Capitolo 10 - Da Venezia a Milano

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Sono le sette di sera.
E sono passate circa tre ore da quando Claudia ha avvisato gli zii. Oramai sono certamente prossimi all'arrivo.
Li ha sentiti ancora un paio di volte durante il
tragitto, con la scusa di dire loro che non sapeva ancora nulla, ma in realtà per capire come stava andando il viaggio e fino a che punto fossero un grado di viaggiare senza correre pericoli.
Un modo per monitorarli da lontano.
Sentiva il peso di questa tragedia tutto sulle sue spalle. Non sa se avrebbe retto, ma non aveva altra scelta che andare avanti.
Claudia decide di bere qualcosa di caldo e sta per andare a un distributore che aveva visto in un corridoio vicino. Non ne ha voglia in realtà, ma sa perfettamente che le forze sarebbero venute a mancare del tutto se avesse continuato a non bere o a non mangiare.
È oramai buio su Milano.
I corridoi del Pronto Soccorso iniziano a svuotarsi.
Le luci bianche rendono indicibilmente più triste quel posto.
Claudia pensa che se quel giorno non fosse successo nulla, fra poco lei e gli altri sarebbero andati certamente fuori a cena in qualche posto deciso da Marco, all'ultimo.
L'esplosione delle risate di Marco avrebbe fatto da sfondo ai discorsi del gruppo, le sue facce buffe immortalate nelle foto che forse sarebbero finite in qualche sua storia di Instagram il giorno dopo, la decisione di andare, anche se stanchi, in qualche locale a finire la serata sarebbe stata d'obbligo perché sulla voglia di andare a casa prevale sempre, fra tutti loro, il desiderio di stare insieme il più possibile.
Claudia torna di nuovo in sé, proprio nel momento in cui arriva davanti a loro una persona che molto probabilmente era un medico.
"Buona sera, mi hanno detto che vi avrei trovate qui. Insieme ai miei colleghi abbiamo preso in carico il sig. Mengoni. So che siete persone a lui vicine e che i genitori sono stati avvisati e sono in arrivo. Vi volevamo solo dire che sarà trasferito immediatamente in terapia intensiva poiché è stato riscontrato una trauma cranico di importante entità che deve essere tenuto sotto controllo per evitare conseguenze soprattutto neurologiche. Purtroppo i danni conseguenti all'incidente si sono concentrati sulla parte superiore del corpo, in particolare nuca e testa, poiché abbiamo motivo di ritenere che al momento dell'incidente o non avesse il casco o che lo stesso si fosse slacciato. Marco dovrà stare in terapia intensiva fino a che la situazione non tornerà nella norma. Nel frattempo si valuteranno altri possibili danni che paiono essere stati riscontrati e sono in corso di accertamento. A questo punto, dovete farci la cortesia di dire ai genitori, quando arriveranno, di attenderci al reparto di terapia intensiva del secondo piano e che faremo con loro il punto della situazione decidendo insieme come intervenire".
Claudia e Marta hanno assistito mute e incredule. 
Parole fredde, lontane: il futuro di Marco è tutto lì, appeso alle macchine di una terapia intensiva.
Chissà se si rende conto di qualcosa, se si è svegliato dal torpore, se ha paura, se capisce dove si trova, se ricorda, il prima e il dopo, se pensa ai suoi, ai suoi amici, se gli viene in mente la sua musica, se la sua testa torna a riempirsi.
Claudia vorrebbe fare mille domande, ma intanto sa che non le direbbero nulla ed è inutile fare perdere tempo. Ringrazia il dottore e lo assicura che all'arrivo gli zii sarebbero stati
subito informati.
Il dottore, tralasciando per poco l'algido contegno dell'informatore finora tenuto, con tono più caldo e delicato chiede come stanno loro e se hanno bisogno di qualcosa.
Claudia risponde che per ora pensa di cavarsela. Nel caso, guardando Marta, sarebbe molto grata di poter riparlare con lui o con un altro collega.
Il dottore fornisce ancora qualche indicazione su come arrivare alla terapia intensiva e come contattarli, le saluta e si allontana.

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Il telefono di Claudia suona.
Nadia vuole avvisare che sono arrivati e chiedere come trovarle.
"Ciao Claudia, noi siamo entrati al Pronto Soccorso, voi dove siete?"
Claudia ha evitato di richiamare la zia. Sapeva che a ogni squillo, Nadia sarebbe sobbalzata dalla paura di notizie negative.
Poteva aspettare a dire tutto quando fossero sul posto.
"Ciao zia, senti, ci hanno fatto spostare. Siamo al secondo piano, appena usciti dall'ascensore"
"Lo hanno portato in un reparto?" chiede Nadia pensando che quello spostamento significhi qualcosa di buono, una stabilizzazione delle condizioni, un riscontro di una minor gravità del previsto.
In fondo se era fuori dall'emergenza significava che si stava già riprendendo.
Lo sapeva che il suo ragazzo avrebbe reagito subito dopo qualche iniziale difficoltà. D'altra parte un po' di spavento dopo la caduta lo avrà lasciato impaurito e frastornato. Ma ora, era sicura, stava già passando tutto. Lo avrebbe trovato in camera, col telefono in mano per sentire musica e parlare con chiunque, proprio quel telefono al quale a lei non rispondeva mai, e l'avrebbe accolta aprendosi in uno dei suoi sorrisi così magnifici e disarmanti, che impediscono di distogliere lo sguardo da quel viso perfetto, da quella bocca che fin da piccolo sembrava scolpita da un artista sapiente, da quei riccioli scuri e ribelli, mai a posto.
"Claudia lo ha visto? Ti ha parlato? Come ti è sembrato?"
"No zia, non l'ho visto"

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Marco's pov

Finalmente un po' di caldo.
Finalmente mi lasciano tranquillo.
Ho un gran dolore alla gola. Non riesco a deglutire.
Deve essere stato un brutto sogno. Non ricordo bene l'inizio di tutto. Solo una macchina bianca, molto vicina, troppo.
Ora è tutto scuro e vedo una luce blu.
Sento un suono come quello che ti avvisa quando non hai allacciato la cintura salendo in macchina.....
Si.... ecco, ora cerco di allacciare la cintura della macchina....., così smette di suonare.
Non capisco bene come fare, ma adesso cerco di alzare il braccio.
Che dolore terribile, insopportabile!
Ora sento che quel suono si fa continuo e più forte.
Di chi è questa voce femminile che mi dice di non muovermi e di stare tranquillo? Non mi è famigliare. Però mi dice che mi farà dormire ancora un po' senza male.
Il suono della cintura di nuovo.....

 Il suono della cintura di nuovo

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