Capitolo 15

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Quando ti svegliasti, sentivi molto caldo, come se oltre alle coperte che normalmente ti drappeggiavi sopra ve ne era apparsa un'altra. Soltanto che quest'ultima coperta fantomatica respirava. Il tuo cuore si fermò quando ti accorgesti dell'uomo di fianco a te. Aveva una maglietta che metteva in risalto il suo corpo tonico, mentre le sue braccia muscolose erano avvolte attorno alla tua vita. La tua testa era premuta contro il suo petto e in quel momento ti accorgesti del suo profumo, ovvero il suo gel doccia alla lavanda. Il tuo cuore riprese a funzionare quando decidesti di allontanarti un po dal suo petto. Ma ti fu difficile allontanarti, poiché la stretta delle sue braccia era troppo forte per poterti liberare.

Dopo esserti arresa ripensasti a quello che era successo il giorno precedente. Ricordavi che eri caduta, ricordavi di aver chiamato Jungkook per farti accompagnare all'ospedale, ricordavi che quest'ultimo era impegnato e ricordavi che Namjoon era apparso dal nulla e ti aveva portata all'ospedale. Ma non ricordavi come foste finiti entrambi nello stesso letto. E vista la situazione, pensavi che non fosse successo nient'altro, oltre al fatto che avevate solo dormito insieme. In quel momento impedisti al sangue di colorarti le guance. Era la prima volta che trascorrevate la notte insieme, anche se non era successo niente di ché.

Tentasti poi nuovamente a fuggire dalle sue braccia. E quest'ultimo finalmente, con gli occhi ancora chiusi, fece un verso. "Smettila di muoverti e lasciami dormire." Disse lui con voce profonda. 

"Perché sei qui?" Chiedesti tu.

"Perché siamo sposati. Smettila di fare domande stupide." Rispose lui. Infastidita poi dalla sua risposta, provasti ancora a respingerlo. "Smettila." Disse di nuovo lui.

"Torna nella tua stanza a dormire." Dicesti tu.

"No." Rispose seccamente lui.

"Perché no?" Chiedesti tu per poi sospirare.

Lui espirò. "Perché mi piace dormire con te. Non dormivo così bene da così tanto tempo." Mormorò lui, poi fece una pausa. A quel punto pensasti che si fosse addormentato di nuovo, e tu ti arrendesti lasciandoti andare tra le sue braccia. In quel momento pensavi solo ad una cosa, che tutto quello non fosse reale. "Tutto questo è reale, e io ti amo T/N." Disse lui in risposta. A quanto pareva tutto quello a cui avevi pensato lo avevi detto a voce alta. Ed è allora che ti mordesti il labbro.

"Cosa?" Chiedesti tremante tu.

"Ti amo. Ti amo. Ti amo." Sussurrò lui.

"No." Ti spingesti con più forza lontana da lui e zoppicante riuscisti poi ad alzarti dal letto. Lui aprì gli occhi e si mise a sedere. "Tu non intendi niente di tutto questo. Smettila di parlare. Smettila di mettermi in confusione." Dicesti tu, con le lacrime agli occhi.

"T/N, non voglio più nascondere i miei sentimenti." Spinse le coperte da sopra il suo corpo e poi si avvicinò a te. "Questa è la verità. Io ti amo e lo faccio da molto. Sei un miracolo per me. Da quando viviamo insieme, mi sento così libero...non provavo questa sensazione da così tanto tempo."

"Mi ami solo per il modo in cui ti sto curando!"

 "Non è così, non mi hai ascoltato? Ti amo da molto tempo, persino prima di fingere tutto questo. Ieri sera ho capito che non voglio mai separarmi da te e voglio amarti come meriti di essere amata." Cercò poi di toccarti le guanci ma tu indietreggiasti.

"E per quanto riguarda Jia?" Chiedesti tu piano.

"Non la vedo dal giorno in cui l'ho mandata a Parigi. Non l'ho nemmeno chiamata e non gli ho scritto. Non l'ho mai baciata, per me era solo una distrazione. Tu sei l'unica ragazza nella mia mente." Rispose sinceramente lui.

"Quindi dove sei stato tutte queste notti?"

"Sono rimasto in ufficio. Sapevo che se fossi tornato a casa, ti avrebbe pesato perché avresti potuto pensare che fosse colpa tua se io non riuscissi a vivere la mia vita da scapolo. La verità in realtà e che non voglio più quel tipo di vita. Voglio questo, voglio tornare a casa da te e tenerti tra le mie braccia la notte. E voglio che ci svegliamo insieme e ci prepariamo insieme per andare a lavoro. Voglio sentire la tua risata, il tuo borbottare mentre lavori e voglio sentirti cantare mentre cucini. Voglio tutto questo. T/N, io ti-"

"No, non dirlo!" Urlasti tu, asciugandoti poi le lacrime. "Non è vero. Questo è uno dei tuoi giochetti. Non puoi cambiare improvvisamente i tuoi sentimenti. Non ha senso."

 Lui strinse gli occhi. "So che non ha senso, ma questo che stai vedendo ora, è il vero me. Ti ho amata da quando eravamo bambini."

"Ma tu mi hai rifiutata."

"L'ho fatto per il tuo bene, lo giuro." Lui espirò. "Mi dispiace tanto per essere passato da una personalità ad un'altra, ma l'ho fatto per proteggerti."

 "Comportandoti come se un secondo non te ne fregasse niente dei miei sentimenti e il secondo dopo essendo possessivo come la merda?"

"So che ho sbagliato, ma per favore fidati di me ora." Implorò lui. Nei suoi occhi c'erano agonia e rimpianto. Non era così che si aspettava che andasse la sua confessione, ma sapeva che non sarebbe stato facile. Ma avrebbe continuato a combattere finchè non gli avresti creduto.

"Namjoon, non c'è stata mai fiducia tra di noi. Siamo come un castello di carte (House of Cards), destinato a cadere." Dicesti tu, distogliendo lo sguardo. Lui lasciò cadere le braccia lungo i suoi fianchi, in quel momento si sentiva anche le ginocchia deboli.

"Per favore credimi." Disse piangendo lui. Quello era il Namjoon di 26 anni che piangeva, una cosa che non accadeva quasi mai. La cosa infatti ti spezzò il cuore. 

"Dovresti andare. Io devo prepararmi per il lavoro." Dicesti tu voltandogli le spalle. All'inizio non sentisti niente, poi sentisti i suoi passi strisciare sul pavimento e dopodiché di nuovo silenzio. Ed è allora che ti accovacciasti e piangesti. Nell'arco di quei 5 minuti, tutto il mondo si era capovolto. Quello che pensavi di sapere su Namjoon era apparentemente falso. Era stato serio e così onesto, ma non riuscivi ancora a credergli, considerando tutto quello che aveva fatto in quegli anni.

Quando uscisti dalla stanza, di lui in casa non c'era traccia. Quindi mandasti un messaggio a Taehyung per assicurarti che lo tenesse d'occhio. Era in uno stato vulnerabile e tu quella giornata non eri nelle condizioni di calmarlo. La cosa ti faceva sentire colpevole. E per tutto il giorno nel tuo ufficio, non riuscisti nemmeno a concentrarti, infatti sbagliasti persino alcune prescrizioni. Jungkook vedendoti in quello stato si preoccupò tant'é che ti disse di tornartene a casa per una pausa. Il peso di quello che avevi fatto alla fine si era posato su di te, avevi sbagliato a respingerlo e a non ascoltarlo. Una volta a casa, rimanesti sul divano con il cuore pesante, aspettando il suo ritorno.

Mono_l1sa

ʜᴏᴜsᴇ ᴏғ ᴄᴀʀᴅs - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora