"Ma dov'è, doveva già essere qua!"
Jungwon andava avanti e indietro, era molto nervoso, guardò l'orologio continuamente chiedendosi quando sarebbe arrivato il suo accompagnatore.
"Mi chiedi di uscire e poi non ti presenti?! Non ci credo!" Ringhiò mentre si girò per andarsene, ormai credeva che non sarebbe più arrivato.
Qualcuno lo prese per mano e si girò.
"Che fai, baby, te ne vai?" Disse Jay con la sua solita espressione da flirting.
"Sei in ritardo, e lasciami."
Si liberò dalla presa, sembrò un coniglietto incazzato e allo stesso tempo nel panico, adorabile!
"Eddai, baby, fammi un sorriso."
"Te lo scordi." Mise il broncio.
"Eddai." Gli implorò il bad boy, avvicinandosi sempre di più. Gli prese il mento accarezzandolo appena e fece per baciarlo.
"Se lo fai ti prendo a calci!" Mormorò a denti stretti e gli occhi di fuoco, che paura!
Dopo l'avvertimento si allontanò.
"Baby, calmati, sei tutto rosso! Hahahah."
In effetti le guanciotte di Jungwon sembrarono bruciare e si mise a sudare.
Gli bastava QUELLO sguardo, tipico di Jongsong, per farlo impazzire.
"T-ti odio." Balbettò con un filo di voce.
Jay scoppiò in una risata, per lui la falsità di quel "ti odio" era esilarante.
"Che ci trovi di tanto divertente, scemo?! Piuttosto andiamo dove volevi portarmi."
"Ok baby, partiamo, abbiamo un po' di strada da fare."
I due salirono sulla solita macchina, la stessa che usarono per arrivare all'arena la volta precedente.
Durante il viaggio nessuno aprì bocca, non sapevano che dirsi.
Andarono verso la periferia, molto distante dal centro di Seoul.
All'orizzonte si poterono scorgere le luci degli edifici, così distanti che sembrarono stelle. Erano circondati dalle colline e prati verdi.
Jungwon si incantò al paesaggio fuori dal finestrino. Decise, poi, di rompere il silenzio:
"Ma dove mi stai portando? Siamo lontanissimi."
"Di preciso da nessuna parte."
"Come?! Non sai dove stiamo andando?" Esclamò incredulo.
"Tra un attimo lo scoprirai."
Passò un altro po' di tempo prima che accostassero, ai piedi di un boschetto.
"Vieni."
Salirono sulla collinetta che stava davanti al querceto, arrivarono in cima col fiatone, siccome era abbastanza alta.
Dall'alto il panorama era molto differente che visto dalla strada: le pianure sembrarono molto più vaste e in lontananza si poterono scorgere appena i profili dei palazzi, sparpagliati sui prati, si videro dei paesini la cui forma si potè distinguere appena.
"Eccoci." Disse Jay, sedendosi sull'erba morbida e asciutta.
"Non te l'aspettavi eh? Lo so che non è come un concerto, ma suppongo che guardare l'eclissi ti piacerà lo stesso." Aggiunse, alzando gli occhi verso il cielo.
Era di un bellissimo blu intenso, che sfumava col rosso all'orizzonte, la luce del sole non scomparve del tutto oltre il crepuscolo, miliardi di stelle già lo ricoprirono dopo il tramonto.
"In effetti non me lo aspettavo, soprattutto da te. Ammetto, però, che è bello stare qui."
Il vento si alzò, facendo muovere le chiome degli alberi di cui il fruscio era l'unico rumore che si riuscì a sentire.
"Buon compleanno, Wonie."
"Ma tu come fai a saperlo?!" Chiese incredulo, sgranando gli occhi.
Jay non rispose ma fece l'occhiolino, e gli si avvicinò fino a essere uno accanto all'altro.
"Grazie." Mormorò Jungwon mentre si appoggiò alla spalla del suo bad boy che con un braccio lo avvolse in una sorta di abbraccio, il suo solito comportamento freddo svanì man mano che strinse il suo "ragazzo" a sé, come se volesse scaldarlo.
"Mi ami ancora, Jongsong?" Gli chiese ironico mentre risollevò la testa.
"Cosa?!" Chiese Jay confuso mentre lasciò la presa.
"Adiamo, non mi hai più rivolto la parola per due mesi, non esistevo più per te, eri come un bambino che si stufa del suo nuovo giocattolino: lo butta da una qualche parte e si dimentica di averlo. Da quando sei stato male, però, sei tornato come prima, scrivendomi persino una lettera copiata e così sdolcinata da far venire il diabete. Che c'è? Ti manca giocare col tuo giocattolo preferito? Chissà, magari mi pianterai in nasso e mi spezzerai nuovamente il cuore, del resto, per te cosa sono? Mi ami veramente come dici, o non hai fatto altro che prendermi per il culo per tutto il tempo?" Ribadì freddamente Jungwon. Ripensò a quanto è stato male per causa sua e gli vennero gli occhi lucidi.
"L'ho fatto per farti cedere."
"Cedere?"
"Sì, ero disperato, continuavi a porre resistenza, quindi Sunoo mi ha consigliato di non fare più niente perché tu confessassi."
"Certo che voi due siete proprio deficienti per anche lontanamente pensare che un piano del genere potesse funzionare." Alla fine abbandonò la tensione data dalla rabbia e si mise a ridere.
"Però ha funzionato."
"Ma che dici?!"
"Allora che cosa mi avevi detto in bagno?" Domandò Jay, spostandosi di fronte a lui e gli mise la sua mano sulla coscia.
"N-niente."
"Avanti, baby, so che mi hai detto qualcosa, coraggio."
Jungwon fu preso da un' attimo di panico, dove non seppe che dire e se resistere oltre oppure lasciarsi andare e confessare, ma aveva promesso a se stesso di non farlo, lui se n'era già invaghito da tempo, ormai, ma non aveva alcuna intenzione di cedere. In quell' istante non seppe più che fare.
Preso dal momento, però, con la ragione offuscata dai mille pensieri, prevalsero l' emozioni ancora una volta.
Velocemente prese Jay da dietro la nuca e lo tirò a sè, inclinò la testa e lo baciò, mentre con l'altro braccio gli si aggrappò al collo, intanto sentì la mano che gli teneva la coscia stringere la presa, piegando appena la stoffa dei jeans.
Durò di più rispetto a due mesi prima. Peccato che non c'era Changbin questa volta hahahah ;D
Le loro labbra si staccarono, si poterono vedere i loro respiri dal freddo e si sentirono pure, essendo così vicini l'uno all'altro.
"Ti amo, Park Jongsong." Sussurrò infine, finalmente!
"Anch'io ti amo, Yang Jungwon."
L'oscurità era ormai calata, si videro solo le sagome dei due ragazzi che si diedero un altro bacio, stretti l'un l'altro in un caldo abbraccio. Non erano mai stati più felici come in quel momento.
Quando gli occhi si chiusero il tempo si fermò, come in un sogno, in effetti lo era.
Intanto il vento divenne una leggera brezza e la luna, alta in mezzo a un mare di stelle, illuminò tutto quanto con un vivido bagliore bianco, che da lì a poco sarebbe diventato di un bel rosso brillante.
Era incredibile come Jay fosse riuscito a persuadere Jungwon, convinto che non avrebbe mai amato nessuno nella sua vita, soprattutto un bad boy che, però, ha fatto tutto quello che era contro la sua natura per conquistarlo, riuscendoci.
Se la seduzione fosse un arte, allora il nostro Jongsong sarebbe un artista indiscusso, forse uno dei più bravi.
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Make you MINE- Jaywon
Romance"Park Jongsong, non fare lo scemo e lasciami andare!" Gridò Jungwon chiaramente incazzato. "Sei così adorabile quando ti arrabbi" disse Jay accennando con le labbra un sorriso compiaciuto, con un movimento istantaneo prese la mano del suo amato nell...