Sono in stanza a leggere un libro, non ho niente da fare e il mare mi ha distrutto.
Vedo entrare Silvia che mi lancia un'occhiata sprezzante e cerco di ignorarla ma non ci riesco del tutto.
È stata mia amica prima di essere una stronza.
«Ciro poco fa è scappato via, era furioso, immaginavo che tu volessi saperlo.» rimango a bocca aperta e lei si gira con un sorrisetto sulle labbra.
«grazie Silvia, sul serio.»
«non credere a Viola, dice tutte stronzate, ma dovevo fingere. Anche Nad, Filippo e Carmine lo stanno facendo.» spiega. Non mi sono nemmeno accorta che avevo smesso di respirare.
Sono così... Felice.
E corro verso il posto preferito di Ciro nell'IPM.*
Sul terrazzo tira una leggera brezza estiva e chiudo la felpa per non prendermi un raffredore, al momento, sarebbe davvero pessimo stare male.
«dov'è il re dei criminali che tutti temono?» sento una leggera risata venire da poco più lontano e vedo Ciro che si fuma una sigaretta.
«perchè hai fatto la furia?» chiedo, rubandogli la sigaretta dalle dita. «Viola mi ha baciato.» il mio cuore si spezza in una frase, in una sola fottuta frase, tutto ciò che credevo reale diventa finzione. «hai ricambiato?» la mia voce è un flebile sussurro, ho così paura della sua risposta. «no.» risponde secco, sembra anche... Deluso. «hai dubitato però, vero?»
«sì, ma non per ciò che tu pensi.»
«cosa, allora?!»
«sono una persona cattiva, secondo te?» mi corruccio, leggo l'espressione sul suo volto e capisco: lui si crede un mostro. Lui crede davvero in ciò che le persone dicono, lui crede di meritarsi tutto l'odio che riceve, lui crede di meritarsi questa vita.
«no, non lo penso.» lui si gira di scatto e prende la sigaretta. «davvero?» inspira. «sì.» espira.
«perchè? Ho fatto cose orribili.»
«volevi farle?»
«alcune sì, alcune no.» spiega e leggo nei suoi occhi il terrore del mio pensiero.
Il terrore della sentenza finale.
«allora vuol dire che sei come tutti gli altri, né cattivo né buono. Sei umano, a volte sbagli altre no.» questo mi costa tanto dirlo ma la penso realmente così. «ora rispondi tu ad una mia domanda. Perché hai dubitato?»
«l'ho lasciata io. Viola, intendo. L'ho abbandonata perché ho visto una cosa ma... Se l'amavo, sarei dovuto restargli accanto anche se mi aveva distrutto. Ma non ci sono riuscito, Clarissa. Non riesco nemmeno a guardarla in faccia senza disprezzarla, perché io la amavo. La amavo davvero tanto, ma a lei non importava.
Eppure, quando l'ho lasciata io mi sono sentito... Libero, ero felice.
Ma allo stesso tempo, non avrei dovuto essere triste? Non gli sarei dovuto rimanere accanto per guarirla? Ma è pazza. Io non sapevo come curarla. Io volevo portargliela la medicina ma quale era? Io... Io» piangeva.Stava piangendo, lì, davanti a me.
Ciro Ricci stava piangendo.
Ora che mi aveva raccontato un po' del suo dolore, era diventato anche mio in parte. Come se la sua tristezza influenzasse la mia felicità.
«non è colpa tua, le persone non le puoi curare se non vogliono essere salvate, Ciro. Tu non hai colpe di niente, se le persone ti fanno male e non ti chiedono scusa con lo sguardo... Non ti amano veramente.» lui alza di scatto la testa e punta i suoi occhi nei miei. «scusa, Clarissa, scusami tanto.»
«perché dovresti scusarti, infondo è stata lei a baciarti e...» mi bacia.
Mi trasmette tutte le sue emozioni e cerca di farsi perdonare.
«Ciro non c'è bisogno di questo.»
«c'è bisogno di questo, solo che tu ancora non lo sai. Scusa, scusa, scusa.
Ricordati che ti amo, sempre, anche se crederai che non è così.» questo mi insospettisce. Non capisco cosa c'entri in questa conversazione e questa cosa mi mette paura.
Mi farà del male.
Mi mordo il labbro, maledetta me, mi faccio troppe paranoie. Ha solo paura che non lo perdoni per il bacio.
«certo, ti amo anche io Ciro.»Lui sorride e le mie difese crollano.
«ho parlato con tuo fratello, è un coglione a fare così.» ridacchio.
«Ciro..»
«comunque non parliamo di lui adesso, ho un po' di voglia in questo momento.» alza il sopracciglio con fare malizioso ed io scuoto la testa nonostante non veda l'ora di stare con lui. «andiamo nel tuo posto?»
«certo.» e ci dirigiamo nel magazzino dove abbiamo fatto l'amore per la prima volta.
Vorrei chiamarlo sesso ma con lui è amore e non riesco a definirla una semplice scopata.*
«mi hanno dato un permesso.» dico, felice di poter uscire e fare le cose che facevo prima di entrare nell'IPM.
«sono contento mia piccola Lilith», amo quando mi chiama così.
«ha detto l'avvocato che devo resistere un altro mese e poi esco per sempre, ma io non voglio lasciarti Ciro, potrei aspettarti. Fare una rissa.
Qualcosa per stare ancora un po' in paradiso.» lui scuote la testa e gioca con i miei capelli mentre siamo ancora sdraiati dentro al magazzino.
«no, no non devi farlo. Tu uscirai e mi aspetterai fuori. Quando uscirò non mi parlerai, mi guarderai negli occhi, oltre tutti i muri, poi io ti bacerò così forte che vorrai passare tutta la tua vita così.» spiega, convinto ed io roteo gli occhi. Non riesco però a non sorridere, perché deve essere tutto così bello?
Io vorrei stare per davvero tutta la vita con lui.
«sei bello.»
«o sacc» gli do uno schiafetto e lui si protegge ridacchiando. «scus.»
«ij t'amm».
«hai parlato in napoletano.»
«solo tu riesci a farmi fare certe cose.» e lui mi bacia un'altra volta.
«cazzo, sei così bella anche tu. Non ho mai visto persona più bella di te.
Però non intendo solo di aspetto fisico, sei bella dentro. E ti giuro, sono così felice che credo mi scoppierà il cuore.» le sue parole mi smuovono qualcosa nella pancia.
Arrossisco e lui sorride. «ricordi i nostri primi incontri?»
«già, arrossivo spesso.»
«ti piacevo già?» chiede, ridendo.
«no, ero intrigata. Più che altro mi incuriosivi e mi mettevi in imbarazzo, credo di essermi accorta che mi piacevi quando mi hai detto di starti lontana.» lui si morde il labbro e mi abbraccia, portando la mia testa sul suo cuore. Fa un piccolo respiro tremolante e poi parla.
«Stringiti a me, abbandonati a me, sicura. Io non ti mancherò
e tu non mi mancherai. Troveremo,
troveremo la verità segreta su cui il nostro amore potrà riposare per sempre, immutabile. Non ti chiudere a me, non soffrire sola,
non nascondermi il tuo tormento!Parlami, quando il cuore
ti si gonfia di pena. Lasciami sperare
che io potrei consolarti. Nulla sia taciuto fra noi e nulla sia celato.
Oso ricordarti un patto che tu medesima hai posto. Parlami e ti risponderò sempre senza mentire.
Lascia che io ti aiuti, poiché da te
mi viene tanto bene!» la poesia.La fottuta poesia.
La nostra poesia.Il cuore mi batte a mille, non riesco a non farmi scivolare una lacrima dal viso, poi scoppio in un pianto.
«ti amo, mio Dio, se ti amo. Sei tutto ciò che ho sognato.»Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Ciro e Clarissa sono due patatini ma manca pochissimo al completo caos e al boooom di cui vi parlavo.
Sto cercando di pubblicare il più possibile perché comunque vi ho fatto desiderare un bel po' il capitolo 26 e mi sono sentita un po' in colpa per non aver pubblicato regolarmente come ho fatto fino a qualche capitolo fa.
Scusate tanto ma la scuola mi sta tenendo abbastanza impegnata, confidiamo però che forse dato che la prossima settimana nella mia scuola c'è autogestione potrei avere più tempo per tenervi aggiornati sulla storia.
Detto questo alla prossima!Ps. grazie per tutto il supporto che mi state dando.
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PISTOLE PUNTATE AL CUORE 🖤
FanficClarissa Nives Di Salvo è una ragazza testarda. Sì, è una ragazza che non si arrende facilmente. Suo fratello, invece, è una persona che se ne sta per i fatti suoi, che non cerca guai: praticamente il contrario della sorella. Clarissa è la persona p...