Sixteenth

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«Voglio provarci davvero con te, Joseph.»

Mi soffermo su ogni singola sillaba che esce dalla mia bocca, guardando dritto negli occhi la bestia davanti a me, ma salto sul posto e spalanco le labbra quando in un gesto rapido lo vedo strapparmi via di mano il telefono, per poi lanciarlo contro il muro alle mie spalle con forza.

Realizzo il tutto solo quando sento il rumore dello smartphone rompersi quando viene scaraventato contro la parete, ma non faccio in tempo a girarmi per riprendere il mio telefono che la sua mano gigante afferra il mio mento tra le dita lunghe per costringermi a guardarlo dritto negli occhi.

Perdo un battito quando guardo nelle sue pupille, rendendomi conto solo ora di come sono lucide e piene di rabbia allo stesso tempo:

«Non lo hai fatto.»

Rabbrividisco al suono rauco e strozzato della sua voce, mentre guardo dal basso le vene del suo collo gonfiarsi sempre di più, al punto da vederle pulsare a pochi centimetri dal mio viso.

Le sue parole echeggiano nella mia testa, ma sembra voler convincere più se stesso con quello che dice, piuttosto che la sottoscritta.

Socchiudo gli occhi in una smorfia confusa, lottando con me stessa per mantenere il contatto visivo e non abbassare la testa, anche se il contrasto del rosso sangue che si mescola al nero delle sue pupille mi rende sempre più difficile reggere il suo sguardo tenebroso.

«Tu...»

Chiudo le palpepre e mi stringo sulle spalle quando la presa sotto il mio mento aumenta e riprende a sussurrare, soffiando sul mio viso i suoi sospiri straziati:

«Ora mi dirai che non ti ha fottutamente toccata...» - scandisce ogni parola, questa volta più freddo e distaccato di cinque secondi fa, mentre il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

È in questo esatto istante che i sensi di colpa iniziano a tormentarmi, non per la paura che lui possa farmi del male, perché so che non ne sarebbe mai capace, ma per il suono quasi disperato della sua maledetta voce.

«E che stai facendo tutto questo solo per farmi ingelosire.»-annuisce alle sue stesse parole, scrutandomi attentamente con disprezzo in cerca di una risposta da parte mia, anche se la sua reazione mi fa intendere che sa che non sto mentendo.

«Pensi che m'importi di te, ragazzina?»- soffia sulla mia fronte con ribrezzo e rabbia allo stesso tempo, ma quando le sue parole assumono un senso compiuto nella mia testa, apro gli occhi e alzo di nuovo lo sguardo nella sua direzione.

Il sangue riprende a bollire nelle mie vene e il timore lascia spazio alla stessa voglia di ferirlo che avevo prima che lui entrasse nella mia stanza da letto.

Alzo le sopracciglia in segno di sfida e mi affretto a schiaffeggiare il suo braccio con l'intento di scacciare via le sue dita dalla mia faccia, anche se al mio gesto la sua mano non si muove di un millimetro.

«Non t'importa?»- trovo di nuovo il coraggio di mettere il dito nella piaga con una voglia matta di vederlo impazzire davanti ai miei occhi, e approfitto del fatto che non mi interrompe per continuare a sputare acida a due centimetri dalla sua mascella serrata:

«Non t'importa se ti racconto come mi ha baciato quella sera?» - sussurro con un tono talmente provocante che stringe tra le dita il mio mento e le ciocche nere dei suoi capelli iniziano a tremare sulla sua fronte imperlata di sudore.
Ma la mia espressione passa da seria a confusa quando lo vedo piegare un angolo della bocca verso l'altro con una smorfia di malizia e ira allo stesso tempo, prima di aprire di nuovo bocca:

«Fammi indovinare.» - ringhia sul mio volto con una voce fredda e minacciosa allo stesso tempo, mentre corrugo la fronte per cercare di capire dove vuole arrivare.

EX 4 || || Ema OQU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora