Profumo di casa

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Più ci pensava, più si sentiva in colpa ad essere così triste.

Che nonostante tutto quello che lui e sua madre avevano passato, erano riusciti un'altra volta a vincerla quella battaglia, con l'immenso aiuto della famiglia Balestra che aveva dato loro una spalla su cui piangere e un'amore immenso da cullare.

E se ci pensava, non gli mancava nulla.

Sua madre aveva finalmente trovato un lavoro ben pagato in quel museo, ora vivevano nella villa assieme a Dante e Simone, e quest'ultimo lo aveva persino convinto ad iscriversi alla facoltà di filosofia dopo la maturità.

"Piuttosto cerco di studiare con te e ti aiuto quando pensi di non farcela"

Aveva persino trovato il coraggio per dirgli quanto lo amava. E crogiolandosi nelle sue lacrime e nelle braccia accoglienti di Anita, era riuscito a sussurrare sono bisessuale.

Dante era addirittura riuscito a trovare qualche cliente che gli affidasse le moto da sistemare, in modo tale che lui potesse guadagnare facendo quello che più amava.

Aveva poi risistemato il garage della villa, per permettere a Manuel di avere tutto lo spazio e gli arnesi necessari per lavorare; Dante non aveva badato a spese e si era persino offeso quando il riccio gli promise che gli avrebbe ridato fino all'ultimo centesimo.

"E' un regalo Manuel"

Ma Manuel ai regali e alla bontà umana non era mai stato abituato.

E ci pensava spesso alla fortuna sua e di sua madre di aver conosciuto i Balestra, che avevano proprio migliorato la loro vita, che pareva tanto buia prima, mentre ora si era rinvigorita di colori.

Come quando ogni volta che guardava Simone, Manuel pensava che fosse la cosa più bella che gli fosse mai capitata.

Ogni volta che lo sentiva ridere, che lo guardava arrossire ad una sua battuta maliziosa, persino quando Simone era talmente concentrato a studiare che gli si formava quella piccola rughina tra le sopracciglia.

Manuel si sentiva irrimediabilmente fortunato. E innamorato.

Per non parlare di quando Simone lo cercava con lo sguardo in una sala affollata di persone che in ogni caso loro due si ritroverebbero all'istante. O quando Simone lo baciava, e il suo pensiero era di aver appena toccato il cielo con un dito.

Sono infiniti i momenti in cui Manuel si sente grato alla vita. Ma altrettanto quelli, come in quell'istante, dove vorrebbe solamente addormentarsi per non pensare. Ma ironicamente, ha troppi pensieri che gli invadono la testa, per cui non riesce a prendere sonno.

Nonostante sia persino comodo, con il corpo schiacciato sopra quello del corvino mentre questo ha le mani sulla parte bassa della sua schiena e pare già essere entrato nel mondo dei sogni.

Allora Manuel non ci pensò due volte a posare il suo mento sul petto di Simone, guardandolo con ammirazione e amore, e invidiandolo un po' per la calma con cui respirava e sbuffava aria teneramente dalle sue labbra schiuse.

Il sospiro che invece lasciò le labbra del maggiore, era carico di frustrazione. Era esausto e solo Simone avrebbe potuto tranquillizzarlo ma allo stesso tempo non voleva interrompere quel suo rilassato sonno.

Non fece in tempo neanche a scostarsi dal corpo dell'altro, che una mano lo attirò nuovamente vicino a lui.

«Manu? Resta qui»

Manuel sorrise quando Simone strizzò un occhio per guardarlo, nonostante in stanza fosse buio pesto. Ma si mosse, questa volta più velocemente, che Simone si era già voltato di nuovo a dormire.


Era sceso al piano di sotto Manuel, cercando qualcosa nel frigo, che neanche sapeva cosa in effetti, pareva ubriaco. Girovagava per il soggiorno cercando anche di stancarsi.

Ma niente, fu tutto inutile.

Si buttò a peso morto sul divano, mordendosi nervosamente una pellicina e posando lo sguardo su un punto indefinito nella stanza.

Neanche gli bruciavano gli occhi, erano ancora abbastanza svegli, nonostante le palbebre si calavano con facilità.

Sicuramente non vispi e attenti, altrimenti non avrebbe rischiato di morire d'infarto appena una mano alle sue spalle lo sfiorò.

«Cristo Simo' ma sei matto?» si mise una mano sul petto, voltandosi lentamente nella sua direzione.

«Non c'eri nel letto» si giustificò, prendendo posto a sedere accanto a lui.

Manuel abbassò la testa; «non riesco a dormire» sbuffò.

Il corvino allargò un braccio, invitando Manuel a rifugiarsi lì in mezzo.

«Ti accarezzo la testa, ti va?»

Il maggiore annuì, con un piccolo sorriso sulle labbra che presto si nascose nella maglietta leggera del pigiama di Simone.

Con lentezza, quest'ultimo lasciò scivolare una mano tra i capelli ricci e castani di Manuel, lasciandogli tenere e delicate carezze per calmare quei turbolenti dubbi che tenevano sveglio il maggiore.

Era una cosa loro. Che capitava tutte le volte che Manuel non riusciva a dormire, anche se si sentiva sempre in colpa a svegliare o disturbare il sonno di Simone.

Ma questo invece era ben felice di poterlo aiutare, coccolandolo in modo che l'altro pareva sempre tranquillizzarsi tra le sue braccia.

Come in quel momento.

«Vuoi tornare su Manu?» gli sfiorò la fronte, il contorno delle sopracciglia, il naso e di nuovo tra i capelli, lasciandogli un lungo bacio.

«Mh, no. Restiamo qui» biascicò in un sussurro, lasciandosi cullare da quelle dolci carezze e quel delicato profumo.

E finalmente riuscì ad adormentarsi, erano bastate due braccia e un profumo che sapeva di casa, in cui Manuel sarebbe rimasto per l'eternità.









Vi ricordate il tweet dove Manuel si addormenta solo con le carezzine tenere di Simone sulla sua testolina? Ecco

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