Capitolo 11 - Brividi di freddo

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~25 Aprile 1986~

Gli occhi di Steve Harrington erano lucidi, ascoltava attento la storia che Edward Munson narrava. Sembrava un film di fantascienza, invece era tutta la verità. In molti momenti, Steve temette di star sognando. Gli era capitato già, altre volte, di sognare Munson, ma mai con quell'aspetto fuori dal normale.

Le ragazze scrutavano la sua figura, aveva addosso dei vestiti che appartenevano a Steve. Decisamente fuori dal suo stile, ma almeno non mostrava la pelle a tutti. Un senso di gelosia si impossessò di Steve, quando la mano di Vickie si posò sul petto di Edward.

"Sei freddo..."

Munson mugolò una risatina imbarazzata, facendo qualche passo indietro. Portò una mano dietro alla propria nuca sfiorandosi i lunghi capelli neri.

"Beh... effettivamente fa un po' freddino qua dentro no?"

La ragazza scosse la testa, ritirando la mano ed avvicinandosi a Robin. Guardò la ragazza al suo fianco prima di rispondere.

"Intendo... freddo come un corpo senza sangue!"

Harrington si alzò dal letto barcollando appena, sotto gli sguardi impauriti di tutti. Sia Robin che Eddie lo richiamarono, incitandolo a tornare sdraiato, ma Steve non li ascoltò.

"Non hai sentito ciò che ha appena raccontato? Credo che il suo corpo freddo sia l'ultimo dei nostri problemi!"

Edward aveva una mano tesa verso il ragazzo, nel caso avesse avuto bisogno di sostegno. Poi ghignò sentendolo.

"Non vi preoccupate, Harrington sa bene come scaldare un corpo freddo! Si prenderà cura di me!"

Buckley dovette mordersi la lingua. Non mentiva Steve, quando diceva di aver notato interesse anche da parte sua. Harrington nel mentre si strozzava nella sua stessa saliva, mentre teneva una mano sul proprio petto.

"Bene!! Direi che io e Vickie adesso andiamo! Steve se hai bisogno di qualcosa fammelo sapere... d'accordo?"

Fece un cenno con la mano. Harrington cercò di riprendersi, il giusto per alzare una mano in segno di saluto. Le osservò uscire dalla propria stanza, e solo dopo aver sentito anche la porta principale chiudersi, rivolse uno sguardo ad Edward.

"Munson... ancora non riesco a credere che... sei davvero qua davanti a me!"

Edward sorrise dolcemente. Anche lui non riusciva a credere di essere finalmente con Steve. Entrambi erano rigidi ed impacciati. Dopo quei giorni di assenza, non riuscivano più ad essere spigliati come lo erano prima.

I loro sguardi si incastrarono, si mancavano, si volevano. Entrambi si sarebbero abbracciati fino a finire l'aria nei polmoni. Ma nessuno dei due aveva il coraggio di avanzare. Harrington lo aveva stretto a se, appena aveva aperto gli occhi, per constatare che non fosse solo una meravigliosa visione.

Steve si passò il braccio sugli occhi umidi. Non riusciva a contrastare quelle emozioni, che gli creavano quel nodo insopportabile in gola. La mano di Edward si sporse a sfiorare quella libera di Steve.

Prima gli sfiorò piano il dorso, poi incastrò il mignolo con quello di Steve. Voleva confortarlo, ma non riusciva a dare un gusto alle lacrime velate del ragazzo. Immaginava fossero le troppe emozioni accumulate in poche ore.

Harrington strinse la sua mano, e con l'altra gli afferrò il gomito opposto tirandolo verso di se. Non calibrò bene la forza e dato che Eddie non se lo aspettava si sbilanciò. Caddero sul letto, Edward aveva una mano accanto al volto di Steve, cercava di non schiacciarlo. Steve aveva appoggiato le mani sulle sue spalle, un sorriso che si trasformò in una delicata risata fece rompere il ghiaccio, che si era creato tra i due.

Gocce di sangue || SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora