POV CLARISSA
Siamo ancora nel magazzino, Ciro mi accarezza i capelli, mentre io sono seduta tra le sue gambe con la testa appoggiata al suo petto e gli occhi fissi sul soffitto.
Le lacrime secche sul mio viso.
«ti prometto anche un'altra cosa: ogni volta che farò una cazzata delle mie, ti chiederò se potremo fare sette giorni di paradiso.» io corrugo le sopracciglia. «cosa significa?»
«che mi darai una settimana per farmi perdonare e io ti darò una settimana di paradiso.» ridacchio.«non credi che dato che tu sei uno dei cattivi mi dovresti dare sette giorni di inferno?»
«nah, con te sono totalmente innocente, un angioletto.»
«il problema ce lo hai con gli altri, dovresti comportarti bene anche con loro.»
«Lucifero si comporta bene solo con la sua Lilith, o sbaglio?»
«credi che noi siamo Lucifero e Lilith?»
«sicuramente più originale di Romeo e Giulietta, non credi?» e io rido nuovamente.
«hai ragione.» dico.
«come sempre, infondo.» afferma lui.
«già credo che oramai non bisogna più parlare di come far credere alla direttrice che stiamo insieme, il progetto ci fa stare sempre insieme», dico, cauta.E dopo quest'ultima frase, non facciamo che farci le coccole, e darci bacini dolci sulle labbra.
Sembra che la nostra litigata sia lontana di decenni. E che lui non sia più il ragazzo scontroso, il boss del IPM, sembra soltanto... Ciro.*****
«questo è il mio primo giorno di paradiso.» affermo.
«il tuo primo giorno di paradiso, già. Dovremmo fare il progetto sai?» io annuisco.
«dopo il mio Club», lo rassicuro e lui prende un respiro. Negli ultimi giorni mi sembra che sia molto strano. Non so bene il perché ma di solito non ha questo viso così frustato, lui è sempre "spensierato" insomma, la parte del cattivo gli riesce benissimo.
Immagino che c'entra la sua famiglia, ho lo stesso sguardo perso quando penso alla mia, forse è un po' agitato per i colloqui di domani.Comunque entriamo nella sala comune, sono già tutti ai loro posti, oggi parleremo di Van Gogh, uno dei miei artisti preferiti.
«ciao ragazzi! Oggi faremo arte.» esclamo.
«che schifo, bleah»
«non ce ne fott un cazz re sta roba.» sento dire da molti, scuoto la testa.«parleremo di Van Gogh, sapete chi era?»
«uno spacciatore?!» urla uno, io ridacchio come tutti gli altri nella sala.
«no, ma era pazzo. O almeno, tutti lo consideravano tale.» tutti si ammutoliscono, come se interessati.
«Vincent Van Gogh era considerato pazzo, a nessuno piaceva la sua arte e quindi tutti lo consideravano uno scarto. Un piezz e merd, come si dice qui a Napoli. Van Gogh però non era pazzo veramente, non clinicamente.
Soffriva di depressione e amnesia, probabilmente questi sintomi erano dovuti all'alcol.
Van Gogh però non si fece fermare dalla critiche, è vero era sfinito, ma non smise di fare ciò che gli piaceva.
Continuò a dipingere, poi si uccise, ma non è ancora sicuro che la sua morte si tratti di suicidio, comunque, solo dopo che morì tutti iniziarono ad apprezzare la sua arte.» spiego.«pecchè si ammazzò? Pecchè era depresso?»
«come ho già detto nessuno sa se si sia suicidato o no, è più facile credere così perché aveva un animo tormentato e triste ma in realtà alcuni credono che sia stato ucciso, per quanto riguarda la depressione... Soffriva di bipolarismo, è un disturbo della personalità che porta a cambi di umore e inoltre come ho già detto prima, era malnutrito e beveva molto.» tutti iniziarono a parlottare tra loro.
«davanti a voi avete delle fotocopie, sono tutti i quadri di Van Gogh, trovate il vostro preferito e poi spiegatemi perché.»
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PISTOLE PUNTATE AL CUORE 🖤
FanfictionClarissa Nives Di Salvo è una ragazza testarda. Sì, è una ragazza che non si arrende facilmente. Suo fratello, invece, è una persona che se ne sta per i fatti suoi, che non cerca guai: praticamente il contrario della sorella. Clarissa è la persona p...