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Wooyoung

Passarono le settimane, e finalmente arrivò il giorno in cui avremmo potuto portare Malchin a casa. Tutto era andato secondo i piani, quelle persone erano state arrestate, Yunhee era uscita dall'ospedale e si era ripresa, e tutto era tornato alla normalità. Ancora non era venuta ad abitare da me, ma quel giorno lo avrebbe fatto: una volta portato il piccolo a casa mia, si sarebbe ufficialmente trasferita.

Proprio quel giorno infatti io e Yunhee ci eravamo messi d'accordo: lei era andata in ospedale la mattina, ed era andata a prendere tutti i vestiti, coperte e giochi vari che avevamo portato lí negli ultimi tempi per Malchin, e io sarei andato in serata a prenderlo, mentre lei era a casa mia insieme ai nostri amici a portare gli ultimi suoi scatoloni.

Tutto ciò mi sembrava surreale, non riuscivo ancora a credere di avere una famiglia tutta per me, che a breve non avrei più vissuto da solo e che avrei avuto la mia ragazza e mio figlio dentro le stesse mura. Un anno fa non avrei mai creduto che una ragazza avrebbe potuto rendermi cosí felice con cosí poco, e che mi avrebbe rivoluzionato letteralmente tutta la mia vita.

Parcheggiai l'auto davanti l'ospedale, e subito dopo tirai fuori il telefono dalla mia tasca che aveva suonato e vibrato per più di metà viaggio.

Sorrisi quando lessi gli ultimi messaggi, pensando quanto potesse sembrare lei la bambina in quei brevi e concisi messaggi, una bambina viziata che voleva assolutamente una cosa; ma in realtà lei era una donna adulta che voleva avere suo figlio tr...

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Sorrisi quando lessi gli ultimi messaggi, pensando quanto potesse sembrare lei la bambina in quei brevi e concisi messaggi, una bambina viziata che voleva assolutamente una cosa; ma in realtà lei era una donna adulta che voleva avere suo figlio tra le sue braccia, come ogni madre vorrebbe.

In breve tempo comunque mi trovai dentro quell'edificio dove avevo passato fin troppo tempo per i miei gusti, e poi mi avvicinai ad una delle infermiere, che proprio in quel momento stava compilando alcuni fogli.

«Salve, sono qui per prendere Jung Malchin.»le dissi, attirando la sua attenzione, e lei immediatamente smise di fare quel che stava già facendo e alzò la testa per guardarmi, sorridendomi non appena mi riconobbe.

«Oh, signor Jung! Sua moglie se ne è andata soltanto un'ora fa, era passata a prendere alcune sue cose.»mi informò, anche de io lo sapevo benissimo, e il modo in cui si riferí a Yunhee mi mandò le farfalle dritte nello stomaco.

«Si me lo aveva detto, e comunque non è mia moglie.»le risposi cortesemente, mentre lei mi passava dei fogli ed una penna per firmare gli ultimi documenti per il rilascio del bambino, cosicchè dopo avrebbe potuto finalmente venire a casa per la prima volta.

«Non lo è? Cavolo, dovrebbe diventarlo allora.»commentò lei, lanciandomi uno sguardo per farmi capire di muovermi, ma ovviamente non avevo alcuna fretta: il solo fatto di avere un bambino per noi era tanto, figurarsi un matrimonio.

Ovviamente smisi subito di pensarci quando vidi un'altra infermiera arrivare verso di me con Malchin tra le braccia, io mi mossi subito per prenderlo tra le mie e immediatamente sorrisi quando lo ebbi nelle mie mani. Lo guardai per alcuni secondi, sentendo quanto leggero e fragile fosse nella mia stretta, e giurando a me stesso che lo avrei protetto contro qualsiasi cosa al mondo.

Desire[J.W.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora