Il cielo stellato

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A causa dell'ora legale il cielo si era scurito prestissimo. Erano a malapena le sei di pomeriggio e pareva già notte fonda quando Simone ritornò a casa dopo gli allenamenti di rugby.

Il freddo poi, a causa del vento che tirava, lo aveva fatto stancare ancora di più e a stento si sentiva le mani, con le dita congelate che non riusciva neanche a muovere liberamente.

Posò il borsone in casa, cercando con lo sguardo un'anima viva che lo aiutasse a trovare Manuel.

«È a bordo piscina» la voce di sua nonna lo ridestò all'improvviso, spaventandolo.

Pensò avesse intrapreso un nuovo suo hobby, riuscendo persino a leggere nella mente degli altri. Non si sarebbe sorpreso.

In ogni caso, non disse null'altro. Lo lasciò vagare nei suoi pensieri prima di recarsi in giardino e finalmente vederlo.

Il moro se ne stava seduto, con le gambe a penzoloni e una cartina lunga tra le dita in cui stava bruciando il fumo.

Abbassò lo sguardo su quella caratteristica il minore, storcendo il naso sia per l'odore che per il gesto.

«Non mi hai aspettato» che di solito fumavano sempre in compagnia.

Neanche tu

«Non pensavo ti dispiacesse» aspirò lentamente, sentendo i polmoni riempirsi.

Pensavo fosse una cosa nostra

Simone abbassò lo sguardo, imitando la sua posizione e infilando le mani nelle tasche della giacca pelosa e verde.

Non si era girato a guardarlo Manuel, se ne stava fermo a osservare un punto indefinito dinanzi a lui, per cui pensava fosse successo qualcosa.

Prima di chiederglielo passarono circa dieci minuti.

«È successo qualcosa con Nina?» provò, cercando di essere il più neutro possibile nel tono di voce utilizzato. «Dico in generale, cose belle o brutte che siano»

Intenzionato a fumare lentamente, Manuel si prese altro tempo per assimilare quella domanda assieme al tabacco misto altro.

Aspirò, si fermò e chiuse gli occhi. Cacciò il fumo dal naso e una nuvoletta gli scappò anche dalle labbra.

«Credo.. ho agito troppo velocemente co' lei» borbottò con voce rauca, scacciando la cenere, tirando fuori l'accendino, muovendo piano la fiamma.

«Te co' Mimmo?»

Sembrava una domanda automatica. Me lo ha chiesto a me, devo chiederglielo a lui.

In verità Manuel, vergognandosi, sperava di trovarlo perso quasi quanto lui.

«È una persona buona» confessò. «E mi piace ma.. non penso di poterlo mai amare»

Un leggero sussulto fece smuovere il petto del moro, lasciando che la sua mano si muovesse autonomamente verso il corpo dell'altro per allungargli la canna.

La afferrò subito. Aspirando come se da quel gesto ne dipendesse la sua intera esistenza.

«Ero geloso» disse poco dopo Manuel, approfittando del silenzio per rompere definitivamente il ghiaccio e rischiare il tutto per tutto.

«Cosa?»

«Di Mimmo, quando hai detto che me rodeva. C'avevi ragione, ero geloso»

«Anche io di Nina» mosse il piede imbarazzato, arrossendo e ridacchiando come l'altro di fianco a lui che seguì il gesto e lo calciò delicatamente.

«Siamo due scemi» borbottò, posando una mano a terra, sfiorando quella dell'altro.

Simone sorrise, abbassando lo sguardo e rialzandolo appena dei puntini luminosi attirarono la sua attenzione.

Il nostro cielo stellato.

«Le stelle ci giudicano» inclinò la testa leggermente, come un bambino alla ricerca di risposte.

«Nah, loro avevano capito tutto. Anche prima di noi» abbassò il tono di voce alla fine, voltandosi a guardare il suo profilo perfetto, disegnato perfettamente.

Con le luci stellari che illuminavano quel momento, rendendolo quasi irreale.

«Cioè?» chiese, fingendosi ingenuo quando in verità era soltanto terrorizzato.

Ma non c'era motivo, non più.

Perché testimoni quelle stelle che per anni avevano visto i due gravitarsi attorno in attesa di un passo più lungo, assisterono all'ennesima dimostrazione del loro affetto.

Questa volta, del loro amore.

Un bacio atteso, tra i pezzi del puzzle giusto, che si incastravano perfettamente tra di loro, che non avevano eguali.





















Dovevo distrarmi scusate se è un brevissimo pensiero😔

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