Capitolo 87: giochi mentali (6)

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Kimiko era la più debole dei suoi compagni.

Non per forza fisica o potere, quel posizione toccava a Kohaku, che aveva capacità [esper] orientate verso il supporto.

No, la ragazza era la più vulnerabile, per via del suo passato che ancora la tormentava.

Hajime, Kuro, Cloe e Kohaku avevano avuto brutti momenti. Ma anche nei giorni più duri avevano qualcosa a cui aggrapparsi, per mantenersi sani di mente.

Hajime aveva il suo odio per Goto. Nonostante lo avvelenasse dall'interno, gli dava anche la forza per andare avanti e sfidarlo, in barba alla paura della morte, che gli procurava il suo patrigno.

Mentre il suo amore per sua madre e la sua sorellina gli dava la spinta per continuare sul suo cammino, a discapito dei dubbi, e delle scelte discutibili che avrebbe fatto.

Kuro e Cloe avevano l'un l'altro e il loro altro fratello morto, durante la loro fuga, in tutti quei anni passati in laboratorio, come dei topi da esperimento.

Il loro legame trascendeva il sangue. Anche se non fossero stati fratellastri si sarebbero comunque considerati parenti.

La leader del gruppo, nonché l'unica [esper], aveva la sua rabbia, e la sua sete di vendetta. Anche se non aveva mai del tutto elaborato la morte dei suoi genitori, il dolore non l'avrebbe spezzata finché i [Black e White Corps] esistevano.

Kimiko non aveva niente di tutto questo.

Tutta la sua personalità attuale era una maschera per nascondere la bambina spaventata che era veramente. Kugutsu aveva assolutamente ragione su di lei.

Non era piacevole sapere che una sua nemica la conosceva tanto bene. Meglio addirittura dei suoi compagni, con cui avevano mangiato, dormito, e combattuto.

"Sai, scoprire chi sei, è stato facile. È bastato un test del DNA. Sei una bambina scomparsa dopotutto."

"Scomparsa? Forse se qualcuno a qualcuno importasse davvero di cercarmi in Giappone, lo sarei, ma non è così!"

"Oh, toccato un punto dolente?"

Kugutsu stava "parlando" con l'ultima sua prigioniera, sempre nel suo ufficio. Con la sua fedele bambola a guardale le spalle.

Le sue manipolazioni finora non erano andate come aveva previsto. Non per mancanza di tentativi o abilità, semplicemente perché i ragazzi con cui aveva a che fare non erano degli sprovveduti.

Fumio gli aveva addestrato in molte cose, facendo sviluppare il più in fretta possibile le loro abilità naturali. Oltre ad usare i muscoli sapevano usare anche la testa.

Ma forse, la [Black Corps] aveva trovato l'anello debole tra di loro.

"Non che io ti biasimi. Le famiglie sono alquanto complicate. Specie se provi amore e odio, in egual misura per loro. Lo capisco benissimo."

"*Sbuffa* tu non puoi capire niente!"

"Ah, ma davvero? Vediamo un po'. Quale il genitore che ami di più, tuo padre forse? O forse è stato assente?È per questo che seguì gli ordini di Takeda Fumio-san, in modo così diligente? Lo vedi come una figura paterna. È lui che ti ha insegnato a non parlare hai tuoi nemici, non è vero?"

Kimiko derise in modo beffardo la domanda, senza lasciare trasparire niente. Anche se Kugutsu noto un cedimento nel suo comportamento.

"(Debole è fragile, proprio come il vetro.)"

"Non so davvero di cosa parli! Forse stare insieme a queste "cose" ti ha bagatto il cervello, vecchia strega!"

Per "cose" la giovane si riferiva alla bambola che aveva messo le mani sulla sue spalle, per impedirle di alzarsi ed attaccare la sua padrona.

OverWrite ~ L'inizio Del CamminoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora