Third

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«Fa paura.»-le mie labbra iniziano a tremare prima ancora di mettere piede dentro il tribunale, mentre lo guardo dal basso a fatica, socchiudendo gli occhi davanti all'edificio imponente e talmente formale che il cuore mi sale in gola al solo pensiero che tra un'ora sarà deciso il futuro della mia piccola.

Sono certa che una bugia al mio ex tossico e bastardo non mi separerà da mia figlia, soprattutto tenendo conto del fatto che deve continuare ancora ad essere allattata.

Non me la toglieranno, non mi separeranno da Katty.

Lui non è affatto un uomo responsabile, non riesce a occuparsi di se stesso, figuriamoci di una lattante appena nata e per la quale sarebbe nient'altro che un pessimo esempio.

Tra l'altro, per quanto mi costi ammetterlo Maddie è molto convincente quando si tratta di fare soldi.

Mark è riuscito a convincermi che devo mettere prima mia figlia alle discordie tra me e mia sorella.

Ancora non riuscivo a immaginarla al mio fianco dopo così tanto tempo lontano da lei, ma ieri sera non sono riuscita a chiudere occhio ed erano le due del mattino quando ho deciso finalmente di chiamarla.

Non mi aspettavo minimamente che aprisse la chiamata, eppure ha risposto al primo squillo, come se fosse rimasta sveglia ad aspettare una telefonata da parte mia.

Per lei sarà una questione di orgoglio, anche se sono sicura che si metterà nei guai con l'azienda, dato che ora lavora per Jason insieme a suo marito.

«Dovevi pensarci prima.»-la voce monotona di mia sorella arriva dritto al mio petto come una pugnalata, mentre si affretta a salire le scale con la gonna stretta che le stringe le gambe sottili.

«È una tosta, non permetterà a Jason di vincere il caso.»-Mark scuote la mano alle mie spalle per distrarmi dalla testardaggine di Maddie.

Odio ancora una volta ammettere che però ha maledettamente ragione.

Per quanto io disprezzi il mio ex, il mio odio nei confronti di Jason non doveva portarmi a tenerlo lontano da Katty, soprattutto sapendo che lui non voleva che io abortissi.
Mi sono fatta guidare dalla rabbia nei suoi confronti e della sua amante, dimenticando che sarebbe stato giusto anche per Katty crescere con suo padre affianco.

E non è la prima volta che penso di aver sbagliato, ma ora il senso di colpa si fa più vivo e la mia ira nei confronti di Jason sembra quasi sparita, solo per la paura che possa sfruttare i suoi soldi per prendere Katty.

Rabbrividisco all'idea che tra un'ora Katty non starà più dormendo beatamente sul divano del mio soggiorno in compagnia di Joseph, che oggi ho preferito non venisse a tenermi compagnia.

Non so cos'abbia in mente Jason, ma una parte di me spera davvero che non chieda l'affidamento della mia piccola, anche se mia sorella mi ha rassicurato che questo non potrebbe mai succedere, non fino a quando Katty non potrà essere capace di mangiare da sola e camminare.
Cioè quando non avrà più bisogno di me...

Non appena i miei occhi iniziano a pizzicare e una voglia tremenda di ritornare a casa a stringere al petto Katty si impossessa di me, Mark mi dà di nuovo una pacca alla spalla per riportarmi alla realtà.

Solo ora mi rendono conto di trovarmi davanti a una gigantesca porta di legno, davanti alla quale mia sorella rimane ferma a occhi chiusi, quasi preparandosi mentalmente prima di entrare, anche se i rumori provenienti dall'altra parte del muro suggeriscono che il giudice è già lì.

Il cuore mi sale in gola e le mani iniziano a sudare quando mia sorella si volge nella mia direzione, puntandomi l'indice contro in segno di minaccia:

«Devi fidarti di me e non fare di testa tua. Ogna cosa che loro diranno potrebbero farlo per farti apparire una donna che non è in grado di prendersi cura di una bambina.»

EX 4 || || Ema OQU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora