Capitolo 14

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Namjoon ti chiamò da lavoro e ti disse che sarebbe stato fuori per tutta la serata con Jia, perciò ti consigliò di non aspettarlo alzata. In risposta tu gli dicesti che non avrebbe dovuto preoccuparsi per te e con quell'unica risposta agganciasti al telefono. Il tuo grande piano per la serata prevedeva l'ordinazione di alcuni piatti da asporto e dei Kdrama. Io Non sono un Robot era in onda sulla tv. Mentre lo guardavi ti rendesti conto di quanto assomigliasse alla storia tua e di Namjoon. Il protagonista aveva molto successo e la ragazza spesso lo aiutava. Ma a differenza di loro, voi due non eravate riusciti a stare insieme. Ti scrollasti infine quei pensieri oscuri di dosso e tornasti a goderti il Kdrama. 

Pochi minuti dopo, la luce principale del soggiorno si spense. Ma per tua fortuna la luce della cucina funzionava ancora. Nell'appartamento non vi erano i servi e rinunciasti subito al pensiero di chiamarli, poiché non volevi disturbarli per quella piccola cosa. Quindi andasti nel ripostiglio e prendesti una lampadina e una scala. Cambiare una lampadina non era poi così difficile, ma dato che eri da sola, la situazione ti sembrò un po più complicata di quanto pensassi. Ti mettesti la lampadina nella bocca e salisti poi sulla scala. Dopo aver lottato un po per svitare la lampadina ormai fulminata, riuscisti a inserire poi quella nuova.

Il guaio successe quando scendesti dalla scala. Il tuo piede mancò di un gradino e cadesti così sul pavimento e tanto per aggiungere un altro guaio, la scala ti cadde esattamente sul piede. A quel punto emettesti un piccolo grido. Quando provasti poi a camminare, ti accorgesti che per te era impossibile farlo, il che significava che non avresti neanche potuto scendere per chiamare un taxi. Quindi ti avvicinasti al tuo telefono sul tavolino e chiamasti qualcuno.

"Ehi Noona, cosa succede?" Chiese Jungkook.

"Kookie, sei libero adesso? Ho bisogno che tu mi accompagni all'ospedale."

 "Oh mio Dio, Noona, stai bene?" Urlò freneticamente al telefono lui.

"Sto bene, mi sono solo fatta male al piede. Puoi venire?" Chiedesti tu.

"Mi dispiace tanto. Sono fuori con Taehyung in questo momento." Lo sentisti parlare poi con qualcun altro, probabilmente si trattava di Taehyung. "Ma potrei venire via pri-"

"No, no." Dicesti tu tagliandogli le parole. "Non farlo. Non è un grosso problema comunque."

"Perché non chiami Namjoonie hyung?" Chiese lui.

"Uh, è a una cena molto importante in questo momento con un cliente."

"Strano, Taehyung mi ha detto che non aveva impegni." Disse lui, confuso.

"È stato un incontro dell'ultimo minuto. Comunque non importa. Posso andare da sola. Per favore, non dirglielo."

 "Ma perché?"

"Non voglio farlo preoccupare, tutto qui." Mentisti tu. In realtà non volevi rovinargli la serata con Jia.

"Va bene, dimmi quando arrivi all'ospedale allora." Disse lui per poi riattaccare. Allora strisciasti verso la tua camera e ti mettesti dei vestiti decenti. Ti ci volse mezz'ora prima di arrivare in camera tua. E quando provasti infine ad alzarti in piedi, tenendoti al muro, ti accorgesti del dolore che ti stava provocando il piede, quindi cadesti indietro. Ma per tua fortuna non toccasti il terreno, ma ben sì un corpo.

Namjoon, dietro di te, ti stava tenendo la schiena e la vita. Il suo respiro era accelerato, come se avesse appena finito una maratona. Quando ti girasti lo fissasti scioccata. "Namjoon, cosa ci fai qui? Non dovresti essere con Jia?" Lui non ti rispose, ma ti prese in braccio e si diresse verso la porta. "Dove stiamo andando?"

"All'ospedale, pabo. Smettila di fare domande stupide." Gridò Namjoon. Quando si rese conto che ti aveva spaventata, il suo tono si addolcì. "Scusami. Sono un po arrabbiato perchè non mi hai detto che ti sei fatta male. Jungkook mi ha chiamato e mi ha detto che dovevi andare in ospedale, quindi ho mollato tutto e sono tornato indietro."

"Non avresti dovuto fare così. Sarei potuta andare da sola."

"Ti ci sarebbe voluta un'ora per arrivare alla porta a questo ritmo." Disse lui candidamente. "Inoltre, sei mia moglie, dovrei prendermi cura di te." Il tuo cuore non poté fare a meno di perdere un battito, era la prima volta che si riferiva a te come sua moglie.

"E Jia?" Chiedesti tu.

"Non parliamo di lei adesso." Rispose lui. Poi ti adagiò con cura nella sua macchina e ti sollevò il piede. Dopodiché guidò velocemente ma in sicurezza fino all'ospedale e poi ti riprese in braccio per portarti dentro. Tu insistetti sul fatto che non avrebbe dovuto farlo, ma non ti ascoltò. Quando ti accorgesti che la gente lo guardava con ammirazione nascondesti il viso nella sua spalla.

"Signore, cosa succed-"

"Per favore aiuti mia moglie, si è fatta male al piede." Disse interrompendo l'infermiera già perplessa. "Presto, per favore." Gridò lui. L'infermiera allora ti portò una sedia a rotelle e poi ti portò in una delle postazioni libere. Poi disse a Namjoon di aspettare fuori mentre il dottore ti controllava. Non era esattamente paziente in quel momento, ma aspettò comunque. Dopo 20 minuti, le tende blu si aprirono e emergesti da esse con un tutore al piede.

"Starà bene tra qualche giorno. Ma non la lasci andare in giro troppo." Disse il dottore. "Le ho dato anche un po di sedativo per alleviarle il dolore, quindi quando si sveglierà potrebbe sentirsi un po stordita."

"Grazie mille, dottore." Disse Namjoon, stringendo rapidamente la mano dell'uomo. A quel punto Namjoon usò come scusa, il fatto che tu fossi mezza addormentata per riportarti in braccio verso la sua auto e poi in casa vostra. Durante la salita in ascensore continuasti a dormire sulla spalla di lui. Poi dolcemente e silenziosamente lui aprì la porta del vostro appartamento e si diresse con te verso la tua stanza. Mentre ti rimboccava la coperta, si rese conto che era passato così tanto tempo dall'ultima volta che ti aveva guardata per bene. Per tutto quel tempo non aveva fatto altro che scappare da quel problema che vi avvolgeva da mesi ormai. Si era persino incolpato mille volte per il fatto che ti fossi fatta male, perché a parer suo se ci fosse stato, quell'incidente non sarebbe mai potuto accadere. Ma poi si chiese se lo avessi chiamato lo stesso anche se fosse stato a casa. Sapeva in cuor suo di non essere affidabile per te e per questo si maledisse ancor di più.

Pensò bene di ritorna a dormire nella sua stanza, ma temeva che tu potessi aver bisogno di qualcosa nel cuore della notte. Quindi, dopo essersi fatto una doccia, tirò le coperte in giù e posò il suo corpo di fianco al tuo. Intenzionalmente lasciò un bello spazio tra di voi. Ogni parte di lui però voleva avvicinarsi e avvolgere con le sua braccia il tuo fragile corpo, ma gli ci volle molta forza di volontà per farlo trattenere da quell'intenzione. Quella situazione era una tortura per lui, ma avrebbe sofferto piuttosto che non stare al tuo fianco.

Mono_l1sa

ʜᴏᴜsᴇ ᴏғ ᴄᴀʀᴅs - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora