Capitolo 8

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Il fattorino ridacchiò imbarazzato mentre ti porgeva un vaso, o meglio, il terzo vaso della giornata e quel che era peggio era che quella situazione andasse avanti così da una settimana ormai. Ogni giorno ricevevi un totale di 5 vasi o bouquet di fiori esotici molto elaborati. "Forse dovresti dargli una possibilità," Disse l'uomo, ovviamente pensando che fosse un ragazzo senza speranza che cercava di corteggiarti. Ma in realtà, si trattava solo del tuo migliore amico e quello era solo un modo per scusarsi per averti rovinato l'appuntamento con i suoi motivi egoistici.

"Grazie." Rispondesti prima di chiudere la porta.

"Un altro?" Chiese Jimin. Era la prima volta che lo vedesti veramente stupito da qualcos'altro di diverso da Jungkook in quella clinica. Ti chiedevi spesso se sapesse della sua storia con Taehyung.  

"Si, mettili con gli altri." Dicesti tu, sentendoti esausta quando guardasti l'accumulo di fuori nella tua piccola clinica. Tornasti poi nel tuo ufficio e inviasti l'ennesima email per dirgli di smetterla di mandarti i fiori. Tuttavia lui non ti rispose e nemmeno smise però di chiamarti, come stava proprio facendo in quell'esatto momento. Ma tu lo ignorasti ancora una volta, non volendo sentire la sua voce. 

Dopo che ti ebbe detto quella frase ambigua, lo respingesti e gli dicesti chiaramente che non aveva il diritto di sentirsi in quel modo e infine te ne andasti. Quando tornasti dentro, Seokjin aveva già pagato tutto e se n'era andato. Ed è allora che decidesti di prendere un taxi per tornare a casa. E menomale che quella sera Jungkook non era a casa perché avevi per la maggior parte del tempo pianto sul divano e tirato i cuscini ovunque frustrata. In quel momento odiavi Namjoon e la sua arroganza. Ti chiedesti un sacco di volte del perchè gli fossi ancora amica e ti rispondesti che in fondo non era colpa sua. Era cresciuto ricco come figlio unico. Era viziato e autorizzato a fare di tutto, non importava quanto duramente lo avresti rimproverato. Le abitudini erano dure a morire. Seokjin dopo quella sera ti chiamò per scusarsi dell'improvvisa sua scomparsa. E tu gli dicesti che non avrebbe dovuto scusarsi lui, ma bensì tu stessa.

"Okay. In ogni modo da un punto di vista esterno posso confermare una cosa." Disse lui.

"Ovvero?"

"Ti piace, ed è ovvio. E sembra che anche a lui tu piaccia, ed è innegabile." Rispose lui.

Tu ridesti leggermente prima di parlare. "Ti sbagli, oppa. Kim Namjoon è incapace di amarmi in quel modo. E ciò che è successo stasera è stato un chiaro esempio, perché lui è nato solo per fare il CEO e non per avere cose del genere."

Seokjin allora scosse la sua testa. "Ecco dove ti sbagli. Il modo in cui ti guardava e il modo in cui guardava me, era un avvertimento. Era come un leone maschio che diceva ad un altro di fare marcia indietro dalla sua partner. E a ripensarci mi vengono i brividi." 

"No," Dicesti tu lentamente. "Non può essere vero."

"T/N, sono un ragazzo. Conosco i segnali. Tu piace al signor Kim." Quando poi lui attaccò al telefono, facesti ancora difficoltà a crederci. Se a Namjoon saresti piaciuta, non avrebbe continuato a frequentarsi con quella Jia, ansi ti avrebbe riferito subito i suoi sentimenti. Quindi tutta quella questione era impossibile da immaginare reale, ed eri sicura che le cose se fossero rimaste in quel modo sarebbe stato meglio, ti eri detta. Tuttavia era una cosa complicata a cui non potevi fuggire o non potevi risolvere. Il tuo telefono allora suonò nuovamente, era un suo messaggio. Non lo apristi però, lo leggesti soltanto dalla schermata di blocco. 

Ho bisogno di te, per favore.

Mi dispiace tanto.

Parlami, T/N. Ho bisogno di sentire la tua voce.

Se un estraneo avesse letto quei messaggi, avrebbe di certo accettato la teoria di Seokjin sul fatto che Namjoon potesse provare dei sentimenti per te. Ma tu lo conoscevi meglio di chiunque altro. Quello era solo il suo modo per ottenere ciò che voleva e non gliela avresti data vinta. Inoltre, sapevi quanto fosse provocatorio con altre donne. E lui stesso aveva affermato che non aveva mai provato niente per quelle donne, quindi che senso aveva credere a quello in cui credeva Seokjin. I messaggi sembravano essersi fermati, quindi sospirasti di sollievo e ti concentrasti pienamente sul lavoro. Come soluzione a quel bordello nella tua clinica, mandasti a casa i tuoi pazienti regalando loro alcuni bouquet, come buono auspicio. Suonava strano, si, ma i pazienti li avevano comunque accettati.

"Noona, penso che dovresti chiamarlo." Disse Jungkook.

"Perché? Tu non dovresti stare dalla mia parte?"

Lui scosse la testa. "Non voglio scegliere da che parte stare, voglio solo che le mie due persone preferite stiano bene. Taehyung mi ha scritto poco fa e mi ha detto che l'ufficio dello hyung è mortalmente silenzioso, fin troppo silenzioso. Inoltre a chiuso la porta a chiave e Taehyung non può andarlo a controllare."

"Si sta comportando solo come un bambino." Sospirasti poi tu alla fine. Poi andasti in panico improvvisamente, e se fosse ricaduto in quelle condizioni? Con un po di intuito avrebbe preso le medicine e sarebbero bastate per farlo calmare. Quindi scacciasti quel panico e chiedesti a Jungkook di mandare un messaggio a Taehyung per degli aggiornamenti regolari. Mentre sedevi nel tuo ufficio però anche dopo avergli mandato un messaggio attraverso Taehyung ti sentisti a disagio. Quindi, sconfitta, prendesti il tuo cellulare per chiamarlo.

La chiamata andò dritta alla segreteria, era un po strano perché spesso Namjoon rispondeva sempre o aveva sempre con sè il telefono in caso dei clienti lo chiamassero. Gli inviasti perciò alcuni messaggi dicendo che ti dispiaceva per aver ignorato le sue chiamate e che volevi controllarlo. Ma non li lesse nemmeno. Quindi chiamasti Taehyung.

"Noona! Sono felice che tu abbia chiamato. Mi sto preoccupando molto."

"Non risponde alle mie telefonate e non risponde nemmeno ai miei messaggi." Dicesti tu a lui. "La porta è ancora chiusa?"

"Si. Non l'ho visto per tutta la mattina." Rispose Taehyung in tono angosciato.

"Vai a bussare alla sua porta e digli che voglio parlargli." Dicesti tu. Dall'altra parte della linea sentisti uno strascichio e poi il bussare sulla porta.

"Signor Kim," Urlò Taehyung, "La dottoressa Jeon vuole parlare con lei." Entrambi aspettaste una risposta ma non la ricevette nessuno dei due. "Sento dei movimenti all'interno della stanza ma non si stanno avvicinando alla porta. Pensi che possa essere successo qualcosa?"

"Ha le sue medicine con sè, non dovrebbe essere successo niente." Rispondesti tu. Taehyung si morse il labbro e premette poi l'orecchio sulla porta.

"Aspetta, sento qualcosa. Come qualcuno che piange, ma non sembra lui. Sembra tipo un ragazzino che piange." Taehyung bussò nuovamente alla porta. "Signore, per favore, mi apra la porta."

"Taehyung, lo stai spaventando. Aspettami, sto arrivando." Detto questo, corresti fino all'auto, con il camice che svolazzava dietro di te.

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ʜᴏᴜsᴇ ᴏғ ᴄᴀʀᴅs - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora