Capitolo 10 - Speranza

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~24 Aprile 1986~

"Robin... dopo che lasciamo Vickie, vuoi passare con me dal cimitero?"

Un'aria cupa inondò l'abitacolo, Robin sospirò appena. Era da giorni che Steve non faceva visita alla lapide del ragazzo, sperava che avesse almeno un minimo superato quella sofferenza. Ma eccola, la ferita che tornava nuovamente in superficie.

"Steve... per favore, smettila! Edward Munson non c'è più, che vuoi fare? Parlare ad una tomba vuota?"

Steve sentì una pugnalata al cuore, deglutì mandando giù un dolore tanto amaro quanto fastidioso. La rossa nei sedili posteriori stava in silenzio, quella conversazione non le apparteneva e non voleva mettersi nel mezzo.

"Buckley... è l'unica cosa che mi resta di lui! Okay? Se non volevi venire bastava dirlo!"

Gli occhi di Steve si fecero lucidi, sentiva il cuore frantumarsi in mille pezzi, come quando aveva visto Edward morire tra le proprie braccia, in una pozza di sangue. La sensazione peggiore della sua vita. Cercava in tutti i modi di mostrarsi forte, ma quella era ancora una ferita troppo fresca per essere ignorata. Con una mano sfiorò il plettro che aveva al collo, non aveva mai abbandonato quel dono neanche per un'istante.

"Che cazzo! Ti organizzo un appuntamento per farti conoscere una bella ragazza... e tu pensi di andare a trovare Munson? Cioè magari non sarebbe nato neanche niente tra di voi! E tu ti fai il fegato amaro per una persona che non sai neanche cosa provava?"

Le mani di Harrington si strinsero al volante. Il pipistrello stordito ascoltava la conversazione tra i due, non capiva quel modo di fare, così aggressivo, di Buckley. Steve non si meritava tanta cattiveria dalla sua migliore amica, ma Robin si sentiva inutile, il suo impegno era stato vano.

"Non mi importa di quello che provava lui... mi importa di quello che provavo io! Robin, io lo amavo! Quindi non ho intenzione di lasciarlo!"

Buckley sospirò esasperata.

"Harrington, lui ha lasciato te! Fattene una ragione!"

Era una dura verità da mandare giù e Steve ancora non era in grado di farlo. Era troppo presto per abbandonare l'idea di poterlo stringere di nuovo. Il pipistrello spalancò gli occhi sentendo le parole di Steve. Lui, lo amava, lui amava Edward Munson. E lui era Edward Munson.

"Lui... lui non voleva lasciarmi okay? Cosa... Buckley... cosa è quella luce laggiù?"

Gli occhi lucidi di Steve si erano focalizzati su una forte luce in lontananza, che sfuocata emanava un colore arancione. Per fortuna, o sfortuna, il discorso stava prendendo una piega diversa. Entrambe le ragazze si sporsero per osservare ciò che Steve indicava.

"Come quella nel bosco di nonna!"

I due si scambiarono uno sguardo d'intesa e parcheggiarono la macchina a pochi metri dalla luce. Robin, preoccupata, si voltò verso la rossa. Aveva realizzato solo in quel momento della sua presenza, era troppo presa dal discorso.

"Vickie... tu puoi restare in macchina, se vuoi!"

La ragazza scrollò la testa e uscì dall'auto seguendo i due ragazzi. Era spaventata e stava tutta stretta al braccio di Robin, mentre Steve, con il pipistrello sulla spalla, camminava davanti agli altri.

Il suo stomaco si rigirava su se stesso, il dolore al petto provocato da quella conversazione lo faceva camminare velocemente. Come se volesse scappare da quell'agonia e lasciarsi il dolore alle spalle.

Dopo pochi passi, si palesò davanti a loro un portale. Era piccolo, una crepa minuscola all'inizio di un precipizio, poi improvvisamente si allargò e senza che se ne rendessero conto, Steve ed il pipistrello, vennero risucchiati al suo interno.

Gocce di sangue || SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora