Danderyds sjukhus

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Erano riusciti ad arrivare all'appartamento di Carola, ma, al contrario di quanto Christian si era aspettato, Mattia non era lì, nonostante tutte le persone, probabilmente giornalisti, appostati sotto casa.

Seduti sul divano che poche settimane prima aveva dato il via al distacco tra i due ragazzi, Christian attendeva che Carola iniziasse a parlare e gli spiegasse che cosa stesse succedendo.
Ma la ragazza era silenziosa come mai prima, cosa che non faceva altro che far stringere il nodo alla gola a Christian, ancora con i muscoli doloranti dopo il tuffo nel passato avvenuto qualche ora prima.

«Carola, ti supplico, dimmi qualcosa. Cosa sta succedendo?»

Ma Carola aveva lo sguardo perso nel vuoto davanti a sé, come se non fosse davvero lì, come se fosse persa in qualche ricordo lontano.

Christian iniziò a preoccuparsi per l'incolumità di Mattia.
Dopotutto era un ballerino importante, quindi aveva senso che i giornalisti fossero appostati sotto a quella che era la sua nuova casa in attesa di ricevere aggiornamenti sulla sua salute.

Ma che cosa gli era successo? Dov'era? E perché avevano la gente aveva seguito anche lui?

«Almeno Matti sta bene? Dov'è ora?»

Carola rise arrabbiata.
Non l'aveva mia vista arrabbiata con il suo migliore amico, a parte quella volta in cui avevamo discusso sulle persone ipocrite e, forse, questo era collegato a quello.

«Quel coglione sta meglio di tutti noi messi assieme.»

«Carola! Perché parli così?»

Carola, ormai uscita dal ricordo lontano che stava rivivendo davanti ai suoi occhi fino a pochi secondi fa, si girò verso di lui e gli posò una carezza sulla guancia gelida.
Christian si sentiva ancora freddo, gli artigli di quel passato crudele ancora stretti su di lui.

«Perché è uno stronzo senza palle. E se solo avesse aperto bocca subito non saresti stato preso alla sprovvista e non ti sarebbe venuto quell'attacco di panico.»

Christian scosse la testa e la mano di Carola ricadde sul suo grembo. «Io... Io non ho avuto un attacco. I-io n-non...»

«Christian va tutto bene. Io... Magari non lo era, ma lo sembrava. Scusami, non volevo turbarti.» gli disse la ballerina con un sorriso comprensivo.

Christian abbassò lo sguardo.
Era stanco. Stanco di vivere con la paura che quel suo passato oscuro venisse fuori e gli rovinasse la vita un'altra volta.
Non aveva molti amici lì, ma si trovava bene.
Amava la sua casetta fuori dal centro, i suoi coinquilini rumorosi, il suo lavoro non sempre entusiasmante, Mattia e la sua amica mezza pazza e non voleva perderli per colpa di un passato taciuto a lungo.

«Io... C'è qualcosa che Mattia non sa e-e... Ho paura che una volta scoperto non mi vorrà più.»

Carola si avvicinò lentamente, comprendendo il suo timore nel farsi stringere da braccia estranee, e gli appoggiò i palmi sulle spalle. Poi li fece vagare sulla sua schiena e lo strinse tra le braccia togliendogli il fiato e appoggiando la tempia contro la sua.

«Mattia sarà pur un coglione, ma ha un cuore d'oro. Parlagli e, quando ti dirà la sua verità, ascoltalo e comprendilo, non ha fatto tutto questo per ferirti, ma perché ti ama.»

Gli occhi di Christian si riempirono di lacrime.
Era la prima volta che qualcuno gli diceva che Mattia lo amasse. Lo sospettava da un po', sperava che il ballerino provasse i suoi stessi sentimenti, ma ricevere la conferma dalla sua migliore amica era un'altra cosa, lo rendeva ancora più reale.

Ti giuro che ballerò per te Mattia, così puoi vedere quanto bene mi fai.

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