CAPITOLO 9

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Star impallidì. Il cervello le diceva di muoversi, ma non riuscì. Il suo corpo era come anestetizzato, da testa ai piedi. Non poteva muoversi, non poteva parlare... Poteva solo fissare l'espressione angosciata dell'uomo che la stava stringendo fra le sue braccia.

Quando riuscì ad assorbire il pieno significato delle sue parole, Star lo respinse con una forza che non credeva di possedere. Lui fece solo un piccolo passo indietro.

"Tua... moglie? Tu sei... Sei sposato?"

Quell'ultima parola quasi si bloccò nella sua gola e Star sentì di non avere più aria nei polmoni. Alexis fece un respiro profondo e chiuse gli occhi per un secondo.

"Ero. Come te. In lutto. Come te. La notte in cui ci siamo conosciuti, piangevo la morte di qualcuno. A differenza di te."

Quell'accusa risvegliò Star dal suo torpore. La sofferenza si accompagnò ad una fortissima e salutare dose di rabbia.

"E cosa, se posso saperlo, ti fa credere che in quella notte non stessi piangendo anch'io la morte di qualcuno?"

"Vediamo un po'... Stavi discutendo con il barista di cocktail senza fare nulla per contrastare il suo evidente interesse nei tuoi confronti."

"Capisco... E automaticamente, questo farebbe di me una poco di buono? Perché non stavo ringhiando contro un totale sconosciuto?"

"Il tuo non era il comportamento di una donna che aveva appena perso il marito..."

"Ognuno gestisce il dolore in maniera diversa. Solo perché tu hai deciso di sederti in un angolo con un bicchiere di whisky di fronte, pretendendo silenzio, non significa che debba essere così per tutti..." borbottò lei.

Lo sguardo di Alexis s'indurì ulteriormente.

"E quello che è successo dopo? In che modo rientra nel processo di elaborazione del lutto dividere il letto con un estraneo prima ancora di avere seppellito il proprio marito?"

"È questo che non riesci a digerire, vero?" ribatté Star mantenendo la voce calma. "Il fatto che io abbia commesso un gravissimo peccato cercando consolazione prima di sotterrare Jack invece di stare chiusa tra quattro mura a piangere disperatamente..."

"Era quella la tua intenzione? Cercare consolazione?"

Alexis la fissò, quasi sperasse in una risposta affermativa da parte sua. Forse perché l'avrebbe vista in una luce migliore? Star scosse la testa ed iniziò a sistemarsi i vestiti.

"Ha veramente importanza ciò che dico? Mi hai già giudicata e trovata colpevole. Sono andata a letto con te settantadue ore prima di seppellire l'uomo con cui ero sposata. Be', posso assicurarti che detesto me stessa per questa ragione tanto quanto mi detesti tu... Anzi, di più... Ma, dimmi, Alexis... Tu per quale ragione lo hai fatto? Qual è la tua scusa? Perché mi hai portata a letto, tralasciando il fatto che ero un corpo disponibile con capelli di un colore a cui non hai potuto resistere?"

Lui indietreggiò alla sua domanda e lasciò ricadere la mano che strinse a pugno e che riaprì dopo qualche secondo.

"Per alcuni di noi, il dolore raggiunge un punto in cui diventa insopportabile. Tu eri lì ed eri una distrazione disponibile."

Per alcuni di noi... una distrazione disponibile...

Star non era sicura quale delle due dichiarazioni la ferisse di più. Quello di cui era sicura era il fatto che Alexis credeva tutte due le dichiarazioni... Ed era convinto che lei fosse andata in quel bar per i suoi egoistici motivi che non avevano niente a che fare con sofferenza o dolore...

PASSIONE AL PRIMO BACIO (2 LIBRO - I FRATELLI KRALIDIS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora