Non volevi andarci, ma ormai eri lì. Ti fermasti davanti al suo ufficio e bussasti alla porta. Erano passati alcuni giorni da quello che era successo a casa sua e lui ti aveva persino chiamata per chiderti scusa, poichè ti aveva portata a casa sua senza il tuo permesso e la tua risposta era stata che gli avresti restituito i vestiti appena lavati. Lui acconsentì.
Dopo che tu bussasti, lui aprì ampiamente la porta. "Hey." Disse lui. Aveva i capelli che gli ricadevano giù sul viso, succedeva che li tenesse così quando c'era qualcosa che lo disturbava.
"Hey." Rispondesti tu, rivolgendogli un sorriso enorme che spesso riusciva a tirarlo su di morale. E ciò funzionò, sorrise leggermente e finalmente rivedesti le sue fossette, che ti erano mancate molto.
"Vuoi entrare?" Chiese lui. Tu annuisti e poi lui chiamò Taehyung per fargli preparare del tè. Dopodiché si sedette sul divano e tu ti sedesti di fronte a lui. "Ascolta, mi dispiace davvero per cosa è successo quel giorno. Avrei dovuto considerare come ti saresti sentita. Però non mi sarebbe neanche piaciuto se un altro ragazzo ti avesse avvolto tra le braccia quel giorno." Disse sussurrando l'ultima parte.
"Cosa?"
"Niente." Taehyung allora entrò con il tè tra le mani e ti guardò timidamente. Jungkook ti aveva raccontato che erano usciti per un appuntamento insieme la sera prima ed entrambi si erano divertiti molto. Namjoon ti aveva anche scritto quanto fosse sorridente Taehyung dopo quella notte. L'amore nascente è così puro e bello, pensasti.
Bevesti un sorso del tuo tè. "A me dispiace per essere andata di matto quella mattina. In tutta onestà, non mi ha dato fastidio, quindi non preoccuparti continua a fare ciò che stai facendo. Immagino che fossi ancora scossa dagli eventi precedenti."
Namjoon annuì. "Capisco. In ogni modo, non incolpare te stessa. Stai facendo del tuo meglio."
"Grazie." Sorridesti. I tuoi occhi poi si posarono su una busta sul tavolino. "Cos'è?" Chiedesti tu.
Lui sospirò e la prese in mano. "Non riconosci questo disegno? Proviene dal capofamiglia. Si avvicina la riunione annuale della famiglia."
"Mi dispiace tanto." Ridesti tu. Le questioni familiari per Namjoon non erano altro che un gioco politico e di guadagni. Non c'era amore e non c'era sincerità. Poche volte provavi pietà per lui per quegli eventi.
"Fa niente. Ma mi stanno infastidendo perché vogliono che porti qualcuno con me, altrimenti mi toccherà prendere ciò che mi daranno loro. Probabilmente un'ereditiera viziata senza alcun sostegno." Lui si sfregò le tempie.
"Non potresti portare Jia?" Chiedesti tu. In verità non volevi immaginarli insieme, ma a Namjoon sembrava piacergli molto, quindi non potevi fare altro che sostenerlo come sua migliore amica.
"No, non l'accetterebbero. Inoltre, l'ho mandata a Parigi per un mese." Disse agitando la mano per aria.
"Perché l'hai fatto? Non ti sentirai solo così?" Chiedesti tu, guardando il contenuto della busta. Tutto era ufficiale, come una transazione d'affari.
Namjoon ti guardò, i suoi occhi allora si addolcirono. "No, non mi sentirò solo." Disse sorridendo. "Ho altre cose più importanti nella mia vita." Tu annuisti, continuando a non guardarlo.
Poi alzasti la testa improvvisamente. "Oh, prima che mi dimentichi, ecco." Dicesti porgendogli la borsa con i vestiti che ti aveva prestato e lui scosse la testa.
"Tienili. Li ho comprati per te."
"Perché?"
"Non posso viziare un po la mia migliore amica?" Chiese lui. Le parole ora bruciavano meno.
"Un piccolo consiglio. Quando hai una ragazza, non comprare vestiti per altre donne." Ridesti tu, per mascherare quanto fossi nervosa già da quando ti aveva detto che li aveva comprati per te.
"Come vuoi." Alzò gli occhi al cielo.
"Ma se volevi che li tenessi, perché mi hai detto di venire a restituirteli?"
"Per nessun motivo in particolare." Mentì lui, alzando le spalle.
"Va bene, strambo. Ora devo tornare alla clinica prima che Jungkook rompa tutte le siringhe. Probabile che abbia imparato da te a rompere le cose, lo sai?" Lui rise e ti accompagnò all'ascensore. Il percorso sembrava sempre breve quando lo percorrevi con lui, fin troppo breve. La sua mano sfiorò una sola volta la tua ed eri sicura che fossi l'unica che provasti qualcosa in quel momento. Stupida, ti dicesti mentalmente. Alla fine ti fece un piccolo ghigno mentre le porte dell'ascensore si chiudevano. Namjoon poi tornò in ufficio e rise non appena vide che avevi lasciato la borsa con i vestiti. Ma invece di richiamarti, pensò di camminare lui stesso per restituirtela.
Al piano inferiore, le persone entravano e uscivano ad un ritmo rapido. La cosa ti mandò un po in confusione tant'è che andando verso la porta d'ingresso andasti a sbattere contro qualcuno. "Scusami." Ti inchinasti.
"T/N?" Chiese la voce dello sconosciuto.
"Seokjin?" Lui ti picchiettò subito la fronte.
"Usa la formalità." Disse un po infastidito. Con la bocca imbronciata, sembrava un bambino grande.
"Scusa oppa, ma che ci fai qui?"
"Te lo sei dimenticata? Io lavoro qui. Dovrei essere io a chiedertelo." Solo in quel momento ti ricordasti che era entrato a lavorare lì da poco. Non c'era da stupirsi inoltre che stesse indossando degli abiti formali, che mostravano la sua bella vita e la sua figura proporzionata. Lui rise quando notò che lo stavi squadrando in modo non molto subdolo.
"Scusa, sono venuta a visitare un amico che lavora qui."
"Oh veramente? Qual è il suo nome? Forse lo conosco." Tu ridesti nervosamente, non volendo davvero parlargli di Namjoon. Non che non ti fidassi di Seokjin ma non volevi coinvolgere Namjoon in quella parte della tua vita. Forse era egoistico, ma era una tua scelta. "Va bene se non vuoi dirmelo. Ma mi devi ancora una cena." Lui sorrise.
"Ah, giusto. Quando sei libero?" Chiedesti tu.
"Che ne dici di questo Sabato? Ti passo a prendere."
La frase ti scombussolò lo stomaco. La sensazione non poteva essere paragonata a come Namjoon ti faceva sentire. Ma dovevi tentare di superare tutta quella storia con lui, quindi ti buttasti. "Va bene, ti mando il mio indirizzo più tardi."
"Ora meglio che torni al lavoro. Ci vediamo Sabato, okay?" Disse lui facendoti l'occhiolino.
"Okay, oppa." Mentre lui si allontava, fece un piccolo saltello per la vittoria e tu pensasti che fosse carino. Ma qualcun altro che aveva assistito alla scena aveva pensato tutt'altro che fosse carino. Strinse la borsa, quasi rompendola. E in fine non si degnò di venirti incontro e tornò nel suo ufficio in silenzio.
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ʜᴏᴜsᴇ ᴏғ ᴄᴀʀᴅs - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]
Фанфик[COMPLETATA] "Namjoon, capisco che non provi niente nei miei confronti e lo rispetto, davvero. Ma questo non mi impedisce di provare qualcosa per te. So che è stupido, e così pericoloso da parte mia continuare a tentare. Ma io rimango. Perché quando...