Non si ama ciò che è rotto.

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*flashback*

"E tu chi saresti scusa?"

Classica cosa che succede nel campus; si formano i gruppi e io avevo scelto proprio quello sbagliato. Premetto: non lo avevo proprio scelto io.

"Sono Camila.." mormorai piano alzando di poco le spalle mentre mi sedevo per terra di fianco a una ragazza e appoggiando le spalle contro il muro.

"Tesoro, questo gruppo, questa roba non fa per te" disse Jake, il capogruppo, causando la risata di tutti i ragazzi seduti lì come me. Li avevo contati attentamente, dovevano essere almeno otto o dieci, ogni volta che riprovavo a contarli cambiava sempre il numero.

"Tu non mi conosci, so decidere io cosa fa o non fa per me " dissi con un tono di sfida, guardando negli occhi Jake.

Non avrei passato altre settimane da sola, non più.

Gli incubi, i ricordi, mi stava tutto distruggendo.

"Aggressiva la ragazza, mh per me non duri due giorni con noi, ma se ci tieni tanto. Quello che si fa nel gruppo, resta nel gruppo, quello che dici ma soprattutto che fai rimane qui, nessuno deve saperlo chiaro? Neanche la tua amica Shay, queste sono le condizioni"

//

Tornai all'interno dell'edificio seguita da Shay, per quanto mi fossero piaciute quelle parole avevo ancora tutta la mattinata da passare a scuola con lezioni, compiti e tutto.

-resisti Camila, devi resistere-

Una volta arrivata al mio armadietto vidi Lauren appoggiata al suo che mi guardava con un ampio sorriso sulle labbra e che vidi piano piano scomparire una volta che vide Shay dietro di me.

Mi affrettai a salutare Shay per poi avvicinarmi a lei, mantenendo lo sguardo fisso sul suo viso.

"Ehi" mormorai piano fermandomi e appoggiando la spalla sull'armadietto a fianco al suo. "Non mi hai scritto stamattina" continuai parlare osservandola mentre si girava verso di me.

"Scusa, ero in ritardo, ho dormito troppo ieri" aveva la voce ancora assonnata, cosa che mi piacque molto in quel momento, era così tenera.

"Qualcosa non va?" aveva incominciato a giocare con le proprie dita e di solito quel gesto io lo facevo quando ero nervosa o in imbarazzo.

"Ho preso una F in matematica" sussurrò piano tenendo lo sguardo basso sulle proprie mani e continuando a giocarci velocemente.

Le afferrai le mani con le mie e cercai il suo sguardo.

"Lauren, è solo un voto, ti aiuterò io, okay? Sono brava in matematica e per me non ci sono problemi, va bene?"

Lei si limitò ad annuire accennando un piccolo sorriso, sapevo che ci teneva ai voti, molto più di me, faceva tutto esattamente come doveva essere fatto, sempre al meglio. Per tanti versi avrei voluto essere come lei.

"Tu stai bene?" disse guardandomi.

Annuii piano accennando un sorriso per poi sussurrare un piccolo "certo".

Bugia numero 4, avevo incominciato a contarle, così, tanto per tirare le somme alla fine.

"Siamo insieme a lezione adesso no?" mormorò piano girandosi e afferrandomi la mano libera, mentre camminavamo andando verso la classe di spagnolo.

Afferrai la sua mano cercando di rassicurarla mentre le accarezzavo il palmo con il pollice, disegnando dei piccoli cerchi immaginari.

"Dopo scuola parliamo un po' okay?" sussurrò vicino al mio orecchio, probabilmente per far distingere la sua voce da quella della massa di studenti che, raggiungendo le proprie aule, urlavano e schiamazzavano tra di loro.

They call her Mila, I call her CamzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora