Sixth 2

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Punto di vista di Jason

Sciolgo le dita, spiazzato davanti al suo corpo minuto quasi nudo, ma quando alza la testa nella mia direzione si ferma all'istante e spalanca la bocca, affrettandosi a portare la maglia sul suo petto, come se fosse la prima volta che la vedo, anche se conosco parti del suo corpo che nemmeno lei sa di avere.

«Che ci fai qui?» - inizia a balbettare con un tono di voce talmente tremante che ancora una volta non riesco a fare a meno di serrare le labbra per il fastidio, stringendo la lingua tra i denti per non urlarle in faccia tutto quello che sto tenendo dentro ora, solo per farla pentire di avermi fatto questo, anche se so di non avere di fronte a me la piccola e ingenua  Channelle di anni fa, ma una fottuta stronza capace di fare quello che non avrei mai potuto immaginare che facesse.

«Perché la lasci sola?»-ringhio tra i denti, con una voce così fredda che mi sembra di vederla rabbrividire da lontano, senza guardarmi o trovare il coraggio di alzare la testa dalla maglia che stringe al petto, ma quando sembra capire quello che dico, fa un cipiglio perplesso e solleva di scatto gli occhi da cerbiatta in alto per trucidarmi con uno sguardo severo e spaventato allo stesso tempo.

«Davvero? Ora ti preoccupi per lei?»

Raddrizzo le spalle appena trova il coraggio di aprire bocca, anche se sembrava avere la risposta pronta sulla punta della lingua.
Le mie narici si dilatano e il mio petto inizia a muoversi rapidamente su e giù, mentre la sua cazzo di voce rimbomba forte nella mia testa, mischiata ai pianti della piccola, che riprende a dimenarsi tra coperte.

'Lo avrei fatto già prima che nascesse se avessi saputo di essere padre!' - le voglio urlare in faccia, questa volta fregandomene di mia figlia che piange, ma mi anticipa di nuovo più fredda e amareggiata di prima:

«Stai facendo tutto questo per portarmela via, ma non hai nemmeno il coraggio di prenderla in braccio...»

Spalanco gli occhi alle sue parole, mentre i muscoli del mio collo si contraggono per la rabbia, anche solo nel capire che non si sente nemmeno lontanamente in colpa per quello che ha fatto alle mie spalle.

I miei occhi si riempiono di sangue al punto che non ci vedo più e trovo le palle di voltarle la schiena, senza lasciarla finire di parlare, per poi piegarmi sul letto senza pensarci due volte.

«NO! Non toccarla!» - si affretta a replicare alle mie spalle tra i denti, mentre la sento fare dei passi nella mia direzione, ma non le do il tempo di avvicinarsi che sposto le coperte e porto le mani sotto il corpo minuto della bambina, sollevandola in aria per poggiarla al mio petto, mentre cerco di nascondere il tremore delle mie mani e il battito cardiaco che rimbomba nella mia cassa toracica, così forte che persino la piccola si spaventa, smettendo all'improvviso di piangere e alzando le braccia sul mio petto rapidamente.

Il suo odore pulito entra dritto al mio naso appena la piccola testa si inserisce all'incavo del mio collo.

Smetto di inspirare aria quando mi accorgo che davvero ha smesso di strillare, ma non ho modo di abbassare la testa che Channelle si avvicina con l'intento di portarla via.

Alzo la testa di scatto per incenerirla con gli occhi già pieni di sangue per la rabbia, mentre il suo sguardo passa dalle vene gonfie delle mie braccia alle mie pupille più volte.

«Ti dà fastidio, Channelle?» - sussurro con voce rauca e distaccata, approfittando del fatto che si sta spaventando di me in questo momento, per fare questa volta io un passo nella sua direzione senza darle modo di alzare le braccia per riprendere mia figlia.

La sua smorfia di fastidio lascia posto a un'espressione corrucciata e delusa, come se non si aspettasse che la bambina stesse bene in braccio al sottoscritto.

EX 4 || || Ema OQU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora