Al di là

1.1K 85 9
                                    


Per spiegarti tutto il meglio
con parole che non ho,
faccio prima a darti un bacio
il resto boh



Era da settimane che Manuel stava combattendo invano contro una sensazione che gli stava massacrando le viscere. Perché proprio non riusciva a capire che gli prendeva.

Era come un mal di pancia continuo, che non si fermava mai. Come se ci fossero dei pugni invisibili assestati perfettamente al centro del suo stomaco, facendolo soffocare.

Ed era strano anche che questo dolore si intensificava ogni volta che Simone era vicinissimo a lui, che quasi credeva di restarci secco un giorno di questi.

«Simo' me fa male qua, n'attimo» si toccò il petto, mentre il corvino parlava perché proprio non riusciva a concentrarsi.

«Ma dove?» e si preoccupò immediatamente Simone, mettendosi in allerta quasi dovesse fargli una rianimazione a momenti.

Erano seduti entrambi su quei sedili in garage, che ormai erano come un divanetto per loro. Uno accanto all'altro che si smezzavano una canna, come sempre la loro quotidianità ormai.

E Manuel all'inizio aveva persino dato a quest'ultima la colpa di quel dolore lancinante, ma aveva capito poco dopo che non c'entrava niente.

Anche se aveva dubbi sul vero e proprio motivo non l'avrebbe mai ammesso.

«Qui.. io-» senza pensarci due volte abbassò la cerniera della tuta, scoprendo il suo addome nudo e cercando di darsi sollievo continuando a sfregare con la mano sulla sua ormai pelle d'oca.

Simone osservandolo attentamente, dovette ingoiare un groppo di saliva. O tra poco soffocava pure lui assieme all'altro.

«Magari hai mangiato qualcosa che.. uhm, che ti ha fatto male» cercò di guardarlo negli occhi, anche quando Manuel lo affiancò nuovamente.

«Non lo so, è da giorni che va avanti» sbuffò con un'espressione addolorata.

Che in verità non era solo un dolore allo petto o all'addome. Manuel cominciava a non capirci più niente, a volte gli capitava di incepparsi con le parole, la maggior parte delle volte quando parlava con Simone. O che la mente gli si annebbiasse appena il corvino faceva la sua apparizione dinanzi ai suoi occhi e persino incantarsi mentre Simone parlava, e questo non se ne accorgeva. Non fino a quando Manuel scuoteva la testa per risvegliarsi.

Ormai aveva fatto i conti con quel sentimento invasivo che voleva a tutti i costi reprimere; perché come glielo spieghi al tuo migliore amico che ti sei innamorato di lui?

Credeva di aver trovato un equilibrio anche piuttosto stabile con l'amico, non avevano più parlato di quello che era successo quella notte, e stavano bene così.

Almeno, così pareva.

«Vuoi che vada via oppure..» cominciò Simone, che magari l'altro voleva stendersi un attimo di sopra e riposarsi.

«No resta, ma saliamo in casa è meglio»


Anita non c'era, erano solo loro due in casa e si rintanarono nella camera del maggiore in modo che quest'ultimo si sdraiasse sul letto per cercare di rilassarsi.

«Vuoi qualcosa per calmarlo? Magari da qualche parte c'hai una tachipirina» provò Simone, sedendosi rigidamente sul materasso affianco a lui.

«Non penso che faccia effetto» non c'è una medicina per questo, non passa.

Simone annuí lentamente, cercando di non osservare il viso di Manuel corrucciato dal dolore ma pensare ad una soluzione efficace.

Al contrario, il maggiore non poteva fare a meno di guardarlo. Che ormai non riusciva più a mentire neanche a sé stesso, quindi tanto valeva smettere di nascondersi.

«Te sdrai co' me?» uscì dalle sue labbra senza che lui ne fu completamente convinto, ma non importava.

Il piccolo spalancò gli occhi e la bocca.

«Certamente» balbettò, posizionandosi sempre un po' in imbarazzo accanto a lui.

E quel silenzio tra loro non era mai stato più rumoroso. Che tra i pensieri terrorizzati di Manuel e quelli impauriti di Simone, non c'era più pace per i loro cuori.

«Me puoi..» cercò di parlare Manuel. Faticando a trovare le parole giuste. «Me puoi accarezza'?»

Simone credeva che il suo fiato si fosse fermato proprio come lo sguardo dell'amico sul suo viso.

Era indeciso persino a sfiorarlo, che si teneva addirittura poco distante dal corpo dell'altro che non sapeva come avrebbe potuto reagire.

E quello addirittura gli chiedeva delle carezze.

«Qui?» indicò la cerniera - che un poco aveva tirato su, arrivando a metà addome.

Manuel non disse niente, gli prese la mano e la posizionò sul suo stomaco, sotto la tuta da meccanico, sulla sua pelle.

«Qui» sospirò, anche sussultando dato la mano fredda.

Cominciò a muovere la mano in modo impercettibile Simone, temendo che l'altro con uno scatto avrebbe potuto scostarsi da un momento all'altro.

Invece, se osservava il suo viso che poco prima esprimeva solo dolore, in quel momento lo poteva vedere rilassato, come se fosse tutto quello di cui avesse bisogno.

Il respiro di Simone era pesante, quello di Manuel invece sembrava essersi rigenerato, e aveva cominciato a respirare di nuovo.

Con un movimento che spaventò Simone, Manuel cercò di avvicinarsi a lui.

E il primo impaurito scostò la mano ma Manuel scosse la testa in dissenso.

«Continua per favore» sussurrò flebile, vicinissimo al suo viso teso.

E quelle carezze continuarono dolcemente, come una crema salvavita, che ormai Manuel aveva capito chi poteva curare ogni sua ferita.

Ma in ogni caso proprio non riusciva a intavolare le parole per spiegargli tutto.

Per spiegargli che lo amava.

«Simo, non trovo le parole giuste» affermò, osservando come gli occhi dell'altro si fecero confusi.

«Non capisco»

Manuel si lasciò andare ad un sospiro, strizzando gli occhi che cominciarono a inumidirsi.

«Non- non trovo le parole giuste, faccio prima così..»

I loro visi si mossero assieme l'uno vicino all'altro, ma fu Manuel ad allungare una mano sul viso di Simone, sfiorandogli una guancia e sfiorandogli le labbra.

Fu un bacio atteso, all'inizio leggero, un semplice toccar di labbra, che si intensificò appena Simone fu certo di non star sognando.

E proprio quest'ultimo, capendo di non esagerare, osò. Allungando la mano sotto la tuta di Manuel che ancora lasciava carezze, la poggiò sul suo fianco, tirandoselo incontro e poi addosso.

Manuel emise un mugolio che Simone temette fu di dolore.

«Fa ancora male?»

«No, la medicina sta funzionando» sorrise, baciandolo un'altra volta e sentendosi irrimediabilmente bene sotto le cura di chi amava di più al mondo.

















Buonanotte e il resto boh☹️🤍

Moments Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora