue labbra piegate in su, un pizzico di leggero divertimento brilla nei suoi occhi marrone scuro.
infastidita, guarda lontano anche lei, il parlottare di tutta la caffetteria fa da rumore di sottofondo.
abbastanza presto, un'ordinazione è chiamata.
"ordine per Cal."
poi, una tazza di caffè è poggiata tra di loro.
contemporaneamente, entrambi allungano la mano per afferrarla. le dita sfiorano l'un l'altro, tocchi leggeri come piume sono presto assenti sulla loro pelle quando si allontanano immediatamente dal breve contatto.
è un'attrazione elettrica, come se una scarica di fulmini invadesse i loro corpi.
Ognuno fissa l'altro ad occhi spalancati, non del tutto sicuro di quello che è successo.
"questa è la seconda volta che prendi il mio ordine," dichiara lei lentamente "perchè?"
"non l'hai ancora capito, vero?" ghigna il ragazzo
"capito cosa?"
lui scuote la testa, afferrando la tazza dal bancone. è piuttosto sicuro che sia l'ordine della ragazza, ma non gli importa molto - è divertente vederla irritata.
"nulla."
si dirige spavaldo fuori dalla porta, l'ordinazione di lei nella sua mano e non badando improvvisamente al sapore del mocha bianco
-
mancano quattro capitoli alla fine + epilogo. Buona sera a tutti e nulla, spero che non mi abbandoniate Perdonatemi per il ritardo
STAI LEGGENDO
tuesday mix ups • c.h. (ita)
Hayran KurguOgni martedì, lei fa un'ordinazione a nome di "Cal." Ogni martedì, anche lui ordina a nome di "Cal." 》Calum Hood《 questa è solo una traduzione, la storia non è stata scritta da me, tutti i crediti vanno a @littlerascalJR Copyright, all rights reserv...