Seventeenth

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Non so se sia più imbarazzante il rumore delle posate che si scontrano con i piatti o il fatto che nessuno sappia cosa dire.

Mi aspettavo una bella ramanzina per quello che è successo ieri, sopratutto da Bartol, che invece si limita a godersi la sua cena in silenzio, lanciando ogni tanto lo sguardo oltre il divano del grande soggiorno per seguire una partita di football americano sul grande schermo della TV incassata nel muro.

Stasera anche mio cognato ci fa compagnia, ma a differenza di suo padre non smette di sorridere sotto i baffi, lanciandomi ogni tanto una delle sue occhiate divertite.

Credo sia l'unica persona che non ho deluso con il mio gesto, ma questo certamente non mi fa sentire meglio.
Non avevo nemmeno intenzione di scendere a mangiare con loro stasera, se non fosse per il fatto che sento di aver già mancato di rispetto ai genitori di Jason.

Sposto gli occhi dal piatto pieno al marito di mia sorella più volte, facendo una smorfia per fargli capire di smetterla di prendermi per i fondelli davanti ai suoi.

Sto ripetendo mentalmente un discorso per chiedere scusa ai presenti, ma l'uomo davanti a me non me lo sta rendendo affatto semplice, e nemmeno l'assenza di Jason.

L'ultima volta che l'ho visto è stato prima di addormentarmi sul suo petto, dopo essermi lasciata andare a lui e alla sua bastardaggine.

Non so cosa mi sia preso, ma sapevo che se quell'uomo si sarebbe avvicinato a me a più di mezzo metro e mi avesse toccata... mi sarei fatta manovrare da lui come se fossi una marionetta.

Lo sapevo e non ho fatto nulla per impedirglielo, ma se potessi ritornare indietro nel tempo e avessi il coraggio di scegliere cosa fare, probabilmente ripeterei tutto quello che è successo ieri in quella camera al secondo piano della villa.

Non mi pento di essermi lasciata toccare dalle sue mani, ma non nego a  me stessa di esserci rimasta male quando stamattina non l'ho visto al mio fianco.

Mi sono svegliata con il pianto di Katty, ma di lui non c'era alcuna traccia sul mio letto.

E mi aspettavo anche questo da parte sua, non speravo nemmeno di svegliarmi abbracciata a lui, con Jason che mi fissasse mentre dormivo come ai vecchi tempi.

L'unica domanda che mi pongo è cosa succederà tra noi ora.

Una parte di me è così dannatamente confusa e ingenua che ho iniziato a sperare che davvero cambiasse qualcosa nel nostro rapporto, ma ho imparato a essere realista proprio grazie a Jason.

Infatti non si è fatto sentire tutto il giorno.

Non che mi aspettassi un messaggio coi cuoricini e un buongiorno da parte sua, ma sono le quasi le dieci di sera e la sedia dall'altra parte del tavolo è ancora vuota.

Vorrei davvero sapere dove sia o cosa stia facendo ora, ma ho smesso di chiedermelo quando tutte le domande che mi faccio hanno una sola risposta, ed è Sharon.

Non mi sorprenderei se all'improvviso, proprio ora, il portone di casa si aprisse e Jason facesse il suo classico ingresso con la sua fidanzata, impeccabile come al solito, anche se con qualche graffio in viso.

Non mi sorprenderei nemmeno se salissero direttamente in camera di Jason senza mangiare, proprio davanti ai miei occhi.

Chiudo gli occhi con forza e scuoto la testa per cercare di scacciare ogni strana immagine dei miei pensieri, con la forchetta ancora stretta tra le dita, ma alzo gli occhi di scatto quando il rumore del portone di casa sbattuto con forza arriva dritto alle mie orecchie.

Il cuore mi sale in gola quando capisco che avevo pensato bene e che quei due ora ci passeranno davanti e saliranno su quelle scale uno dietro l'altro, con quella donna che probabilmente mi rivolgerà qualche parolaccia per attirare l'attenzione e farmi stare di nuovo male davanti a tutti loro.

EX 4 || || Ema OQU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora