~22 Aprile 1986~
Quella notte, Steve Harrington, non aveva dovuto sopportare i soliti incubi che gli impedivano di dormire serenamente. Un sogno nuovo, più sereno, aveva invaso la nottata. Era ben apprezzato dopo tutte quelle notti insonni.
*Il letto di Edward Munson era comodo, Steve era sicuro di essere a casa sua, perché appesa alla parete, proprio dinanzi al suo volto, c'era una chitarra familiare. Era rossa e nera con una forma particolare, rispetto alle chitarre classiche. Non aveva mai avuto il piacere di entrare nella reale abitazione di Munson, tralasciando quella del sottosopra. Quindi cercava di immaginare, come meglio riusciva, come poteva presentarsi in una giornata qualunque.
Poteva sembrare strano, ma quel sogno era ambientato in una giornata senza niente di speciale. Steve Harrington, ormai stufo dello straordinario, cercava solo la normalità e la tranquillità. La sua era Edward, che davanti al suo volto sorrideva spensierato. Non aveva cicatrici, non aveva espressioni cupe ed era vivo, illuminato dalla luce che filtrava dalla finestra.
Era bellissimo, non sapeva come altro descriverlo. I suoi occhi irradiavano di serenità tutta la stanza ed il cuore di Steve Harrington. Non riusciva e non aveva intenzione di toglierli lo sguardo di dosso. Voleva bearsi il più possibile di quell'apparizione positiva, da parte di Edward Munson, in un suo sogno.
Il ragazzo dopo qualche passo agitato e scomposto, come ogni cosa che lo contraddistingueva, si lanciò al suo fianco, sul letto."Harrington, finalmente sei nella mia umile dimora! Scegli... vuoi sentire una canzone o... coccole fino alla morte?"
Il ragazzo aveva detto le ultime parole, come se volesse mettergli paura, con una voce cupa ed inquietante. Se non fosse stato un sogno, avrebbe avuto il volto completamente rosso e sicuramente avrebbe scelto la canzone, solo per pudore. Ma, per sua fortuna (o sfortuna) nei sogni accade ciò che desideri con tutto te stesso.
"Non voglio smettere neanche per un secondo di stringerti a me..."
Munson lo prese alla lettera e lo strinse dolcemente, tirandolo sdraiato sul letto con se. Gli riempì il volto di baci, mentre le mani di Harrington sfioravano quei meravigliosi capelli mossi. Le labbra di Edward erano morbide e delicate, Steve sentiva di non volersi mai più svegliare. Voleva vivere per sempre in quel sogno con il suo Edward, abbracciati, senza mai lasciarsi andare, non più.
Ma i sogni finiscono velocemente, e in un batter d'occhio era già l'ora di fare i conti con la realtà. Le mani di Edward gli accarezzavano il volto e poteva ancora sentirlo ripetere "non lasciarmi", quando aprí gli occhi.*
Era un boccone amaro da mandare giù. Lui non poteva restare con il sogno che aveva del ragazzo, abbandonando la sua vera vita. La cosa più difficile fu quella di realizzare che nulla era realtà. Di rendersi conto che niente di ciò che aveva immaginato, sarebbe mai potuto accadere.
Con un'enorme forza di volontà si alzò dal letto, quella mattina, come la maggior parte della settimana, doveva andare al lavoro. Era presto, ma gli sembrava inutile tornare a riposarsi, quando sapeva con certezza che il risveglio sarebbe stato ancora più brusco.
Era certo che Robin Buckley lo avrebbe riempito di domande vedendolo con quella faccia devastata, ma non riusciva proprio a nasconderla. Si sentiva impotente di fronte a qualcosa di irreversibile.
~
Durante le ore buie, Edward Munson, aveva studiato e provato in ogni modo a gestire le sue varie forme. Non era a conoscenza di questa nuova identità, però era già diventata la sua preferita. Stava immaginando gli sguardi di tutti al suo trionfale ritorno da morte certa. Si immaginava come uno zombie o come un Dio immortale.
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Gocce di sangue || Steddie
Fanfic"Le anemoni, erano gli unici fiori che Steve Harrington, sopportava ancora di vedere. Erano fragili come il vento, e la loro esistenza era fugace. Un battito di ciglia ed erano già piegate sotto la fragilità del loro destino. Però la loro bellezza n...