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[🔴 in questo capitolo ci sarà una scena di sesso]

Continuiamo a baciarci finché lui si stacca solo per togliersi la maglietta.
Il suo corpo è perfetto.
Sento il bisogno di averlo, di averlo sopo per me. Il fatto che in realtà non dovremmo stare insieme rende la sua compagnia ancora più eccitante di quanto non sia già e dopo tempo, mi sento finalmente viva. Leva la maglia anche a me e vedendomi gli si mozza il respiro.
Cazzo.
Ho sempre desidarato che qualcuno mi guardasse così e Ciro mi guarda come se fossi una Dea in questo momento. «si a cchiù bell, Clarì.» non riesco a non arrossire.
Lui si avvicina a me e mi guarda, si lecca il labbro e successivamente mi fa voltare di scatto per togliermi il reggiseno, spingendomi verso il muro.
«ahi! Stronzo, fa piano!» esclamo ma lo sento ridacchiare. «ah ma smettila, sai benissimo anche tu che ti piace da morire quando ci vado pesante.» alzo gli occhi al cielo anche se sorridendo.
Mi toglie il reggiseno come famelico e mi fa girare nuovamente verso di lui.
Inizia a baciarmi dappertutto, partendo dalla mia bocca per poi scendere sul mio collo, leccandomelo, mordendolo e succhiandomelo.
Infilo le dita tra i suoi capelli e spingo la sua testa verso di me. Amo sentire i suoi baci sul corpo. «tranquilla al momento non ho proprio intenzione di staccarmi da te, amore.» mi guarda con quel suo sorrisetto bastardo sulle labbra e si abbassa sempre di più fino a baciarmi i seni, per poi andare ancora più giù...
Infila le dita tra il mio corpo e i miei vestiti abbasandomi i pantaloni e le mutande insieme. Mi guarda un ultima volta prima di iniziare a leccare la mia intimità.
E Dio...

Quello che provo è indescrivibile è così... Così bello.
«aaaah cazzo sei... Bravo.»
Lui si ferma. «avevi dubbi?»
«mmh no, ora continua.» scuote la testa e si alza, io sbuffo vogliosa di riaverlo esattamente nella posizione di prima. «Ciro, per una fottuta volta ascoltami, prima eri molto più piacevole.» lui ride. «senti vaffanculo Clarissa!»

Torna giù ed io sorrido compiaciuta, rinizia il lavoro splendido di prima e cazzo se sto in paradiso.
Dopo poco però si rialza e si avvicina al mio orecchio. «quindi, Clarissa, lo vuoi?» lo guardo lussuriosa e gli slaccio i pantaloni, lui compiaciuto, mi prende in braccio e mi fa sedere su  un mobile nero. Si abbassa pantaloni e mutande e poi entra dentro di me.
Faccio un urletto di sorpresa e poi mi aggrappo a lui con tutta la forza che ho.

Perché non è vero che al colloquio ho scelto me, ho scelto lui.
E lo rifarei altre mille volte.
Ho scelto lui perché sento in qualche perverso modo, che è lui quello che l'universo mi ha mandato.
La persona che l'universo ha scelto per stare con me.

E mentre i nostri corpi sono uniti, ci guardiamo negli occhi con la stessa famelica voglia di stare così in eterno.
Senza problemi, senza famiglie; solo noi due.

«cazzo, sto per venire» dice lui.
«anche io», rispondo io.

E così veniamo insieme, urlando entrambi i nomi dell'altro.

E finalmente mi sento completa.

«ti amo, Lilith» ridacchio, mentre lui nel frattempo si rimette i pantaloni e le mutande. Io faccio lo stesso.
«ti amo, Lucifero».

Più lo guardo più vedo il mio futuro nei suoi occhi.

*

Usciamo dal magazzino dopo tanto, dato che siamo rimasti dentro a parlare un po'.
A questo punto corriamo a dirigerci verso la mensa dato che si è fatto tardi. Quando entriamo, sento gli occhi di Carmine, di Nad e gli altri, puntati addosso.
Mi chiedo ancora cosa devo avergli fatto per questo.
Tutte le mie paranoie iniziano a diventare mano mano realtà.
Mi gira la testa e sento che il respiro manca, tutto ciò che prima non mi colpiva: gli insulti che ho ricevuto qui e fuori nell'ultimo anno, non fanno che farmi pensare " e se veramente sono come dicono?".

Dopo il video, sono dovuta andare da una psicologa per non farmi pesare più gli insulti chebmi lanciavano, sembra che tutto ciò che ho inparato da quella donna si sia appena polverizzato via.
Mi domando se sono davvero una puttana, una troia, una pezza di merda. Se sono una persona orribile.
E non so bene che risposta darmi.
Infondo da soli possiamo giudicarci in un modo ma le persone all'esterno sono quelle che davvero potrebbero giudicarci per il vero, per quello che siamo. Infondo sono gli altri a subirsi i nostri comportamenti e i nostri pensieri, non noi.
Tutte queste cose frullano nella mia mente e per un momento, le parole di Viola sembrano più un consiglio che una minaccia velata.
E se fosse veramente così?
E se Ciro non stesse dalla mia parte, guardandolo ora, mi ricordo chi è veramente: un mafioso.
Guardo nuovamente Carmine e in lui vedo solo il mio adorato fratello.

Poi mi giro verso Viola, che mi sorride come se fosse il diavolo: manipolatrice e persuasiva.
Corrugo la fronte e con il vassoio ancora in mano non so dove andarmi a sedere. Mi mordo il labbro ma poi vedo Kubra con una mano alzata che mi indica di andare lì.

Ringrazio il Dio che mi ha mandato questa ragazza.

Ragazzi, capitolo un po' corto lo so, ma devo ammettere che ultimamente trovo molto difficile scrivere tra impegni vari.

Ed è per questo che credo di dover prendere una "pausa" diciamo che proverò a buttare giù qualche capitolo ma non vi prometto niente, dato che ultimamente trovo un po' difficile scrivere questa storia.

Comunque mi sforzerò di pubblicare almeno una volta alla settimana, per tenervi aggiornati sulla storia di Clarissa e Ciro.

Spero davvero che mi possiate capire.

Detto questo, alla prossima! 💙

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