"Marco, buongiorno"
"Buongiorno"
"C'è una persona che vorrebbe vederti"
"Scusami, pensavo di essere stato chiaro: non voglio vedere nessuno"
"Non è nè tua mamma, nè Marta, nè altri della tua famiglia"
"Non aspetto nessuno oggi"
"Dice che non vi conoscete, ma che avrebbe piacere di parlarti"
".... non ho voglia di vedere nessuno, figuriamoci una persona che non conosco"
"Gliel'ho già spiegato, ma ha chiesto in ogni caso di dirtelo"
Marco aspetta qualche minuto e ci pensa, più per cortesia nei confronti dell'infermiera che per essere intenzionato davvero a vedere gente. La povera ragazza doveva essere al limite della sopportazione ad avere nel proprio reparto un soggetto così difficile.
"Mi dici che aspetto ha?"
"Marco, guarda che sei curioso: un signore, direi sui cinquanta anni, molto dolce e educato" l'infermiera guarda Marco, quasi a fargli compassione e a convincerlo, per toglierla dall'imbarazzo di dover trattare male un signore così a modo.
"Non riesco proprio a capire che cosa possa volere......" prima di finire la frase con un secco diniego, guarda l'infermiera e scorge i suoi occhi supplichevoli "....va bene, ma fra pochissimi minuti vi avviserò col campanello così venite a invitare, con le solite scuse in cui siete bravissimi - deve riposare, dobbiamo visitarlo..... - l'ospite indesiderato. Ok?"
L'infermiera accenna a un sorriso di compiacimento e di complicità ed esce.
Torna qualche secondo dopo, aprendo la porta della stanza e facendo entrare un signore di altezza media e corporatura robusta, vestito con un giaccone di pelle e un berrettino.
Marco lo guarda con curiosità.
"Buongiorno, ci conosciamo...?"
"No, Marco non abbiamo avuto il tempo e il modo. Sono Mario"
"Signor Mario, mi scusi, ma proprio non ricordo. Come può vedere ho avuto da poco un incidente e ancora la mia testa ogni tanto fa brutti scherzi"
"La tua testa funziona benissimo. Tu non puoi ricordarti di me, ma io di te non potrò scordarmi mai"
"Mi scusi?"
"Io c'ero il giorno che hai avuto l'incidente e da quel giorno vivo con quelle immagini impresse nelle mente"
"Lei mi ha aiutato?"
"No, purtroppo non ero in grado di farlo, ma so che hai avuto le migliori attenzioni e cure"
"Non riesco proprio a capire, ma ripeto forse sono io che perdo colpi con la testa......"
Mario lo interrompe.
"Marco, io ero alla guida del taxi che ti ha investito quel giorno"
Su Marco cala improvvisamente un gelo che lo tramortisce completamente.
"Non sapevo nulla dell'incidente e non intendo sapere nulla neanche ora" disse guardando fisso negli occhi Mario.
La sua reazione avrebbe dovuto essere di rabbia e di dolore. Si aspettava di non voler altro che fare uscire immediatamente quell'uomo che gli aveva rovinato la vita, ma non riusciva a dire o a fare nulla: sarebbe stato naturale cacciarlo via, ma il suo cuore gli diceva che non era quella la cosa da fare.
Sorpreso dalla sua reazione, continua a guardare Mario senza proferire parola.
"Io andavo veloce, avevo un cliente che mi pressava perché aveva un aereo in partenza ed era in ritardo, e mi sono trovato te davanti, sulla corsia dei taxi. Non ho potuto fare nulla. Nulla. Capisci Marco? Da quel momento la mia vita non è più la stessa. Da quel momento non ho avuto altro in testa che capire come stavi. Ho telefonato per due volte al giorno tutti i giorni da quando ti hanno portato qui. Da quella mattina ogni volta che chiudo gli occhi vedo la mia macchina andarti addosso e ti vedo cadere. Sento ancora adesso il rumore della tua moto contro il taxi. Non dormo alla notte. Dormo solo quando crollo all'improvviso senza rendermi conto che mi sto addormentando e senza avere il tempo di pensare a nulla. Da quel giorno non ho più guidato. Non sono più riuscito a tornare al lavoro. Non ho più potuto toccare un volante. Ma tu sei vivo, stai guarendo e ti prego di perdonare tutto quello che ho fatto"
Marco, quasi sorridendo e guardando Mario fisso negli occhi "È vero, non sono morto, ma forse è peggio. In questi giorni ho pensato che morire sarebbe stato molto meglio. D'ora in poi avrò una vita dimezzata. Non ha ancora capito che cosa posso o voglio fare di me e della mia vita. So solo che ho deciso di allontanare tutte le persone che mi stavano accanto per evitare di trascinarle in una vita senza uscita. E questo ho fatto. Voglio restare solo. Non voglio coinvolgere nessuno di quelli che amo"
"Marco, mi spiace. Farei di tutto per tornare indietro e fare in modo che quello che è accaduto venga cancellato.
Ma non è possibile....come non è possibile riportare indietro mio figlio, Luca.
Due anni fa, andava in moto su una strada con tornanti, ha perso il controllo, è finito contro una macchina in senso opposto. Non l'ho più visto. Non me lo hanno fatto più vedere: dicevano che era meglio così. Non so che cosa abbia provato, che cosa abbiano visto i suoi occhi prima di chiudersi del tutto. Per due anni ho odiato e sperato il peggio per quell'uomo che guidava e che in quel momento si è trovato sulla strada e che non ha potuto evitare di investire Luca. E ora è successa la stessa cosa a me. Ma tu sei vivo, Marco.
Tu hai la fortuna di essere vivo. Io sono a pezzi, sono distrutto, ma posso fare qualsiasi cosa per aiutarti. Per starti vicino, chiedimi qualsiasi cosa e io mi metterò al tuo servizio e farò di tutto. Posso fare per te quello che avrebbero potuto fare le persone che hai allontanato. Nei miei confronti non devi avere timori. Io la vita ce l'ho già rovinata. Più nulla può toccarmi o ferirmi. Anzi, aiutarti per me sarebbe una gioia: avrei l'illusione di poter fare ancora qualcosa per Luca. Mi sentirei rivivere. Sai, aveva la tua stessa età. Ti somigliava persino. Non ho potuto fare nulla per lui, ne' per evitare l'incidente, ne' dopo. Non sai cosa darei perché Luca anche se con qualche problema fosse ancora qui, con me: Marco rifletti, tu hai la tua vita. Sarà diversa forse, sarà migliore o peggiore, ma puoi ancora viverla. Tocca a te farlo al meglio di quello che puoi. Non vuoi stare per il momento con le persone a te più care? hai scelto e hai deciso cosi? Per ora va bene: ma non puoi stare da solo. Cosa pensi di fare? Come pensi di poterti riprendere e uscire di qui? Pensi di stare qui per sempre? Protetto da queste quattro mura? Fuori c'è un mondo che ti aspetta, che ti vuole bene, che vuole solo stare con te. Marco, all'ingresso ci sono sempre ragazzi e ragazze che a turno cercano di avere notizie e si alternano per farti sapere che il tuo esercito è sempre lì. Pensi di abbandonarli? Pensi di non essere responsabile per loro? Pensi di poter fare tutto quello che ti passa per la testa senza rendere conto a loro? Loro c'erano quando hai iniziato, ci sono sempre stati al tuo fianco, dall'inizio fino a oggi. Si meritano questo da parte tua?"
Marco con le lacrime agli occhi guarda la finestra della stanza, che dal giorno in cui Nadia e Marta erano andate via non aveva più voluto aprire.
"Davvero sotto c'è ancora gente?"
"Si Marco, sempre. Non vedono l'ora di rivederti"
Mario si avvicina a Marco e lentamente apre le braccia e lo avvolge in un abbraccio caldo e potente. Marco si lascia abbracciare e scoppia in un pianto, quel pianto che avrebbe dovuto fare quel giorno con sua mamma e Marta.
Anche Mario non riesce a trattenersi: il giovane uomo che sente fra le braccia gli sembra il suo Luca.
Un abbraccio che dura minuti. Un abbraccio che entrambi avevano bisogno di avere e di dare, da troppo tempo.
"Marco lasciati aiutare. Quando lo vorrai scomparirò di nuovo dalla tua vita. Ma avrò fatto qualcosa per te che in parte ti restituisca quello che involontariamente ti ho tolto. Cosa vuoi che faccia?"
Marco lo osserva muto. Come spinto da una forza non controllabile, non riesce a rifiutare l'invito di Mario:
"Voglio provare a uscire da qui. In questi giorni ci hanno provato a chiedermelo, ma ho sempre rifiutato. Hai voglia di darmi una mano?"
"Certo. Sono qui per te. Non ho altro da fare, non ho altri di cui prendermi cura. Finché lo vorrai starò con te"
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SEI IL TUTTO - MARCO MENGONI
FanficMarco ha avuto il pensiero sfuggente di essere forse finalmente arrivato dove sognava fin da bambino. Era forse arrivato anche il momento di godere di questo successo e di calmare il suo animo sempre in subbuglio, sempre alla ricerca. Aveva finalm...