Gatto

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«Manuel?»

«Eh?»

«Lo senti?»

«Cosa?»

«Davvero non lo senti?»

«Ah sì ecco.. me so' cadute le palle Simo'»

Un leggero pugno costrinse Manuel a ingoiare un urlo mentre si rigirava nel letto, al buio, per cercare in qualche modo di guardare l'altro negli occhi.

«Ma che sei scemo?»

Simone si sdraiò a braccia conserte.
«Non prendermi in giro»

Manuel fece un piccolo sorriso e alzò le mani in segno di resa.

«Va bene mi dispiace.. mo dimme che so' ste voci che senti.. spiriti?»

La risata di Simone fece tranquillizzare subito quei suoi piccoli sensi di colpa.

Dopo di che si voltò verso di lui.
«Ma non lo senti sto lamento?»

Manuel tese l'orecchio e provò a seguire qualunque rumore che riuscisse a distinguere nel silenzio più totale.

«Nun sento niente..» sbatté la testa sul cuscino sbuffando, «so' le tre di notte Simo'.. non puoi dormi? Saranno mi madre e tu padre che scop-»

«Ecco senti!»

Ed effettivamente uno strano verso, Manuel in quel momento lo sentì.

«Ma che roba è?»

Simone si alzò e si mise seduto rivolto verso Manuel, con uno sguardo che era tutto dire; visto avevo ragione io.

Manuel si stropicciò un occhio, fermo nella sua decisione di non muoversi da quel letto.

«Simo.. » gli posò una mano sulla coscia nuda, sotto il leggero strato del pantaloncino.
«Lascia perde.. piuttosto vieni qua» riprese, e cercò di risalire sotto il tessuto.

Ma l'altro non sembrò ascoltarlo, anzi. All'ennesimo lamento, Simone spostò la mano e si alzò di scatto cominciando a vestirsi.

«Credo sia un cucciolo Manuel»

Manuel aveva sbuffato, alzando gli occhi al cielo stanco. E seguendo l'altro con lo sguardo appena dopo aver strizzato gli occhi a causa della luce del lampadario, che aveva acceso.

«Simo' ma cazzo.. so' le tre!»

«Tu puoi restare qua» si infilò la felpa, senza allacciarla a causa del caldo, poi si alzò il cappuccio, «io scendo a vedere».

E Manuel davvero, non poteva credere che alle tre, di una notte caldissima di fine luglio, si sarebbe trovato nel giardino di quella villa a seguire degli strani versi.

«Lo senti?»

Simone camminava lentamente a carponi, mantenendo un tono di voce bassa. La torcia del telefono accesa e portata in avanti per indicare il sentiero.
Mentre Manuel lo seguiva barcollando senza ancora aver ripreso contatto con la realtà.

«Non sento niente» sussurrò assonnato.

Effettivamente dopo poco, un verso strano attirò l'attenzione di entrambi.

«E ora?»

Neanche attese una risposta Simone. Piuttosto si avviò nel luogo da cui proveniva quel suono scoprendo essere proprio sotto il suo balcone.

«Ecco perché lo sentivamo così forte!» si girò a guardare Manuel.

«A Simo' me pari n'investigatore» ridacchiò a voce bassa, seguendo i passi dell'altro.

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