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Quella sera avevano deciso di restare a casa a mangiare una pasta veloce, per poi passare il resto del tempo sul divano a farsi le coccole e a stuzzicarsi.
Christian, così come Mattia, non vedeva l'ora di rilassarsi dopo una lunga settimana di lavoro senza sosta.
Il freddo lo stancava così tanto che ogni sera si coricava stanco e distrutto senza più energie per fare altro.
Perciò erano giorni che agognava quel sabato sera tranquillo a casa dell'amica del biondo.
La casa del ballerino era ancora occupata e, per qualche motivo strano, Mattia non voleva mostrargliela nemmeno da fuori, aumentando ancora di più la curiosità nel moro.

Ma, come al solito, la temporanea coinquilina e amica di Mattia aveva mandato a monte il loro piano di fare sesso sotto le coperte calde.

Ed ora erano tutti e tre seduti sul divano che riusciva a mala pena ad ospitare 2 persone.
Christian era finito in mezzo, schiacciato tra il fastidio di Mattia, che quando era con la sua amica diventava un'altra persona, più stronza, e la parlantina di Carola che commentava il film che aveva fatto partire senza consultare nessuno.
Christian non sapeva nemmeno il titolo e, se proprio doveva essere sincero, era abbastanza annoiato: le commedie romantiche non facevano per lui.

«Comunque io l'ipocrisia proprio non la sopporto. Cioè ma come fai a lamentarsi di una cosa e, subito dopo, a fare ciò di cui ti stavi lamentando?» sbuffò la ballerina sorseggiando il suo Chai Latte al caramello.
Aveva un odore terribile, Christian proprio non si capacitava di come facesse a bere una roba de genere.

Però si trovava d'accordo con lei. Gli ipocriti erano la peggior specie esistente sulla terra. «Hai ragione, Caro. Per non parlare di quelli che mentono spudoratamente, senza nemmeno sentirsi in colpa.»

Alla sua affermazione seguì un silenzio tombale.

«Mi sbaglio?» chiese Christian guardando i suoi compagni di serata.

Ma i due si stavano guardando tra di loro, sfidandosi ad una guerra silenziosa all'ultimo sangue.
Mattia era teso, quasi al limite, con gli occhi azzurri che sparavano scintille. Carola, invece, aveva lo sguardo di una persona che la sapeva lunga.

«C'è qualcosa che non va?» domandò Christian dopo l'ennesimo minuto trascorso in silenzio, con il film che continuava a scorre di fronte a loro.

Carola, con i capelli stretti in uno chignon stretto a tenerle il viso scoperto, inarcò un sopracciglio e rivolese un'altra occhiataccia al suo migliore amico.
«No, tranquillo, qua siamo tutti onesti e limpidi. Io sono un libro aperto, perciò stai tranquillo che non potrei mai mentirti.»

Christian avrebbe voluto essere una di quelle persone che si fida ciecamente delle parole altrui, ma non lo era e nella sua mente iniziarono ad accendersi numerose spie e allarmi a metterlo in guardia.
Spostò lo sguardo su quello che considerava il suo fidanzato e lo vide teso.
Allungò una mano verso di lui per tranquillizzarlo, ma quando posò i polpastrelli sulla guancia paffuta, Mattia fece uno scatto incredibile e si scostò come se fosse stato bruciato.
«Sì, sì, tutto bene.» disse senza guardarlo negli occhi.

E Christian ormai l'aveva capito che c'era qualcosa che non andava, soprattutto perché Mattia non lo guardava neanche più negli occhi.

E, per il resto del film, per il resto della serata, per il resto della settimana, Mattia restò distante da lui, perso nei suoi pensieri, concentrato su qualcosa, qualcosa che ancora non aveva condiviso con lui e che Christian temeva non avrebbe mai condiviso.

E non poteva chiedergli nulla perché anche lui stava nascondendo qualcosa, qualcosa che non avrebbe mai rivelato a nessuno, neanche all'amore della sua vita.

Scusa, scusa, scusa, ma non posso.

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