"Ciao mamma, come va? Papá, tutto bene?"
Nel tragitto da casa a studio Marco approfitta per un veloce scambio di saluti con la mamma.
Ha l'abitudine di non muoversi "da solo", ma di chiamare i suoi genitori, i suoi collaboratori o gli amici e parlare con loro di cose da fare più o meno urgenti, di salutare, fare gli auguri di compleanno, organizzare una partita a tennis, una cena, una serata.
Lo trova un bel modo per fare alcune cose nei momenti di spostamento in moto o in macchina, che così non erano più tempi morti e di approfittarne soprattutto per parlare con le persone care, che altrimenti sarebbero state sacrificate in nome del lavoro, sempre più pressante e coinvolgente.
Questa volta Marco ha dimenticato le airpods nello zaino e non ha voglia di accostare, fermarsi e prenderle, anche perché dietro ci sono gli altri a poca distanza che lo seguono per arrivare tutti insieme allo studio.
Al primo semaforo rosso decide di allargare un poco il cinturino del casco, di inserire il cellulare fra l'orecchio e la parte interna del casco in modo che rimanga fermo senza dover più usare le mani e poter così chiamare e parlare con la mamma a mani libere.
"Bene Marco, tu? Dove stai andando? Papà e io stiamo benissimo qui a Venezia. Da tanto, lo sai, volevamo tornarci e finalmente ci siamo riusciti"
"Sono contento, mamma. Noi qui abbiamo una marea di cose da fare e confesso che sono un po' stanco. Ora stiano andando tutti in studio e prima abbiamo passato la mattina a casa mia".
"Marco, quando riesci a prenderti qualche giorno? Lo so che è impossibile pensare che tu venga a casa ma almeno cerca di staccare un po'"
"Forse il prossimo fine settimana faccio un salto a Londra: siamo stati invitati da Nicole, la nostra corista, che abita lì da anni. Se riusciamo andremo a vedere uno spettacolo teatrale su Tina Turner. Ne approfitterò per vedere in anticipo un po' di Natale: sai che a Londra l'atmosfera natalizia arriva presto"
"Marco, papà e io ora cerchiamo un ristorantino per mangiare un boccone e poi oggi continuiamo a girare un po' per la città. Ci sentiamo dopo? Mi prometti che ti farai trovare ancora di oggi? Anche solo per un "ciao"?"
"Certo mamma, oggi quando vuoi: siamo in studio ma senza impegni a orari fissi. Chiamami quando sarete di nuovo in albergo"
"Ciao tesoro, a dopo"
"Ciao mamma, un bacio"
La mamma di Marco interrompe la chiamata. Marco stacca una mano dal manubrio; cerca di riprendere il telefono dalla sua posizione fra orecchio e casco: avendo difficoltà con una mano sola, decide di aprire del tutto il cinturino e di riprendere il telefono al volo prima che cada
Lascia il cinturino aperto. Cosa vuoi che accada in così poco tempo e spazio.
Oramai mancavano pochi metri e sarebbe finalmente arrivato in studio.
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SEI IL TUTTO - MARCO MENGONI
FanfictionMarco ha avuto il pensiero sfuggente di essere forse finalmente arrivato dove sognava fin da bambino. Era forse arrivato anche il momento di godere di questo successo e di calmare il suo animo sempre in subbuglio, sempre alla ricerca. Aveva finalm...