"Wonie, perché non hai fatto lezione oggi?"
Non gli rispose, non si accorse nemmeno della sua presenza, stette lì: impassibile, seduto sul muretto della palestra, accanto all'ampio campo da pallacanestro vuoto, ma che lasciava segni di presenze delle ore precedenti, grazie alle impronte di scarpe sul pavimento azzurro con al centro una grande "D": simbolo della scuola che si trovava anche cucita sulle divise. I raggi del sole di mezzogiorno gli illuminarono il viso zuppo, intanto ascoltava la musica a tutto volume e teneva la testa abbassata, guardando il pallone da futbawl che stringeva tra le mani e a volte lo fece anche ruotare su se stesso lentamente.
Jake gli tolse le cuffie, facendolo trasalire.
"Naturalmente hai sempre la testa fra le nuvole... Che ascolti di bello?"
"Arcade di Duncan Laurence." Borbottò con voce rotta.
"Allegra." Commentò sarcastico.
"Vuoi sentire?" Le scollegò, togliendo il cavo dalla porticina USB del telefono.
"Va bene. Posso vedere la tua playlist?"
"Certo." Glielo porse.
"Vediamo... Before you go, Impossible, Another love, The love is gone, Can we kiss forever, Someone you loved, The moral of the story, The loneliest..."
"Sono tutte della cartella: canzoni depresse." Spiegò.
"Lo vedo... Ne posso mettere una? Non è nell'elenco, ma credo che ti piacerà, giusto per sdrammatizzare, è un po' vecchia..."
"Certo."
Digitò il titolo e la fece andare. Il brano partì con degli schiocchi di dita, poi una voce meravigliosa che tutti conoscono, iniziò la prima strofa: "she keeps her Moet et Chandon in her pretty cabinet" così faceva il testo.
"Li conosco! Sono i Queen!"
"Bravo, sai anche la canzone? Scommetto di no, l'hanno fatta quando non erano neancora tanto famosi."
"Invece sì, saputello, si intitola "Killer Queen". Non sei l'unico che conosce la musica."
Ascoltarono, senza aprir bocca, un pezzo della canzone, quando arrivò il ritornello, la tristezza di Jungwon si alleviò, le lacrime smisero di irrigargli le guance e sorrise.
Preso dalla melodia, si mise a cantare. La sua voce soave rimbombò tra le pareti della palestra che fino a quel momento era vuota e silenziosa, ci voleva questo per ravvivare l'atmosfera e soprattutto l'umore.
Jake in un primo momento rimase sorpreso dalla bravura dell'amico, poi gli venne dietro, come in un duetto.
"Wonie, sei fantastico, hai una voce stupenda!" Esclamò infine.
"Grazie, ma mai quanto Freddy."
"È veramente difficile raggiungere quei livelli, ma anche te non scherzi."
Sorrise timidamente.
"Ho un'idea: se cantassi al ballo di primavera? Sei troppo bravo. Sempre se tu non hai un accompagnatore." Propose.
Jungwon si rifece scuro in volto.
"Che hai?"
"Volevo che mi ci portasse Jay ma...." Borbottò.
"Jake, tu non hai idea di quello che ha detto su di me." Riprese a singhiozzare.
Per consolarlo salì anche lui sul muretto e gli appoggiò il braccio attorno le spalle.
"È per questo che hai dato buca a tutte le lezioni?"
"Sì, l'ho sentito litigare con Riki... Diceva... Non riesco nemmeno a dirtelo." Pianse ancora di più.
"Non farlo se non te la senti."
"Ti giuro che ho ripensato alle tue parole e mi sono sentito in colpa, gli ho scritto una lettera, ma l'ho stracciata."
"Avete litigato?"
"Sì, dopo che l'ho salvato dal suicidio, non l'ha presa bene e mi ha dato dell'egoista e che dovevo lasciarlo morire... È forse una colpa amare così tanto una persona, da non voler vederla uccidersi?"
"No, Wonie. Vedrai che Jay si pentirà di quello che ha fatto."
"Non voglio rivederlo mai più!" Gridò, poi per la frustrazione strinse la palla da futbawl e la lanciò con tutta la sua forza contro il muro.
"Dai amico, su col morale, ci sono tanti pesci nel mare."
"Piantala, a quella solita frase fatta non ci crede più nessuno."
"E se ti dicessi che ci saranno degli ospiti speciali?"
"Che?" Smise immediatamente di singhiozzare, spalancò i suoi occhioni da cerbiatto e fissò Jake incuriosito.
"Ho catturato la tua attenzione eh?"
"Chi sono?"
"Non posso dirtelo, lo scoprirai. Ora sono certo che non paccherai."
"Daaaii!"
"Se vuoi scoprirlo, vieni il 20 marzo alle otto di sera."
"Non ci penso proprio, senza un accompagnatore sembro un deficiente in smoking."
"Allora niente sorpresa."
Jungwon sbuffò e mise il broncio, lanciò un occhiata al pavimento e subito dopo al soffitto, infine incrociò le mani e movette la gamba freneticamente dal nervoso.
"Sennò che volevi fare? Stare a casa ad autocommiserarti? Wonie, hai bisogno di divertirti e di non pensare, starò io con te, tranquillo."
"Avevo già scelto il film: IT, è da tanto che lo voglio vedere. Ho anche comprato una vaschetta di gelato da scolare tutta in una sera e dell' O-cha caldo."
"Al diavolo il film, il gelato e l'O-cha. Hai 19 anni non 50, vivi la vita."
"D'accordo, rompiscatole, ci vado, ma non ho alcuna intenzione di mettermi uno smoking, sembro un pinguino."
Jake scoppiò a ridere.
"Prenditi un vestito da suora hahahhaa."
"Spiritoso, non sei divertente."
"Ma ti ho fatto sorridere. Comunque non sei obbligato a metterti giacca e cravatta, puoi venire anche in felpone, se vuoi."
"È quello che farò."
"Non ti azzardare ad andare là vestito da sacchetto dell'umido come hai sempre fatto alle medie, te lo proibisco."
"Ma ho solo roba largha e nera, che ci posso fare?"
"Questo pomeriggio andiamo al centro commerciale, offro io."
"Non so..."
"Non è una richiesta, è un ordine, ci vediamo al ******* alle quattro." Annunciò, balzando giù dal muretto.
"Porto i soldi, allora."
"No no, pago tutto io, vengo da una famiglia ricca, ricordi? Posso comprare tutto il brand di Gucci se voglio."
"Non posso lasciartelo fare, poi mi sento in colpa."
"Wonie, seriamente, non importa, tranquillo."
"Ti ho detto che pago con i miei soldi, fine del discorso. Non mi piace scroccare, lo trovo odioso." Concluse Jungwon, serio come non mai.
"E va bene, hai vinto tu come sempre, ma se ti serve qualche prestito, non esitare a chiedere."
"Affare fatto."
"Bene. Ora fammi un bel sorriso."
Si asciugò le lacrime e obbedì, mostrando due profonde fossette sulle guance.
"Grazie, Jake, sei un vero amico."
"Per te questo ed altro. Ora è meglio che vada. Ciao."
"A dopo."
STAI LEGGENDO
Make you MINE- Jaywon
Romance"Park Jongsong, non fare lo scemo e lasciami andare!" Gridò Jungwon chiaramente incazzato. "Sei così adorabile quando ti arrabbi" disse Jay accennando con le labbra un sorriso compiaciuto, con un movimento istantaneo prese la mano del suo amato nell...