E se ci tieni, tienimi.

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Ci fu una nuvola di baci e abbracci che non riuscivo a distinguere nessuno. Vedevo solo sette teste, quattordici mani e altrettante gambe, seduta nel mio letto visto che non potevo alzarmi. Sembrava come nei cartoni animati che guardavo con Sofi dopo scuola, quando i personaggi si azzuffavano e si creava una nuvola di fumo dove volavano calci, pugni e tanto altro.

Sorrisi divertita all'immagine che si creò nella mia mente mentre vedevo la figura di mia mamma farsi largo tra la folla e avvicinarsi al mio letto.

"Tuo padre è a lavoro" disse fredda.

-ciao mamma, sto bene, non preoccuparti- roteai gli occhi guardandola scuotendo piano la testa.

"Sofi ti saluta, sarebbe voluta venire ma l'ho convinta ad aspettarmi a casa di un amica"

"Va bene mamma..mh grazie per essere venuta" dissi cercando di mantenere un tono tranquillo, l'ultima cosa che desideravo avere in quel momento era mia mamma incazzata.

Spostai l'attenzione sulle persone presenti in camera. Lauren, seduta a gambe incrociate sul letto parlava con una ragazza che ipotizzai essere sua sorella, poi c'erano i suoi genitori, la madre molto simile a lei e all'altra ragazza, il padre, simile invece completamente a Chris, il quale era seduto nel bordo del letto.

Per Ally invece c'erano sua mamma, lo stesso molto simile a lei, e suo padre, che la abbracciavano amorevolmente. Ero troppo lontana per vederlo ma ero quasi sicura che stessero piangendo.

"Tesoro, io vado a chiedere ai medici quando puoi uscire okay?" il tono di mia madre cambiava ogni secondo. Da scazzato e menefreghista era passato a dolce e pacato.

"Va bene, mamma"

"Poi scappo a lavoro che ho chiesto un permesso ma sono riuscita a ottenere solo qualche ora.." non riuscivo a capire se fosse dispiaciuta per doversene andare o perché a causa mia aveva dovuto rinunciare a ore di permesso.

Risposi annuendo semplicemente e mi sistemai sui gomiti guardandola uscire dalla stanza.

Non mi piaceva ascoltare i discorsi degli altri quando non ero interpellata, anche perché fino a prova contraria non riuscivo a sentire quello che stavano dicendo da dove ero seduta.

Decisi così di continuare a leggere i messaggi nel telefono. La prima opzione sarebbe stata quella di leggere un libro, ma la mia attenzione stava andando a puttane in quel posto.

Tra i vari messaggi di un Austin preoccupato, trovai un messaggio di Nick che con il suo gruppo si era perso come noi e mi chiedeva di incontrarci in un punto preciso per andare insieme, in realtà non lo aveva girato solo a me; il messaggio aveva tutta l'aria di essere il classico 'copia e incolla'.

Vidi con la coda dell'occhio i genitori di Ally avvicinarsi all'uscita e alzai lo sguardo dallo schermo salutandoli allegramente. Ormai era da più di sette anni che conoscevo Ally e la sua famiglia, per nulla paragonabile al tempo che conoscevo Dinah, ossia tutta una vita.

Con Mani invece è stato molto difficile fare amicizia. La vedevo come la persona più popolare della scuola e in certi versi lo era. Ally e Dinah la conoscevano di già, un giorno, durante l'ora di biologia il professore l'aveva sistemata vicino a me per un lavoro di coppia e da allora abbiamo incominciato a parlarci prima solo riguardo alla scuola e al progetto, poi come adesso.

Cercai di sollevami su i gomiti dato che stavo scivolando troppo il basso nel letto.

Il gesto mi fece gemere un po' troppo forte, attirando l'attenzione della famiglia Jauregui che si girò a guardarmi. Odiavo essere al centro dell'attenzione.

"S-scusate..." mormorai piano, incominciando a massaggiarmi il fianco.

Dato che anche Ally adesso era sola come me, si alzò dal suo letto venendo verso di me.

They call her Mila, I call her CamzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora