«mamma?»
«non tornare mai più a casa.» dice fredda.Sento come se il mondo mi stesse crollando da sotto i piedi. «mamma, aspetta, ti prego, cosa significa?» ha il viso bagnato da alcune lacrime ma gli occhi sono spenti.
«significa ciò che ho detto: non tornare mai più, Don Salvatore ti proteggerà ma non ti voglio più vedere e non tornare da tuo marito. Tuo padre vuole ammazzarti, ha messo una taglia sulla tua testa, ora chiunque vorrebbe ucciderti lo potrebbe fare.» cado in ginocchio e mi aggrappo alle sue gambe, stringendogliele forte. «ti prego, mamma non mi abbandonare!» ed improvvisamente torno bambina.Sento dei rumori venire dalla cucina: piatti e bicchieri rotti.
«non me ne è mai frefato un cazzo di ciò che fai e lo sai ma non davanti a Carmine e Clarissa cazzo! Sono dei bambini!» urla mia madre, in preda alla rabbia e alla delusione e... Non so descrivere il suo dolore, so solo che è tanto. «questi bambini come dici tu, erediteranno ciò che io ho ottenuto con la fatica e non voglio perderlo!» urla.
Voglio tanto bene a papà però lui non c'è mai e quando c'è, sembra assonnato...
«smettila con quella roba!»
«no! Vaffanculo!» uno schiaffo.
Mia madre si tocca il viso che è diventato velocemente rosso. «vai tu a fanculo, brutto stronzo!» mia madre lancia un grido di disperazione e rabbia, poi lancia un piatto. Mio padre si abbassa schivando il colpo. «spero che tu muoia! Vattene!» urla, mia mamma.
Mio padre alza il pugno ma poi mi vede e lo ritira, va verso la porta ed io gli corro incontro attaccandomi alle sue gambe. «no, no non andare via! Per favore! Ti prego!» lui mi sorride.
«devo piccola mia, devo.» ed esce, prima però prende una pistola ed io sbarro gli occhi ma non dico nulla.
Una volta che si è chiusa la porta dietro di lui mi giro verso mia madre e le urlo contro. «perché lo hai fatto andare via?»
«non hai visto perché?»
«è mio padre! E perché gli urli contro in quel modo? Gli hai lanciato tu addosso quei piatti! Lui non ti ha fatto niente per meritarsi tutto questo!»
«non ha fatto nulla a me ma a voi sì, ora vai in camera tua.»
«no.» schiaffo.
La odierò per sempre.Mia madre si abbassa con me e mi prende tra le mani il viso, poggiando la sua fronte sulla mia. «non ti abbandono, ti dono una vita migliore come volevi tu, ma non ti voglio più vedere? Hai capito? Devi essere invisibile, come morta.» si alza e poi fa per andarsene. «no, non andare via!»
«devo.» risponde, sapendo il dolore che mi provoca quella risposta.
Lei sa, lei ricorda.
Se ne va ed io mi sento troppo sola per andare avanti.
Rosa si avvicina a me ma io la scanso e me ne vado. Non so nemmeno dove, so solo che esco da quella stanza e mi dirigo di nuovo di sopra.
Buttandomi sul letto di Ciro, fregandomene di tutto.
Purtroppo la mia solitudine dura poco perché Ciro torna da me e si mette al mio fianco sul letto. Ci guardiamo e poi lui mi accoglie tra le sue braccia mentre piango a dirotto.
«meriti di più, più di me e della tua famiglia, nessuno è degno veramente di te, Clarissa, ma permettimi di provare ad essere almeno un quarto di quello che sei tu, ti prego.» chiede e le mie difese crollano, lo guardo negli occhi e sorrido.
«mi sei mancato anche tu.» lui sorride con amarezza e ci abbracciamo più forte, sento che mi accarezza i capelli e mano mano mi addormento.
Ho il cuore a pezzi, ma so che posso farcela, lo so perché me lo impongo.
Io devo farcela.*
Il giorno dopo io e Ciro ci dirigiamo verso una casa abbandonata.
Ciro ha portato birre, canne e cibo ma non so minimamente ciò che ha in mente di fare.
«volevo chiedertelo da un po' ma... Edoardo e gli altri? Come stanno?» lui sorride.
«ti importa?» alzo un sorpacciglio e sbuffo incazzata.
Le cose tra noi non sono cambiate affatto, mi sta sul cazzo come sempre anche dopo le parole dolci di ieri.
Mi sono resa conto che di parole ne ha dette tante ma che non ha mai dimostrato ciò che diceva, quindi, se vuole davvero che io lo perdoni, deve impegnarsi.
Che poi gli basta poco perché lui è il mio punto debole e lo perdonerei anche ad occhi chiusi, gli basta solo un po' di sforzo.
Un pochino e so che cederò.
Lo faccio sempre.
«stanno bene. Non che io ne sappia più di tanto, non li vedo da quanto non li vedi tu ma almeno so che stanno per venire qui.» è radioso.
Sembra felice e spensierato come non lo era mia stato. «cazzo!» affermo, contenta almeno quanto lui.
«già, anche se mi sei mancata più tu che loro...» lo trucido con lo sguardo perché queste parole le trovo davvero belle e... Io non dimostro sempre esplicitamente quanto mi piaccia che una persona sia con me gentile ma spesso accade che certe cose mi colpiscano.
«smettila.»
«esatto, smettila lei è con... OH CAZZO!» Edoardo impallidisce come tutti gli altri appena lo vedono.
Tutti gli saltano addosso e insieme si abbracciano, dimostrando quanto in realtà si vogliono bene. «mio Dio non ci posso credere!» dice Totò.
«io invece sì, o sapev che non eri morto!» urla Edoardo con il sorriso più raggiante del mondo sulle labbra.
Li guardo intenerita e sento un braccio intorno alle spalle, quando mi volto vedo Gaetano e sorrido.
Non c'è bisogno di parlare, sappiamo entrambi che ci siamo perdonati.
Abbiamo capito che abbiamo un punto debole in comune: Ciro.
Lui si siede sul divano mentre io rimango in piedi a guardare il ricciolino dal taglio sul sopracciglio.
«se continui a guardarlo così lo consumi, ragazza.» dice Milos ed io lo spingo, poi ci abbracciamo.
Io e Milos abbiamo sempre avuto un rapporto molto più stretto.
Come fratelli.
«mi sei mancato anche tu, Mi.» battiamo il cinque e poi il pugno e ridacchiamo mentre ci sediamo sul divano. Il ricciolino però si ingelosisce e si mette vicino a me, cingendomi la vita con il braccio. «che vuoi?»
«sei mia.»
«te lo sei detto mentre ti masturbavi questo?» domando, maliziosa.
Lui contrae la mascella ed io mi ritengo vittoriosa. «lo hai detto tu mentre ti scopavo.» sussurra poi, non accetta proprio di avere l'ultima parola.
Alzo gli occhi al cielo e provo ad allontarmi ma lui mi avvicina a lui e poi mi bacia.
Cazzo.
Si alza un coro di "oooh" ed io mi maledico mentalmente.
Maledico anche lui, che sia chiaro.
«Edoà, preparami una canna.» ordino, incazzata del bacio e lui fa il segno del militare. «subito boss 2.0» alzo il dito medio e lui ride.
Nonostante tutto credo di stare bene anche io.Spazio autrice
Abbiamo capito altre cose del passato di Clarissa e sappiamo che donna Wanda ha ceduto Clarissa ai Ricci pur di non far continuare le violenze domestiche ecc
Inoltre nel prossimo capitolo si capirà perché suo padre vuole ucciderla anche se credo sia scontato voglio precisarlo.
Credo che comunque ci saranno massimo altri due o tre capitoli e la storia finirà quindi...
Sarà molto difficile dire addio a questa storia, non solo per voi ma anche per me che la ho scritta, è la mia prima storia qui su wattpad e ci tengo molto.
Forse sarà un po' cringe o altro ma nonostante tutto la scriverei altre mille volte.Inoltre ci tengo a precisare che non so quando uscirà la prossima storia su Ciro perché vorrei buttare giù qualche capitolo prima di pubblicarla ed inoltre devo "lavorare" ancora la trama.
Ho una bozza ma vorrei scriverla ancora meglio di questa (anche se questa rimarrà sempre la mia preferita, almeno credo) vorrei sviluppare anche amicizie e "parentele" ecco.Detto questo adiosss
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PISTOLE PUNTATE AL CUORE 🖤
FanfictieClarissa Nives Di Salvo è una ragazza testarda. Sì, è una ragazza che non si arrende facilmente. Suo fratello, invece, è una persona che se ne sta per i fatti suoi, che non cerca guai: praticamente il contrario della sorella. Clarissa è la persona p...