f*cking bi

1.9K 82 6
                                    




Mickey Milkovich mi manchi


La musica aveva un volume elevato, tanto da non riuscire ad avere una conversazione a pochi metri senza il bisogno di urlarsi in faccia.

Le luci in casa erano soffuse, un'atmosfera strana per una festicciola di liceali ma a loro sembrò bastare.

Fortunatamente nel giardino di villa Balestra non c'era nessuno. La musica da quel luogo era fin troppo ovattata, quasi inesistente.
Alcuni uscivano solo per rotolarsi una canna, un po' d'erba o vomitare l'anima di quello ingurgitato poco prima.

Il giardino era quasi del tutto silenzioso. Quasi.
Se non fosse per quei profondi gemiti e sospiri che Simone cercava di trattenere.

«Manuel-»

«Vieni per me Simo'»

Il più basso lo teneva dai fianchi, con la faccia spiaccicata al muretto di quel capanno dove la famiglia conservava gli attrezzi per il giardinaggio.

Simone tremò, venendo poco prima di Manuel e sporcando quella superficie laccata in legno.

«Cazzo» sussurrò.

«Dopo si pulisce tranquillo»

Simone annuí e vedendo Manuel rivestirsi fece la stessa cosa, ritornando subito dentro.

Non si parlavano quasi mai dopo il sesso. Perché questo era, solo sesso.

Manuel aveva messo in chiaro le cose, lui aveva una vita, degli amici, una dignità.

Non poteva mandare tutto a rotoli per lui.

E Simone, innamorato com'era, avrebbe fatto di tutto per Manuel.
Quindi quando gli aveva fatto quella proposta "solo sesso Simo', tipo scopamici.. ce stai?", Simone aveva acconsentito senza batter ciglio.

Il primo di tanti sbagli visto che più i giorni passavano, più il più piccolo si stancava di essere ancora un segreto. Ancora perché aveva già vissuto in segreto tutti quei mesi in cui si stava scoprendo e ora, che sapeva bene chi fosse, chi voleva amare, non aveva modo di viverlo alla luce del sole.

Ma era Manuel e Simone non riusciva a essere lucido quando si trattava di Manuel. Non sempre.


**

La festa lo annoiava.
Per questo Simone si appoggiò sul divano, sfinito e con un mal di schiena allucinante.

Stappò l'ennesima birra di quella serata mentre osservava a pezzi, la sagoma di Manuel avvicinarsi e sorridere ad una ragazza che lui non aveva mai visto.

Fu inevitabile per lui pensarci; perché non poteva farlo con me? Cos'ho di sbagliato io?

E no, Simone non aveva capelli lunghi, lisci e neri, un fisico con il seno formoso e il sedere perfetto.
Non era il tipo di Manuel evidentemente.

Sbuffò.

Non era il suo tipo ma per scopare andava bene? Fanculo

Si alzò con uno scatto, complice e aiuto anche quel leggero alcol nel suo corpo, si avvicinò proprio a quel riccio che per poco non infilò l'intera mano sotto la gonna di quella sconosciuta.

«Manu? Io salgo di sopra, mi annoia questa festa» urlò per farsi sentire.

Manuel lo guardò distratto, sì avvicinò poi al suo orecchio.

«Va bene ci- ci vediamo dopo mh? Tieni la porta aperta che arrivo» si voltò subito dopo, di nuovo verso la ragazza.

«Non hai capito, vado di sopra e basta. Io e te abbiamo chiuso»

E Simone rimase compiaciuto quando Manuel lo afferrò da un braccio, dimenticando quella mora, e lo guardò confuso.

«Che cazzo significa?»

«Che non facciamo più nulla, mi sono stancato di essere un segreto»

E Simone era così orgoglioso di come stava affrontando quella situazione. Non si lasciava confondere da Manuel, dal suo sguardo intenso che sembrava perforarlo, dalle sue labbra torturate dai denti e il suo petto che si gonfiava per ribattere.

«Dio sei così drammatico..»

Simone cercò di levarselo di torno.
«Drammatico? Tu sei un codardo Manuel, ecco cosa sei!»
Si avvicinò il giusto per fare in modo che l'altro sentisse.

«Non hai capito un cazzo Simo'» affermò a denti stretti.

«Oh credimi, ho capito bene invece. Tu ti credi un duro ma hai paura. Hai paura di te stesso, dei tuoi amici, di cosa potrebbe pensare tua madre. Hai paura di vivere ciò che sei Manuel!» gli puntò un dito sul petto e si incamminò verso le scale, scostando chiunque gli si parasse davanti.

«Ma vattene pure, sai che me fotte a me?» sussurrò mordendosi il labbro.

Simone però già saliva il primo gradino e si allontanava sempre più in fretta da lui.

«Merda» si grattò la testa agitato, guardandosi intorno per prendere il coraggio di cui aveva bisogno.

Fanculo

«Ei!» si allontanò verso le casse dove veniva rilasciata a tutto volume la musica. Le spense. «Posso avere la vostra attenzione? Ascoltatemi tutti!» urlò.

Simone si fermò sul quarto scalino, guardandolo a bocca aperta. Non lo farà davvero.

Manuel si guardò intorno, guardò Simone e prese un respiro profondo.

«Volevo dire a tutti quanti.. che sono bisessuale cazzo!» allargo le braccia. «Proprio così mi piacciono entrambi, uomini e donne! Pensavo.. dovreste saperlo» annuí per autoconvincersi e si leccò le labbra.
Alzò le sopracciglia guardando Simone. «Sei felice adesso?»

La musica poi ripartì, Manuel guardò i suoi compagni quasi deluso di non essere più il centro della loro attenzione.

Guardò Simone che non si era mosso da quelle maledette scale e gli camminò incontro.

«Non ti volevo costringere io..»

«Te ne stavi andando ho- credo di aver avuto paura. Tutto qui»

Simone annuí.

«Simo', lo so che non so' il ragazzo perfetto ma io non so' come si fa. Non so' mai stato co 'na persona che mi piacesse davvero, aldilà della parte carnale uhm-»

«Io ti piaccio?» sussurrò.

«Ma sei scemo Simo'?» salì qualche scalino per risultare più alto dell'altro, lo baciò. Per la prima volta davanti alle altre persone, senza nascondersi, senza paura.
«Certo che me piaci scemo» arrossì.

Simone sorrise e sussurrò dolcemente sulle sue labbra; «sono fiero di te Manu»

Manuel annuí, sentendosi finalmente amato come mai nessuno in vita sua aveva fatto.

Avvicinò la fronte a quella dell'altro.
«Andiamo di sopra? Qui ci pensano Chicca e Luna» sussurrò sorridendo.

«Andiamo» salirono le scale sotto lo sguardo di tutti gli invitati, entrando nella stanza di Simone mano nella mano.

Moments Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora