Capitolo 13

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Non ci volle molto per spostare tutte le tue cose dal tuo appartamento al suo. Namjoon, dopo il matrimonio, ti aveva suggerito che tu ti trasferissi da lui, poiché se fosse venuto qualcuno a trovarlo sarebbe stata una seccatura spiegargli del perchè la sua nuova moglie non vivesse con lui. Tutta la tua roba quindi era stata trasferita in una delle stanze in cui avresti dovuto dormire per un bel po.

"Come mai non ho mai visto questa stanza fino a quella notte?" Chiedesti tu.

"Oh, ecco la stavo ristrutturando per te." Rispose lui casualmente.

"Perché?"

"Non lo so. Ho pensato che fosse appropriato. Abbiamo sempre condiviso tutto, quindi mi è sembrato giusto avere qualcosa per te qui." Disse lui mentre poggiava l'ultima scatola nella stanza. "Inoltre questa stanza non mi serviva." Mentì lui. Tu annuisti con un filo di tristezza, poi continuasti a disfare i bagagli. Non ci volle molto a mettere i tuoi vestiti e le tue scartoffie dell'ufficio negli appositi posti. Nonostante tutto, quel giorno rimanesti da sola a sistemare le tue cose, poiché Namjoon doveva lavorare su alcune cose, principalmente si tratta di leggere dei contratti e inviare email a partner commerciali.  

Quando arrivò l'ora di cena, tu avevi già organizzato tutta la tua stanza. Quindi ti dirigesti verso la cucina, e vi incontrasti una cameriera che era intenta a scansionare il frigorifero per vedere cosa preparare da mangiare. Rispettosamente, dopo essere entrata in cucina, gli dicesti di tornare a casa a riposare e che di lì in po ti saresti occupata tu del cibo. Non che tu avessi le migliori abilità culinarie, ma il fatto che l'avessi mandata via era perché ti sentivi strana con quei servi intorno. Inoltre quella sera volevi rimanere il più sola possibile con lui. Quindi ti legasti i capelli e ti mettesti il grembiule. 

Namjoon nel suo ufficio stava scrivendo diligentemente sul suo laptop, stava lavorando da ore ormai e in quel momento si sentiva prosciugato da tutte quelle email. Quando si fermò un attimo, si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi. Ed è in quel momento che sentì un odore provenire dalla cucina, un odore che lo portò a sorridere, poiché gli ricordava l'infanzia. L'aroma che sentiva gli ricordava casa, una vera casa. Quindi incuriosito, uscì silenziosamente dal suo ufficio e si diresse verso la cucina, dove si tenne nascosto alla tua vista. Dal punto in cui si era fermato, ti osservò muoverti abilmente avanti e indietro dal bancone al forno.

Il suo cuore si strinse. Quello era tutto ciò che aveva sempre desiderato, tu come sua moglie. Inoltre trovava il tuo sorriso meraviglioso mentre cucinavi. Voleva quella vita, voleva tornare a casa da te, venirti a prendere a lavoro ogni giorno e sdraiarsi accanto a te la notte. Ciò avrebbe reso la sua vita completa. Ma ovviamente, quella cui stavate vivendo non era la realtà. La realtà era desolante, niente di tutto quello era reale. Dopo aver pensato a tutto ciò, Namjoon decise di tornare nel suo ufficio e riprendere il suo lavoro.

Dopo che tu finisti di preparare il pasto, lo chiamasti per mangiare. Una volta arrivato lui, divorò la cena. "Con calma, amico." Dicesti tu per poi ridere.

"È buono." Disse lui. "Veramente buono."

"Sono contenta che ti sia piaciuta la cena. Comunque voglio parlarti di una cosa."

"Okay?" Disse lui, insicuro.

 "Niente di strano, ma penso che dovremmo stabilire delle regole."

"Delle regole?"

"Si. La prima è che voglio che tu continui a vivere la tua vita come sempre, specialmente con Jia. Non badare a me e portala qui quando vuoi." Dopo aver detto questo continuasti a parlare del fatto che le vostre vite avrebbero dovuto continuare per la loro strada, ma separate, come prima del matrimonio. La cosa lo rattristì, ma annuì sorridendo.

...

Passarono alcuni mesi con in atto le regole che gli avevi proposto. Entrambi andavate a lavoro separatamente, pranzavate nei rispettivi uffici e talvolta cenavate insieme. Lui alcune sere usciva con Jia ma non la portava mai a casa. Il fatto che non la portasse lì, era perché non voleva che qualcuno vedesse tutto e potesse pubblicare degli articoli al riguardo online. Tu invece pensavi che l'appartamento in cui vivevate entrambi potesse essere più sicuro che uscire in pubblico, ma lui non disse niente al riguardo. A volte non tornava a casa e tu rimanevi ad aspettarlo con la cena pronta, ma per la colazione era sempre presente. Non è che ti sentissi sola, anzi eri stata proprio tu a chiedere che facesse tutte quelle cose, per aiutarlo ad andare avanti, era il tuo pensiero fisso ormai quello. Nessuno di voi due parlava di quelle serate. Entrambe stavate vivendo le vostre vite negabili e in oblio.

In quel momento stavi viaggiando verso casa di Areum. Seokjin ti aveva contattata e ti aveva riferito che era migliorata molto e che aveva persino ricominciato a correre per tenersi in forma. Prima però di andare da lei, come sempre gli prendesti la sua torta preferita. E quando arrivasti, con tua grande gioia, notasti che con lei vi era Seokjin. Stavano giocando a carte. "Oppa, non mi aspettavo di trovarti qui." Dicesti tu.

"Ho chiesto un giorno libero, volevo vederti T/N."

"Vedere me?"

"Si, devo parlarti, ma lo faremo più tardi." Tu annuisti e poi portasti ad Areum una fetta di torta. Quest'ultima rimase senza fiato non appena vide l'anello.

"Congratulazioni! Chi è l'uomo fortunato?" Chiese lei. "È quel ragazzo ricco in una delle tue foto nel tuo ufficio?" Chiese lei e tu ridesti annuendo. La foto a cui si stava riferendo era quella della tua laurea di medicina. "Lo sapevo. Sapevo che stavi mentendo quando mi dicevi che non c'era niente tra di voi. Ti chiamava e ti scriveva così tanto." Disse facendo scoccare la lingua. "È pazzo di te. Assicurati di tenertelo stresso, okay?"

 "Stai esagerando, Areum, ma si, lo farò." Il controllo andò davvero bene. Il tumore era di dimensioni gestibili e non sembrava che provasse alcun disagio ora. Speranza, ti aveva detto Areum, avere sempre speranza. Dopodichè, alla fine dei controlli, andò a letto e tu allora raggiungesti Seokjin nel patio. Il sole era alto sopra le montagne, ma il suo raggio non riusciva a raggiungerti. Seokjin ti passò una coperta e tu ti avvolgesti strettamente tra di essa.

"Come va la vita coniugale?" Chiese lui.

"Sai, bene."

"Non sembri affatto sicura di te." Disse per poi ridere. "Sei felice almeno?"

"Credo di si. Abbiamo avuto un inizio difficile, e penso che le cose saranno sempre così in fondo. Ma lo seguirò sempre...Scusa, so che suona strano." 

"Si, è strano. Ma forse non è così strano tanto quanto fingere di essere sposata per qualche strano scopo, forse mi sbaglio però."

 In quel momento lo guardasti sbalordita, con la bocca aperta. "Oppa, come hai fatto..."

"Quando vi stavate scambiando le promesse, ho pensato che fosse il momento più bello della vostra vita. Insomma, finalmente siete riusciti a stare insieme. Ma tutto quello cui ho visto in quel momento è stata la disperazione e la grande distanza tra voi due. Le parole che vi siete dette erano crude e veritiere. Ma non le vostre azioni, non vi siete nemmeno baciati." Spiegò lui. Sembrava essere stato l'unico ad aver prestato attenzione a quel dettaglio, perché le vostre famiglie non si erano accorti di niente, pensavano solo che foste felici. Eravate stati bravissimi a recitare, ma tranne per quel dettaglio.

"È complicato." Dicesti tu.

Lui guardò verso le montagne. "Non lo è. Si tratta di amore, e lo provate entrambi l'uno per l'altro. È come le montagne, anche se distanti, l'amore c'è e rimane lì per sempre."

Mono_l1sa

ʜᴏᴜsᴇ ᴏғ ᴄᴀʀᴅs - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora