Buongiorno

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una smut troppo corta (e brutta) per una storia🙏🏻

Uno spiraglio di luce entrò dalla tapparella semichiusa e colpì Simone dritto in faccia.

Si svegliò con un lamento e strizzando gli occhi infastidito da quella luce.

«Che palle» mormorò con la voce ancora impastata dal sonno, stiracchiandosi e passandosi una mano sul viso per risvegliarsi.

Ma subito dopo sorrise, ripensando ai ricordi confusi della notte trascorsa e quello che vicino a lui, nudo, ne rimaneva.

Si voltò lentamente alla sua destra e accarezzò la schiena nuda di Manuel che dormiva beato accanto a lui.

Aveva il viso rilassato, le labbra ricurve in un sorrisino soddisfatto di cui Simone si era perdutamente innamorato.

Si avvicinò ancora, lentamente, e gli baciò il naso. Che Manuel arricciò infastidito ma quel riso sulle labbra persisteva.

Si nascose, come se potesse, premendo la faccia contro il materasso e con il cuscino sul capo.

Simone rise mentre tentava di toglierglielo di dosso.
«Neanche un bacio?» mise su un finto broncio, sussurrando con voce roca.

Ma Manuel, che nel frattempo si tratteneva dal ridere fragorosamente, non mollava.

Un'idea maliziosa poi passò per la mente di Simone, convinto di riuscire così a risvegliare il ragazzo.

Cominciò ad infilare la mano sotto il lenzuolo ormai spiegazzato per condurla al corpo nudo di Manuel.

Questo però ancora non si mosse, per cui Simone gli accarezzò piano il fondo schiena, stringendogli le natiche, passando un dito sulla sua apertura, mentre lentamente scendeva a baciargli la schiena.

Il corpo del più basso si cosparse di brividi e si mosse un poco fino a mettersi supino e togliersi dal viso quel cuscino.

«Ah sei sveglio allora?»

Un sorrisino furbo gli apparve sul viso mentre con lo sguardo notava che la mano di Simone ancora non si era mossa.

«Mh, continua» gli aveva detto, mentre con una mano gli accarezzava il viso e con l'altra lo guidava in quel movimento.

Simone si abbassò per leccargli le labbra e baciarlo subito dopo, mentre la sua mano finiva per accarezzarlo lì dove Manuel provava piacere.

«Di più» sussurrò poco dopo.

Simone sorrise, lasciandogli una scia di baci bagnati sul collo e scostandosi dal corpo caldo di Manuel per piegarsi dall'altra parte del letto, sfiorando con le labbra il piacere dell'altro, con lo sguardo fisso nel suo.

Gemette il più basso, solo al pensiero: i pompini di Simone erano in assoluto la cosa che più amava.

Stimolò con la mano l'erezione già quasi del tutto piena di Manuel, avvicinando la sua bocca quasi stuzzicando l'altro.

«Cazzo Simo'» infilò una mano tra i ricci dell'altro, cominciando ad accarezzandolo.

Simone lo guardò, avvicinando con una lentezza asfissiante le sue labbra fino a poggiarle sulla punta rossa e bagnata del membro di Manuel.

Alcune gocce del suo liquido preseminale e caldo bagnavano le labbra di Simone, facendo godere Manuel di una visione paradisiaca.

Aveva affondato meglio le mani tra i suoi ricci, tastandone la consistenza e tirandoli, spingendo la testa dell'altro contro il suo bacino.

Incavò le guance Simone e allungò una mano per ricominciare a masturbare Manuel, gli occhi grandi fissi nei suoi.

Dopo attimi, Manuel si rese conto di essere quasi arrivato al culmine e tirò la testa di Simone all'indietro con prepotenza, stimolando ancora il suo membro e finire per venire copiosamente sul volto angelico di Simone.

Il peccato.

Sul quel sorriso perfetto e quella lingua mozzafiato che non esitò un attimo prima di ripulirsi il viso, ingoiando.

Gemette oscenamente Manuel, sorridendo e tirandoselo in braccio, tenendolo per le cosce nude e toniche.

«Sei il più bello del mondo» sussurrò, avvicinando la mano alla sua erezione che ancora non aveva avuto sollievo. «E sei tutto mio»

«Mhmh» annuí freneticamente Simone. «Tuo e basta»

«Bravo» sorrise, gli allungò il palmo al viso, sapendo già cosa dovesse fare: sputò.

E con quella stessa mano, ricominciò a occuparsi di lui, stringendogli la punta e chiudendo gli occhi al gemito acuto di Simone.

«Manu-u»

Manu, che continuava a passare la mano su quella lunghezza, sempre più velocemente.

Aveva ingoiato l'urlo con il quale Simone era venuto, spingendo la sua lingua nella bocca dell'altro e attorcigliandola con la sua.

Gli aveva stretto le natiche, azzerando completamente quei pochissimi centimetri che ancora li separavano.

Si staccarono senza fiato, appicciando le fronti sudate e sorridendo.

«Buongiorno Manu»

«Buongiorno piccolo»

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