Buonanotte perfetta

1.6K 99 3
                                    




Dall'episodio dell'incidente, Manuel aveva compreso una cosa riguardo il suo rapporto con Simone. In realtà la sua testa già vorticava di pensieri che lui si ripeteva di ignorare ma quando successe quello che lui pensava irreparabile, fu inevitabile accettare la verità.

Fu spaventato all'inizio, come se quel muro di certezze che aveva caratterizzato la sua intera vita fosse d'un tratto crollato. Rendendolo nudo e privo di corazza a proteggerlo dal mondo.

Una cosa che Manuel invece aveva capito post incidente, era che lui riuscisse a dormire solo sentendo il battito di Simone accanto a sé.

È qui, è vivo, sta bene, posso dormire in pace.

Era solito ormai, senza che neanche Simone si poneva più alcuna domanda, appoggiare la testa sul suo petto e aspettare che i suoi ricci venivano cautamente accarezzati dalla mano del più alto.

«Mica te do fastidio se m'addormento qui?»

«Non sei scomodo Manuel?»

«No, anzi»

C'erano momenti in cui li contava, gli occhi aperti nel buio più totale della camera da letto di Simone.

«Uno, due, tre..» sussurrava, sfiorando il suo stomaco con i polpastrelli che lasciavano carezze delicate.

«Sto bene Manuel»

«Lo sento, è bello»

Simone non osava domandargli il perché di tanta preoccupazione, alla fine lui era vivo e vegeto, stava bene. Non c'era più nulla da temere.

Eppure il riccio era calmo soltanto al pensiero di avere quel battito ad occupargli la testa. Che lo faceva addormentare con un sorriso sul volto e il cuore leggero.

Era sicuro fosse anche merito di quelle carezze in mezzo ai ricci, ma era l'insieme a renderlo speciale.


Furono diversi gli episodi in cui Manuel, per una scusa o per l'altra, decideva di fermarsi a dormire da Simone. O invitava quest'ultimo a casa sua per avere almeno il buon senso di dormire di nuovo nel suo letto.

Per comodità, si inventava lui. Ma sapevano entrambi che era una questione ben maggiore.

E neanche si fecero problemi a farlo notare ai loro genitori, neanche si giustificavano più quando volevano semplicemente l'altro al proprio fianco.

Quando Simone era accanto a lui, dormendo beato, Manuel si addormentava senza incubi che ricordavano quella maledetta notte. Quando credeva di aver perso la sua persona.

Che aveva provato a dormire in attesa del suo risveglio ma nulla. Aveva tirato a lungo con due ore di sonno tranquille ma poi Simone lo aveva accolto con occhiaie lunghe chilometri e con l'invito di andare immediatamente a dormire.

Manuel aveva scosso la testa, poggiandola sul suo petto delicatamente, per non fargli male. E si era addormentato dolcemente con la mano dell'altro a lasciargli caute carezze.

Dante, la mattina seguente, li aveva trovati così e sapendo quante difficoltà aveva avuto il più grande in quei giorni durante il sonno, manco ci aveva pensato a svegliarlo.

Anche Anita se n'era accorta.
Sicuramente non nel migliore dei modi, anzi.

Ci fu una notte, una delle pochissime che Manuel passava a casa sua e non in villa, in cui proprio non riuscì a dormire.

Cominciò per questo a dare la colpa ai lavori in garage, che aveva troppe moto da terminare e per questo viveva con milioni di pensieri a disturbargli il sonno.

Moments Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora