Mi sposi?

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Arrivato all'eta di ventisei anni appena compiuti, Manuel non ci aveva mai pensato fino a quel momento.

Diciamo che si era ritrovato costretto a farlo appena sua mamma glielo aveva fatto pensare per caso quel pomeriggio.

«Manuel? Io e Dante sabato non ci siamo. C'è il matrimonio di Anna, quella mia amica, te la ricordi?»

E Manuel, che stava tranquillamente bevendo il suo caffè in attesa che sua mamma si sbrigasse a vestirsi, neanche lo ascoltava con interesse quel discorso.

Almeno fino ad un certo punto.

«Non vedo l'ora di piangere al tuo di matrimonio amore! Dio, sai che fontana che divento?»

Fortunatamente bastò un cenno del capo per accontentare Anita che lasciò cadere quel discorso nell'oblio più totale e fece finta di nulla.

Come se la testa di Manuel non fosse, più delle altre volte, un gran caos.

Non se lo era mai immaginato Manuel il suo matrimonio.
Anche perché essenzialmente lui, alle anime gemelle, l'amore della propria vita.. prima non ci credeva.

Per lui l'amore era una gran fregatura.

Lo aveva visto con sua madre, prima di Dante almeno. Lo aveva provato sulla sua pelle, nonostante le persone attorno a lui gli avevano più volte ripetuto che le sue storie, non erano mai state d'amore.

E c'era rimasto male ai tempi, sapendo che non era mai stato innamorato di nessuno e non sapeva che si provava.

Poi era cambiato tutto.
Poi era arrivato Simone.

E improvvisamente il mondo per lui era cambiato.
Che si sentiva quasi stupido a pendere dalle labbra di qualcun altro, dipendere quasi da un'altra persona che lo rendeva così felice.

Poi aveva visto quegli occhioni grandi e castani, quei riccioli morbidi, quel naso perfetto su cui si posavano tante piccole lentiggini, la sua schiena ricca di costellazioni e i suoi baci.

Manuel per descrivere la felicità avrebbe parlato sicuramente dei baci caldi di Simone.

Che bastava vederlo dopo una brutta giornata che subito si rasserenava.

Simone era il suo sole, ciò che lo teneva in vita.

Non era esagerato per lui, ma sapeva bene che senza Simone non sarebbe mai stato felice.

Quindi all'anima gemella e all'amore della propria vita.. iniziò a crederci.


L'argomento del matrimonio però, Manuel lo viveva con estremo disappunto.

Lui, cresciuto senza un padre, la sua mamma con gli occhi tristi che soffriva per ogni uomo a cui infantilmente, donava il suo cuore.

E beh, Manuel non credeva mica che il matrimonio sanciva l'unione per tutta la vita.

Che non serviva mica un pezzo di carta davanti ad un altare per giurare amore eterno, no?

Però Manuel cominciò a pensare che non era più solo lui. Erano una coppia ormai, lui e Simone.

Non poteva comportarsi da persona egoista e semplicemente schivare il discorso fino alla morte.

Per cui, non seppe neanche dove prese il coraggio per rientrare in casa, guardarlo in cucina accanto al ripiano intento a cucinare, e avvicinarsi per affiancarlo.

«Ei, mi hai spaventato» rise il più alto, allungandosi per baciarlo. «Come sta tua mamma?»

«Mh? Bene bene»

Manuel non disse più nulla, rimase in silenzio. Appoggiandosi alla spalla dell'altro senza troppo peso.

Di punto in bianco poi;
«Simo' ma te me vorresti sposa'?»

In quell'esatto momento, Simone pensò che il suo cuore avesse mancato un battito.. forse due.

«Cosa?» sussurrò. Dimenticando sul piano cottura coltelli e pomodori.

«Dico.. ce pensi mai a noi due su un altare?»

E Simone, nonostante la sua vuota e malinconica infanzia, era ahimè un inguaribile romanticone.

Che come le spose volevano essere accompagnate all'altare dal proprio papà, camminando sulla marcia nuziale verso il loro futuro marito che le aspettava per una vita eterna insieme, Simone avrebbe tanto voluto marciare verso di Manuel, a braccetto con suo padre, voltandosi per guardare Anite e sua madre reggersi a vicenda per trattenere le lacrime senza successo.

E senza velo magari, con un semplice smoking, arrivare da Manuel che gli sorrideva, che gli sussurrava che non vedeva l'ora di baciarlo, non vedeva l'ora di passare una vita assieme.

«Perché tu no?»

Manuel lo guardò morendosi il labbro inferiore.

«Non esattamente ecco»

Il corpo di Simone si bloccò, quasi come un robot che si spegneva completamente.

«Tu non- non pensi che un giorno noi.. potremmo ecco..»

«Simo' io non ce credo a 'ste cose» affermò, togliendo ogni dubbio all'altro.

«Che vuoi dire?»

«Gli addobbi, la chiesa, il prete che legge quattro frasi da un libro e dice che ce possiamo bacia'..» sbuffò, «Simo' io ti amo ma il matrimonio per me non.. non è essenziale in un relazione» si mise a braccia conserte davanti a lui.

E Simone, nonostante la confusione iniziale, capì perfettamente il pensiero di Manuel.

«No certo ma.. è una cosa carina e- importante» si appoggiò al piano, abbassando lo sguardo.

«Importante? Perché a che serve?» non gli diede tempo di rispondere che parlò di nuovo. «Simo' non serve un matrimonio per stare insieme tutta la vita»

Tutta la vita

Quella promessa di eternità fece tranquillizzare un minimo Simone che però non era stupido. Lo sapeva bene che il matrimonio non significasse quello, non solo, ma ciò non toglieva quanto lui in realtà ci tenesse.

«Lo so Manuel! Solo mi sembrava una cosa bella per noi. Tu non te lo sei mai immaginato? Perché io sì, in più circostanze, con dettagli e non me ne vergogno perché io sono innamorato dell'amore. E.. e mi sarebbe piaciuto condividere questa cosa con te ma se non vuoi io lo capisco ok? Non ci sposeremo mai» affermò.

Si rigirò velocemente, continuando a cucinare; «apparecchia, ho quasi finito..»

«Simo' dai» si avvicinò al suo corpo, accarezzandogli i fianchi. «Ho solo detto quello che penso io piccolo, tu puoi pensare quello che vuoi. In futuro ci pensiamo meglio mh?» sussurrò baciandogli la schiena.

Simone rabbrividì. Come al solito quando Manuel lo sfiorava.

«Se vuoi spostarti io ti sposo, m'hai capito? Basta che sei felice te Simo'»

Il più piccolo si voltò tra le sue braccia, guardandolo.

«Ma se tu non credi al matrimonio non ha senso..» sussurrò.

Manuel gli baciò la fronte, esitando un paio di minuti su quel punto.

Abbassò lo sguardo su Simone e gli sorrise.

«Io credo in noi Simone, credo nel nostro amore. Penso basti questo»

Simone sorrise, arrossendo un poco per la dolcezza che Manuel riusciva a tirare fuori in certi casi.

«E mi sposerai?» chiese sulle sue labbra.

«Ci puoi scommettere amore mio»

Un dolce baciò sancì quella promessa.

Che Manuel si sarebbe ricreduto anche sul matrimonio, questo superava di gran lunga le sue aspettative.

Simone Balestra, che m'hai combinato?

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