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                        POV'S CIRO

In un attimo siamo sott'acqua, lei scivola via da me per l'impatto ma nuoto velocemente con gli occhi aperti e la prendo prima di tornare in superficie. La prendo da sotto le ascelle che per me è vicino alle tette e la avvicino così tanto a me da sentire quelle parti spiaccicate l'una contro l'altra.

Scuoto la testa e lei incazzata come non mai, fa il broncio. «mi puoi mettere apposto i capelli?» lei sbuffa e me li tira indietro, sorrido.

«per colpa tua devo dare ad Edoardo cinquanta euro.»
«dovresti scomettere di meno.»
«dovresti fare meno cazzate.»
«hai detto che me ne avresti donate due gratis senza incazzarti.» lei si ammutolisce ed io canto vittoria.
Le mie mani, involontariamente, scendono fino ai suoi fianchi e poi sul suo...
Lei sbarra gli occhi, io cerco una sua reazione. Mi si avvicina di più ed io inizio a palpeggiargli il culo, lei non mi dice di fermarmi, si mette solo in modo che nessuno veda cosa stiamo facendo. Aggancia le gambe intorno al mio bacino e lascia nuotare solo me.
Sento che mugola e ridacchio anche se lì sotto sto morendo. «cazzo», diciamo che è una specie di ansimo ma si avvicina più ad un sussurro.

«vi siete buttati anche voi!», Totò e il suo tempismo perfetto.
Perché è effettivamente perfetto dato che lei è una Di Salvo ed io un Ricci. E poi lei sembra essersi pentita molto di quello che mi ha lasciato fare perché probabilmente, non voleva davvero che lo facessi.

Lei si stacca velocemente e mi spinge via poi si tuffa, e non riesco nemmeno a concentrarmi sul suo culo perché sono troppo... Non so cosa sono.
Comunque nuoto fino alla barca e quando sto cercando di salire sento delle mani sulle mie spalle che mi rispingono giù.

                    POV'S CLARISSA

Le sue mani su di me erano così... Giuste. Fin troppo se ci ricordiamo che è impossibile, date le nostre famiglie. Dato praticamente tutto.
Semplicemente non si può fare.

Eppure è stato così bello, non che abbia fatto molto, in realtà, però quella sensazione di elettricità che ho provato c'è stata comunque.
Ed è stato sbagliato dato che io non potevo farlo, insomma, non lo so: volevo farlo ma mi ero imposta di non farlo e... Mi sono sentita per un attimo ferita, anche il mio orgoglio è stato male.

Sono sempre stata una che parlava e agiva impulsivamente e la maggior parte dei miei sbagli è dovuta esattamente a questo ma... Non lo so, io non lo trovo un difetto, anche se so che in alcune circostanze sarebbe meglio ragionare in modo razionale.

Eppure averlo scansato così mi è... Diciamo dispiaciuto, glielo ho letto sul viso che non voleva farmi sentire in quel modo, lui voleva solo... Si beh, noi volevamo solo toccarci. Ha pensato come avrebbe fatto qualsiasi ragazzo che pensa più col cazzo che col cervello. Ed io stessa cosa (anche se Silvia dice che noi donne non ragioniamo con la vagina e per passare alla ragione dice che i nostri sono solo "sentimenti").

Poi ci siamo svegliati e siamo tornati alla realtà.

Nuoto fino ad arrivare sotto le scalette della barca e gli poggio le mani sulle spalle, lo tiro indietro e finisce sott'acqua, ritorna in superfice e si volta nella mia direzione, standomi davanti. Incontro i suoi occhi. «cosa c'è?» sorrido vedendo che sembra esasperato, effettivamente sono difficile da sopportare.

Gli metto le mani sulle spalle come prima e poi senza preavviso cerco di tirarlo giù, ci provo e diciamo che la mia intenzione riesce solo che quando lui è giù mi prende i fianchi e tira giù anche me.

Cerchiamo di affogarci ma quando ormai non abbiamo più fiato nei polmoni ritorniamo su insieme.

«andiamo da quei due o penseranno male», dico.
Fa un sorrisetto compiaciuto.
«non avrebbero tutti i torti.» risponde ed io faccio per dargli uno schiaffo che lui schiva magnificamente.

«iamm piccerè, o' chell de prima sarà solo l'inizio.»

PISTOLE PUNTATE AL CUORE 🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora