Il tuo telefono squillò. E considerando che gli uccellini non stavano cantando fuori dalla tua finestra, non rispondesti. Ma il telefono continuò a suonare senza sosta. Quindi allora gemesti fortemente e rispondesti al telefono. "Cosa?" Dicesti tu.
"Perché sei così di cattivo umore stamattina?" Ridacchiò lui.
"Perché qualcuno è stato così scortese da interrompere il mio periodo di ferie." Rispondesti tu con voce appena udibile.
"Alzati e fai la valigia. Passo a prenderti tra un'ora." Disse lui per poi attaccare. Era tipico di Namjoon, non dare mai spiegazioni a queste uscite improvvise. Ma almeno era tornato alla sua personalità presuntuosa e arrogante, che potevi gestire. L'orologio segnava le 6:28. Quindi ti alzasti e andasti a fare una doccia e di fretta facesti le valigie. Dal momento che non ti aveva detto per quanto sareste stati via, riempisti abbondantemente la tua valigia. Poi dopo esserti cambiata e pettinata, guardasti fuori dalla finestra e lo notasti appoggiato alla sua auto parcheggiata. Indossava una polo con dei jeans, e sulla testa vi era un cappello. Quando scendesti giù e lo incontrasti fuori sbadigliasti.
"Mi spieghi perché sei qui e dove stiamo andando?" Chiedesti tu.
"E tu hai fatto le valigie senza sapere dove siamo diretti?" Ridacchiò lui. "Hai dimenticato che giorno è?"
"Il mio giorno di riposo." Rispondesti tu.
"Ha, ha." Rise sarcasticamente lui. "È il giorno della riunione della mia famiglia."
"Ah, giusto." L'annuale riunione dei Kim era arrivata finalmente, o meglio la più grande competizione aziendale del paese. In queste giornate i membri della famiglia competevano tra di loro silenziosamente per vedere chi avesse più successo, chi avesse la moglie più carina, il marito più bello e i figli più intelligenti. Le persone al di fuori della famiglia erano invitate solo in base a ciò che aveva da offrire a loro, come denaro, affari o coniugi. Namjoon era sempre stato l'obiettivo numero uno per le proposte di matrimonio. E quest'anno non sarebbe stato diverso, anzi per lui sicuramente ci sarebbero state molte più proposte, poiché si stava avvicinando per lui il momento di sposarsi. "Aspetta, perché devo venire con te?"
"Perché la medicina non è abbastanza efficace e ho paura di affrontarli da solo. Inoltre mi sento meglio quando sono con te." Rispose lui. L'ultima parte della frase ti fece venire le farfalle nello stomaco. Poi annuisti e salisti in macchina. La riunione veniva svolta ogni anno in una villa privata a un paio d'ore di distanza dalla città. Namjoon per questo ti aveva consigliato di dormire ancora un po, e ti aveva promesso che ti avrebbe svegliata non appena foste vicini. Namjoon cominciò a sudare quando vide la villa. Tu ti svegliasti da sola, per via dei respiri veloci che provenivano da lui. Era un brutto segno.
Gli mettesti una mano sulla spalla e lui ti guardò, dapprima a disagio, ma poi rilassato. "Andrà tutto bene. Sono qui." Dicesti tu e lui annuì.
"Rimani al mio fianco tutto il tempo, ok?" Chiese lui. Non c'erano dubbi, saresti stata al suo fianco fino alla fine visto che non eri mai andata ad una riunione di quel tipo da quando frequentavi il college. In quel momento ti sentisti un po a disagio, perchè non sapevi se gli saresti piaciuta considerando quello che era successo alla tua famiglia. Ma in fondo non ti importava della loro opinione, tranne quella di suo nonno.
La villa era alta tre piani con balcone per il secondo e il terzo piano. Quasi un centinaio di persone si erano già radunate sul posto. I servitori, non appena arrivaste davanti alla porta, aprirono l'ingresso per te e Namjoon. Tu camminasti goffamente dietro di lui mentre veniva accolto da altre persone. La quantità delle persone presenti nella stanza rendeva difficile persino respirare. Ma lui mise su una facciata sorridente e strinse la mano a tutte le persone che si presentavano davanti ai suoi occhi, consapevole che non gli fregasse niente di lui, ma solo dei suoi soldi e della sua influenza. La cosa ti fece stare male, tant'è che l'unica cosa che volevi fare in quel momento era tirarlo fuori da quel posto orribile.
"Namjoon!" Gridò qualcuno. Era letteralmente un sole. Hoseok corse da suo cugino e lo strinse in un abbraccio. Alcune persone intorno girarono la testa, scuotendola in segno di disapprovazione. Mostrare affetto in quella famiglia era come mostrare debolezza.
"È bello vederti, Hyung." Hoseok era tecnicamente più vecchio di Namjoon, ma all'interno del rango familiare, in affari era il più giovane. Ed era uno dei pochi membri della famiglia che si prendeva veramente cura di Namjoon. E per questo Namjoon lo ammirava. Hoseok si era liberato della pressione della sua famiglia per perseguire il suo sogno di ballerino. La sua famiglia aveva trovato modo per trarne profitto collegano lo studio di Hoseok a tutte le principali società di intrattenimento. A Hoseok non piaceva, ma almeno poteva gestire le cose come le voleva realmente lui.
"Vedo che finalmente hai portato a casa una ragazza." Disse lui, squadrandoti dall'alto in basso. Sembrava che avesse dimenticato chi fossi, a partire dal tuo cambiamento di aspetto. Ma non potevi biasimarlo, allora avevi ancora l'apparecchio insieme a dei capelli disordinati. Namjoon notò lo sguardo di Hoseok e allora ti avvicinò a lui.
"Hyung, è solo T/N." Grugnì lui. La risposta ti offese quasi, ma il fatto che avesse risposto in quel modo, probabilmente era perché non volesse che qualcuno si facesse un'idea sbagliata e nemmeno tu lo volevi in fondo.
"Oh mio Dio, Jeon T/N? Wow, sei diventata molto più carina!" Esclamò lui.
"Grazie, oppa."
Namjoon alzò gli occhi al cielo. "Era carina anche allora." Disse quest'ultimo. Hoseok allora a disagio rise leggermente.
"Bene. Vi lascio soli ora. Va a parlare con Halabeoji." Disse Hoseok dando a Namjoon una pacca sulla spalla per poi andarsene. Dopodiché altre persone si avvicinarono a lui per parlargli impedendogli così di raggiungere suo nonno. Tra quelle persone riconoscesti una donna come la sua seconda zia e l'uomo come suo marito che la stava tradendo da alcuni anni, di cui entrambi eravate a conoscenza, ma Namjoon non disse nulla.
"Oh, Namjoon. Che carino da parte tua presentarti." Strillò lei, era un suono odioso la sua voce. "Gestire l'azienda deve essere così faticoso. Dovresti fare una pausa ogni tanto. E so che non hai dei genitori che ti ricordino queste piccole semplici cose." Tu allora stringesti la mascella. Namjoon, che era sempre sicuro di sé, in quel momento sembrava perso. La sua bocca tremava e non riuscì a dire nulla. La coppia cominciò a ridere e a scherzare sul fatto che loro figlio al posto di Namjoon avrebbe fatto di meglio. Ed è allora che tu, stufa di quella situazione, ti avvicinasti a Namjoon e gli prendesti la mano, cosa che lo sorprese.
"Grazie per aver pensato a lui, ma prima dovresti considerare la tua situazione. Dormire accanto a un serpente non farà bene alla tua salute." Dicesti tu per poi allontanarti da loro insieme a Namjoon. Da dietro le vostre spalle potevi sentire i loro insulti ma continuaste a camminare. Namjoon era scioccato, ma alla fine rise.
"Grazie." Disse lui.
"Come sei sopravvissuto a tutti quei anni con loro?" Chiedesti tu.
"Nascondendomi in un angolo e sperando che qualcuno mi notasse."
"È impossibile, non puoi nascondere qualcosa che brilla." Dicesti tu casualmente mentre gli asciugavi il sudore dalla fronte. Lui colse allora l'occasione per guardarti. Le tue guance erano rosee, così come le tue labbra. Non avevi nessun trucco sul viso, eppure per lui eri ancora la persona più sbalorditiva in quella stanza. La cosa più reale e l'unica che lo manteneva lucido.
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ʜᴏᴜsᴇ ᴏғ ᴄᴀʀᴅs - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]
Hayran Kurgu[COMPLETATA] "Namjoon, capisco che non provi niente nei miei confronti e lo rispetto, davvero. Ma questo non mi impedisce di provare qualcosa per te. So che è stupido, e così pericoloso da parte mia continuare a tentare. Ma io rimango. Perché quando...