Marta sin dal momento dell'incidente ha avuto il terrore di non sentire più Marco parlare, ridere, scherzare.
E cantare.
Come avrebbe potuto sopravvivere senza tutto ciò? Lei che di notte sognava la sua voce, quella voce di giovane uomo, capace di affrontare, mutando i toni con la sapienza innata di un novello attore, discorsi seri e nello stesso tempo di aprirsi all'improvviso in una risata travolgente che si accompagna a un sorriso aperto, completo, che non nasconde nulla di una bocca perfetta. Quei denti bianchissimi e regolari, ai quali fanno da contorno labbra delineate da tratti di un opera d'arte e da una barba scura che contrasta ancora di più col loro candore.
Tutto in Marco è frutto di un perfetto contrasto di elementi, di colori e di forme: un viso che avrebbe ispirato un pittore in maniera talmente completa da non lasciare spazio a alcuna fantasia o aggiunta dell'artista.
Una voce che pare il suono di uno strumento irreale, venuto da lontano e sconosciuto.
Tutto questo sarà mai più possibile averlo?
Marco, già dopo queste ore, le mancava da toglierle il fiato: proprio lei così vicina a Marco da poterlo chiamare ogni qual volta lo volesse, sentiva la sua mancanza in ogni intervallo di tempo di loro silenzio reciproco. Era tanta la pena di anche solo qualche minuto di assenza, che come qualsiasi fan appesa ai social per avere in diretta notizie del proprio idolo, Marta correva con ansia e gioia a vedere le storie e i post che le venivano notificati essere stati caricati da Marco personalmente, solitamente più informali, divertenti, curiosi di quelli "istituzionali" postati per lavoro dallo staff.
Come poteva recuperare un brandello della
sua voce per placare questa sensazione di assenza?
Lei sapeva che Marco aveva delle registrazioni di idee e pensieri, soprattutto notturni, che gli sarebbero serviti come appunti per sviluppare future canzoni; sapeva anche che lui stesso aveva costruito delle playlist organizzando la propria musica in una sorta di scaletta di concerti virtuali, accostando pezzi vecchi e nuovi, canzoni tristi e allegre, in cui lui solo che le aveva pensate e scritte sapeva esserci tratti comuni, che mai nessuno avrebbe pensato ci fossero. Sapeva anche ovviamente che Marco teneva sempre con se' tutti gli inediti, per averli sempre a portata di mano e poterci lavorare in qualsiasi momento del giorno e della notte e ovunque fosse.
Sul cellulare di Marco vi era tutto: ma Marta mai avrebbe osato aprirlo, pur conoscendo perfettamente il codice che lui utilizzava senza troppi misteri davanti a lei.
Ma il cellulare proprio non lo avrebbe mai toccato: oltre alla musica di Marco, lì avrebbe trovato anche cose che non avrebbe voluto sapere o di cui, pur conoscendole perfettamente in cuor suo, non avrebbe voluto una conferma così chiara e tangibile.
Era una donna profondamente innamorata e in quanto tale fragile ed esposta.
Temeva le foto, temeva i messaggi che vi avrebbe potuto trovare: temeva qualsiasi riferimento a una vita di Marco, che per motivi di Marco stesso, lei sapeva esserle preclusi. Così avrebbe dovuto essere per sempre. E mai avrebbe violato, in un così importante momento di impotenza di Marco, questa sua parte così intima e profonda.
Sapeva anche però che tutto ciò era custodito anche altrove e, per concessione di Marco necessitata per motivi di lavoro, conosceva anche gli strumenti per potervi accedere e vi accedeva regolarmente sia in presenza sia in assenza di Marco.
Il pc di Marco: come un sussulto a Marta viene in mente il pc di Marco. Lo porta sempre con se', possibile che quel giorno non l'avesse?
Stringe lo zaino un poco più forte e percepisce una rigidità sul fondo alla quale non aveva fatto caso nel corso della giornata.
Eccolo! C'era anche lui! un altro pezzo di Marco che le avrebbe consentito di avere con se' un po' di quello che le serviva per sopravvivere.@@@@@
Era oramai quasi mattina,
Nadia, ha fatto un paio di lunghe telefonate.
Ha dovuto chiamare alcuni parenti e amici fidati che dovevano sapere prima che la stampa lanciasse la notizia.
Unica cosa di cui ringrazia il cielo è di non dover dare una notizia simile a nonna Jolanda, che se ne era andata due anni fa.
Marco per lei era come un figlio, avendolo nell'infanzia tenuto praticamente sempre con se' poiché i genitori lavoravano entrambi e erano continuamente fuori casa. Nonna certamente, come lezione per tutti, si sarebbe subito riscattata dalla calma degli anni per correre da Marco e fargli forza: era donna inaspettata e dalle mille, celate, risorse.
Nadia, affaticata non poco da quegli incombenti, riprende il corridoio davanti alla stanza di Marco e lo sguardo cade su Marta.
È seduta di lato e guarda un pc appoggiato
sulla seggiola a fianco della sua e con gli auricolari ascolta.
Si sarà ricordata di qualcosa da fare. "Per fortuna che la sua mente torna a essere operativa", pensa.
Avvicinandosi senza essere vista e sentita, scorge sullo schermo immagini di Marco, registrazioni di prove in studio, probabilmente di un inedito: lui canta, si ferma, prende appunti, parla con qualcuno oltre al video, ricanta, sente la registrazione, ride immancabilmente, torna a parlare con qualcuno, riflette in silenzio, si appoggia alla scrivania per prendere dei fogli, si butta sul divano e interrompe il video.
Ma Marta sta piangendo, Nadia si accorge che Marta piange a dirotto in silenzio. Le immagini la fanno sorridere e commuovere nello stesso tempo: un Marco col berretto al contrario, in pantaloncini della tuta e in tshirt.
Devono essere immagini di quest'estate, del caldo.
Marco ha due posti in cui vive realmente: in studio e sul palco. Se questo gli venisse precluso, no ha idea di cosa potrebbe essere di suo figlio. Ma questi pensieri negativi al momento devono essere accantonati, rubano energie che servono per riprendere Marco da dove è ora e fa un gesto con con la mano quasi a scacciarli via.
Si avvicina a Marta. Marta di alza e senza alcuna resistenza si butta fra le sue braccia, come se le fosse impossibile per lei continuare a recitare una parte:"Nadia lo amo tanto, tu non sai quanto. Non posso stare senza di lui. Non resisto più un secondo. Sto impazzendo".
Nadia aveva già capito da prima, dalla reazione al momento della ricerca delle chiavi di casa di Marco.
Una mamma sente tutto quello che accade a un figlio, anche quello che proviene da altri e in particolare l'amore che gli gira intorno.
E l'amore di Marta è talmente grande che Nadia stessa non può che fargli un po' di posto.
In quel momento arriva una infermiera e rivolgendosi a Nadia le dice che se ha piacere può di nuovo entrare a salutare Marco.
Nadia chiude gli occhi e fa un respiro profondo. Guarda Marta e le dice: "Te la senti di andare tu?"
Marta annuisce fra le lacrime. Bacia Nadia sulla guancia. Le porge lo zaino e il pc e entra nella stanza.
Dal momento dell'incidente è il primo sussulto vitale di Marta.
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SEI IL TUTTO - MARCO MENGONI
FanficMarco ha avuto il pensiero sfuggente di essere forse finalmente arrivato dove sognava fin da bambino. Era forse arrivato anche il momento di godere di questo successo e di calmare il suo animo sempre in subbuglio, sempre alla ricerca. Aveva finalm...