Namjoon era impaziente con il suo autista, ancora di più lo era con le macchine che gli stavano bloccando il viaggio, ma la cosa peggiore per cui era impaziente era per te. Non avevi risposto alle sue chiamate per tutta la mattinata, Jungkook le aveva detto che saresti stata fuori per tutto il giorno (Gli aveva specificato che eri in viaggio per una visita medica ma Namjoon non lo aveva ascoltato un granché). Quando arrivò alla tua clinica, vide immediatamente che le luci del tuo ufficio erano accese. Alzò gli occhi al cielo e scese dall'auto pronto per rimproverarti. La porta d'ingresso era chiusa a chiave, ma Namjoon era Namjoon, aveva una chiave di riserva.
La luce uscì dalla porta aperta da Namjoon e quest'ultimo sulla soglia notò immediatamente la tua figura scivolante in un angolo del muro. Ed è allora che spalancò violentemente la porta per entrare del tutto. "T/N, oh mio Dio, cosa c'è che non va?" Disse lui freneticamente.
"Niente." Dicesti tu piano. Allora lui ti prese le mani e te le tolse dal viso e la prima cosa che notò furono le lacrime che stavano fuoriuscendo dai tuoi occhi. Te le asciugò subito e poi si accorse di un altro dettaglio, il sangue sulla tua maglietta.
"T/N, che cazzo è successo? Sei ferita?" Chiese lui, con paura e pienamente in panico. Ti afferrò poi la maglietta e te la tirò su scoprendo la tua pelle nuda e pulita, senza ferite. Ad entrambi non turbò quell'atto e nemmeno la distanza che si era creata tra voi due. Namjoon non poteva cambiare i suoi sentimenti per te e non avrebbe mai potuto darti alcuna speranza.
"Non è il mio sangue. Sto bene." Dicesti tu alla fine. Namjoon annuì, ma continuò comunque a non credere che tu non ti fossi fatta male in alcun modo.
"Dimmi cosa è successo." Disse lui. Il modo in cui Namjoon lo disse non era di certo una domanda. "Ti prego." Aggiunse lui, quel modo di chiedere di Namjoon era l'unico modo per farti sputare il rospo.
"Sono andata a visitare Areum. Speravo che fosse una buona giornata, ma sta morendo proprio davanti ai miei occhi e non posso fare niente. Il suo cancro è peggiorato e lei si rifiuta di andare all'ospedale per delle cure. Cazzo, mi sento così inutile." Urlasti tu. Poi sbattesti la testa contro il muro. Continuasti a farlo ripetutamente con più leggerezza finché Namjoon non mise la mano per bloccare la tua testa.
"T/N, smettila di farti male. Hai fatto tutto il possibile per lei e non è colpa tua. Il mondo è ingiusto qualche volta." Disse piano Namjoon. Non ti impedì di piangere, anzi te lo fece fare sul suo petto avvicinandoti sempre di più a lui. "Sei una persona meravigliosa. Hai salvato innumerevoli vite, inclusa la mia. Il mondo è così fortunato ad averti...io sono così fortunato ad averti." Namjoon si fermò prima di dire qualcosa di troppo. Non aveva il diritto di dirti quelle cose a causa della vostra situazione, nei tuoi confronti non era giusto.
Continuò a tenerti stretta tra le sue braccia, perso nei suoi pensieri. Gli ci volle un po prima di rendersi conto che ti eri addormentata. Invece di svegliarti, si limitò a studiarti, il viso, le tue guance gonfie e infine gli occhi gonfi. In quel momento pensò a come proteggerti dal mondo, ma la risposta pensava che non fosse lui. Infine ti prese in braccio e ti portò nella sua auto. Lungo la strada, mandò un messaggio a Jungkook dicendo che ti avrebbe portata alla sua dimora, poiché sapeva che quest'ultimo non fosse a casa ma fuori con i suoi amici e lui non voleva farti rimanere da sola.
Una volta arrivato a casa, mandò a casa tutti i suoi servi in modo che non ti potessero disturbare, ma prima che potesse mandarli via tutti chiese a qualcuno di cambiarti con dei vestiti che aveva preparato in anticipo per te. Ti portò poi nella stanza degli ospiti e ti adagiò sul letto. Dovevi essere tanto esausta perché non ti svegliasti mai nemmeno quando lui ti drappeggiò la coperta addosso e ti sistemò i capelli dietro l'orecchio. Prima che potesse andarsene, indugiò un po sul lato vuoto accanto al tuo del letto. Poi respinse tutti i pensieri e chiuse leggermente la porta dietro di sé.
Ti svegliasti avvolta nella seta. I tuoi occhi rimasero chiusi mentre le tue mani vagavano sul letto, non era il tuo. Quando finalmente apristi gli occhi, eri certa che quella non fosse la tua camera. La tua stanza mancava di decorazioni e colori mentre quella era provvista di dipinti di alta classe e di tende squisite. La seta bianca era fresca sulle tue gambe scoperte. Rimanesti senza fiato quando ti rendesti conto che non stavi indossando i tuoi vestiti. All'inizio pensasti che ti avessero rapita, ma l'intricata libreria che si trovava davanti a te ti diceva che eri a casa di Namjoon. Eri stata in ogni stanza di quella casa in realtà, ma quella non ti era affatto familiare.
Faceva un po freddo, quindi ti avvolgesti in un'accappatoio. Dalla cucina sentisti delle voci attutite. Quando raggiungesti l'angolo prima della cucina, la vista di fronte a te ti spezzò il cuore, quella sensazione ti eri proibita di sentirla, ma in quel momento non potevi fare altro che sentirla chiaramente. Una ragazza era seduta in grembo a Namjoon mentre gli dava da mangiare dell'uva. Sembrava che si stesse divertendo, aveva gli occhi chiusi e sorrideva. Entrambi erano seduti davanti alle finestre dove si vedeva l'immensa città. Sospirasti, in fondo non era niente di nuovo. Portava in quella casa almeno ogni notte una donna. Ma già da un po si stava frequentando con quella ragazza, Jia, ricordavi perfettamente il suo nome.
Distogliendo lo sguardo ti accorgesti che sul bancone della cucina vi erano i tuoi vestiti piegati dentro una borsa ed è allora che partisti per andarla a prendere. Jia però ti vide con la coda dell'occhio e gridò. "Chi cazzo sei? Cosa stai facendo qui?" Namjoon allora aprì i suoi occhi e girò la testa. Quando ti vide spinse Jia. Lo ignorasti e afferrasti con successo la borsa con i tuoi vestiti.
"Scusate, ora me ne vado." Dicesti tu, voltando le spalle e dirigendoti verso la porta.
"T/N, aspetta." Ti chiamò Namjoon ma tu lo ignorasti. "Ho detto aspetta." Urlò lui, afferrandoti per il polso per poi farti girare dalla sua parte.
"Lasciami." Dicesti tu.
"Stai bene?"
"Sto bene. Ora devo andare." Rispondesti tu, evitando il contatto visivo con lui.
"Almeno lascia che ti accompagni a casa." Disse lui.
"No grazie. Jungkook è già qua e sono sicura che Jia ti stia aspettando." Dicesti tu sarcasticamente.
"Sei arrabbiata?" Chiese lui. Quella domanda fece scattare qualcosa dentro di te.
"Ascolti signor Kim. Apprezzo davvero che ieri sera mi abbia aiutato. Ma non le ho chiesto di portarmi a casa sua ed è chiaro che avrei voluto non vedere quella scena. Lei potrebbe non sentire niente, ma io mi sento molto a disagio, quindi me ne andrò prima di provare altre sensazioni." Fu l'ultima cosa che gli dicesti prima di chiudere la porta. Non sapevi perché ma ultimamente era stato più difficile stargli vicino. Qualcosa nella sua aura rendeva difficile stare affianco a lui senza provare una sorta di formicolio, una sorta di speranza che non ti potevi di certo permettere. Scuotesti la testa e non appena entrasti in auto incontrasti Jungkook.
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ʜᴏᴜsᴇ ᴏғ ᴄᴀʀᴅs - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]
Fanfiction[COMPLETATA] "Namjoon, capisco che non provi niente nei miei confronti e lo rispetto, davvero. Ma questo non mi impedisce di provare qualcosa per te. So che è stupido, e così pericoloso da parte mia continuare a tentare. Ma io rimango. Perché quando...