Non ho (+) paura

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Manuel si era svegliato.

La stanza era avvolta ancora nella penombra mentre si voltava verso Simone al suo fianco.
Dormiva e respirava lentamente, rilassato. Con un'espressione calma in viso.

Manuel si sentiva davvero fortunato ad essere lì in quel momento ma allo stesso tempo estremamente stupido, quasi fuori luogo.

Era come se vivessero uno appiccicato all'altro.
Però lontano da tutti. Lontano da chi avrebbe potuto giudicarli o provocargli dolore.

Nella loro bolla.

Erano nascosti. A godere del loro amore reciproco per conto loro, senza che altri potessero intaccarlo.

Per Simone lo stare con un uomo, ormai era quotidiano, nessun tipo di problema.
Aveva fatto un percorso deciso, duro e intenso. Ma era arrivato alla consapevolezza di chi voleva essere, di chi voleva amare.

Per Manuel però, era tutto nuovo.
Stava scoprendo sfumature di se stesso che mai avrebbe pensato di vivere. E lo stava facendo lentamente, aveva paura.

Con Simone alla fine era stato tutto naturale. Non si era fatto più domande ad un certo punto, aveva semplicemente seguito il cuore.

Aveva inoltre affrontato da solo il tema della bisessualità.
Non aveva voluto coinvolgere Simone dopo tutto il male che gli aveva causato. Non se lo meritava.

E no, non era stato facile.
Si era sentito quasi stupido a cercare su internet tutti quei significati alla sua età.
Aveva persino fatto uno di quei test "scopri se sei gay!" ma questo era un segreto che non avrebbe mai detto a nessuno.

Simone gli dava sicurezza, è vero. Ma niente paragonato a tutto il polverone che si sarebbe alzato, agli insulti pesanti che avrebbero dovuto subire sia lui che Simone nel corso degli anni.

Tanto bello quanto fragile.
Aveva allungato una mano per accarezzare la sua pelle candida, anche se ormai ne conosceva a memoria ogni centimetro.

Simone glielo aveva ripetuto tante volte.
«Manu non preoccuparti. Io sono felice così, se ci sei tu sono felice, tranquillo»

Ma Manuel tranquillo non ci stava perché sentiva di porre dei limiti a questo sentimento. A Simone.
Sentiva di non stargli dando il 100% di quello che meritava.

Non voleva che Simone si nascondesse a causa sua. Non dopo tutto quello che ha passato.

Ma Manuel non riusciva a perdere il controllo, doveva sempre averlo sottocchio.
Che se lo avesse perso solo un attimo non era sicuro di ritrovarlo.
Si sarebbe perso per sempre.

Simone se n'era accorto ma non gli aveva messo fretta, non voleva farlo.
Sapeva che tutto questo era una novità per Manuel. Doveva solo abituarsi.

Pensieri su pensieri.
Paure segrete.

Un singhiozzo lasciò le labbra di Manuel, troppo rumoroso.
Si coprì velocemente con il cuscino.
Non voleva svegliarlo.
Ma Simone aveva sentito la parte del letto accanto alla sua muoversi.

«Mhh, Manu?» aveva sospirato. «Tutto bene?»

Poco prima al piano di sotto non lo aveva più visto. Si era chiesto dove fosse solo un attimo prima che Anita gli venisse a dire che stava già dormendo.

Non aveva detto nulla Simone, era salito di sopra e lo aveva trovato già nel suo letto. Nessuna brandina, tanto che Simone per un attimo si preoccupò che qualcuno lo avesse visto.

Fatto sta che Manuel se ne era andato come se nulla fosse, perciò era ovvio che qualcosa non andasse ma non aveva voluto svegliarlo prima.

«Manuel? Ci sei?»
«Dormi Simo'»

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