Essere speciale

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«Ti sei mai sentito inadeguato?»

Manuel corrugò le sopracciglia, aspirando il suo ennesimo tiro dalla canna che teneva tra le mani e voltandosi lentamente verso Simone, solo con il viso.

«Che domanda è?»

Se ne stavano sdraiati a bordo piscina, come ogni sera praticamente. A smezzarsi il fumo e cercare di osservare più stelle possibili in cielo.

«Lascia stare, 'na domanda stupida»

«Smettila di pensa' che fai domande stupide Simo'» gli passò il mozzicone, guardandolo negli occhi e piegando i gomiti per sorreggersi. «Quindi, perché sta domanda?»

«Era 'na cosa così, un pensiero mio» si morse il labbro inferiore, scuotendo la testa appena gli allungò la fine.

«E che se so sti pensieri? Te senti così?» si alzò a fatica, mettendosi seduto.

Il corvino fece la stessa cosa, ritrovandosi con la schiena schiacciata a quella del maggiore.

«Forse a volte, è capitato» sbuffò fuori il fumo, tossicchiando e buttando via il rimasuglio che ormai era inutile aspirare visto quanto bruciava sulle labbra.

Manuel sapeva che quelle parole in realtà per Simone avevano un peso maggiore, perché la sua testolina spesso lo tormentava con pensieri di auto sabotaggio. E lo percepiva dal tono di voce che il corvino aveva assunto appena posta quella domanda.

«Ma quando cioè.. pure co' me?»

Simone abbassò lo sguardo e posò una mano sulla terra vicino al bordo piscina, quasi accarezzandola come se non avesse mai visto nulla di più interessante.

«Quando hai saputo che mi piacevano gli uomini forse.. per come mi hai guardato, un po' sì»

In tutta sincerità Simone aveva paura di girarsi, per ritrovarsi ancora uno sguardo simile a quel momento e affondare ancora il suo cuore dove non avrebbe mai saputo ritrovarlo.

Ricordava perfettamente quei giorni, dove la persona che considerava un amico all'inizio, e poi una delle persone più importanti della sua vita, lo aveva guardato quasi terrorizzato, un mostro.

Come se non riconoscesse chi aveva davanti. Come se non sapesse che in verità non era cambiato nulla nel Simone di prima e quello del dopo.

Si era sentito sbagliato Simone.

Un brutto sbaglio nella vita di Manuel, che gli aveva urlato addosso tutto il suo rancore senza problemi, all'inizio.

Ma era riuscito a scusarsi. Allentando ma senza fermare quella sensazione di inadeguatezza che Simone aveva sentito crescere piano piano nel suo petto.

Manuel d'altro canto si era sentito svuotato appena il corvino pronunciò quelle parole.

Perché come spiegargli chiaramente che quegli occhi terrorizzati erano soltanto causa di una paura interna al suo cuore, perché aveva ormai capito che Simone era più di un semplice amico?

Ancora schiena contro schiena, aveva allungato una mano dietro di lui cercando di stringerla a quella dell'altro che un po' si allarmò nervoso.

«Me dispiace per tutto quello che t'ho fatto passa'» gli accarezzò delicatamente il dorso. «Non era mia intenzione io.. nun t'ho mai visto come qualcuno da cui scappa', sei sempre stato colui dentro il quale mi rifugiavo»

Un sospiro, piccolo, perché temeva sempre di esagerare con le reazioni che Manuel gli provocava, lasciò le labbra di Simone con un leggero tremore.

«Non volevo trasforma' sta serata in un pianto deprimente» ridacchiò scacciando via una lacrima e stropicciandosi un occhio con la mano libera. «Mi dispiace» si alzò come se nulla fosse successo, stirandosi i vestiti con le mani e mollando quella di Manuel sulla terra umida guardando il suo viso in penombra.

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